Addio a G.B. Fabbri, mago del Lanerossi Vicenza

Calcio
G.B. Fabbri con Paolo Rossi ( Facebook)
fabbri

Si è spento nella notte a Ferrara, l’allenatore che cambiò il destino di Paolo Rossi. Aveva giocato in B, in C e due stagioni in Serie A prima di diventare allenatore. Rossi: "Lui mi ha scoperto, gli volevo bene"

Lutto nel calcio italiano per la scomparsa di G.B. Fabbri, l’allenatore del Lanerossi Vicenza degli anni d’oro, la squadra  che raggiunse il secondo posto con Paolo Rossi capocannoniere nella stagione 1977-78. Aveva 89 anni e, dopo una carriera da calciatore tra serie B e C, con due stagioni in A con Modena e Spal, restò nel mondo del calcio come allenatore. Lo ingaggiò Giuseppe Farina, il presidente del Lanerossi Vicenza, in biancorosso scrisse le pagine più intense della sua carriera. Fabbri da anni viveva a Chiesuol del Fosso, una frazione di Ferrara, ed è morto in una casa di cura privata della provincia, dove si era ritirato, dopo una lunga malattia.

Fu lui che nella stagione 1976-77, in serie B trovò un giovanissimo Paolo Rossi, appena arrivato dal Como e lo plasmò. Con il Lanerossi conquistò nell'arco di due anni una promozione in Serie A e quindi nel 1977-1978 uno storico secondo posto dietro la  Juventus. Per tale risultato fu premiato con il Seminatore d'Oro come migliore allenatore italiano dell'anno.
Indimenticabile il suo metodo, come la sua frase: "Il primo attaccante delle mie squadre deve essere il portiere".

Il ricordo di Paolo Rossi - G.B. Fabbri era un grande. E' stata una persona fondamentale per la mia carriera, e per me era come un padre, sotto tutti i punti di vista. Gli volevo bene. Fabbri è stato quello che mi ha scoperto dal punto di vista tecnico - dice l'eroe dei Mondiali 1982 - cambiandomi ruolo e vedendo in me qualcosa di diverso, e doti che altri non avevano visto. Fu lui che mi trasformò da ala in centravanti, e i fatti gli diedero ragione. Al Vicenza fu un precursore. Erano gli anni in cui si parlava di calcio totale, e lui ci faceva giocare in quel modo, un calcio tecnico in cui voleva che tutti partecipassero all'azione. E' stato fra quelli che ha cambiato l'immagine del calcio all'italiana sparagnino".  E Rossi tiene a ricordare anche il Fabbri uomo. "Era una persona squisita - dice -  e ricordo che a Vicenza mi aiutò in tutto e per tutto. A volte mi invitava a mangiare a casa sua, e ci siamo frequentati anche quando ho smesso di giocare".

La carriera - Da calciatore giocò nella Centese in Serie C tra il 1945 e il 1947, poi al Modena, nel Messina, Spal e Varese: 61 presenze e 8 reti in Serie A, 140 e 13 reti in B. Da allenatore esordì a Varese, poi le giovanili del Torino, quindi Spal, Livorno, Piacenza. Fu ingaggiato nel 1976 dal presidente del Lanerossi Vicenza Giuseppe Farina. Fu GB a spostare Paolo 'Pablito' Rossi dal ruolo di ala destra a quello di centravanti in cui il calciatore esplose fino a diventare campione del mondo nel 1982. Con il Lanerossi conquistò nell'arco di due anni una promozione in Serie A e quindi nel 1977-1978 uno storico secondo posto nella massima serie alle spalle della Juventus. Risultati che gli valsero il prestigioso riconoscimento del Seminatore d'Oro come migliore allenatore italiano dell'anno. Andò poi all'Ascoli, Cesena, Catania, Reggiana, Catanzaro, Foggia, Bologna, Venezia-Mestre. Concluse la carriera di allenatore sulla panchina della Spal, ma la sua attività  prosegui' fino fino al 1999 con il Club Italia, la squadra federale dei Campioni del Mondo del 1982, per un totale di 57 anni tra campo e panchina.