Parma in vendita fino a lunedì. Debito sportivo a 22,6 mln

Calcio
Due le cordate interessate all'acquisto della società emiliana (Foto Getty)
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C'è ancora poco tempo. Lunedì 22 giugno alle 14 il Parma dovrà avere un nuovo proprietario per giocare in serie B. L'acquirente dovrà farsi carico anche dei 22,6 milioni di euro del debito sportivo

Il Parma è in vendita fino alle 14 di lunedì 22 giugno. I curatori fallimentari del club emiliano, Angela Anedda ed Alberto Guiotto, hanno stabilito il termine ultimo per la presentazione delle offerte per l'acquisizione della società gialloblù.

Il termine, come scrivono in una nota, è per lunedì, lo stesso giorno in cui scade anche l'esercizio provvisorio e non ci sarà l'intenzione da parte del Tribunale di concedere un'ulteriore proroga. "Nel pomeriggio della stessa giornata - si legge ancora nella nota dei curatori - si incontreranno con il comitato dei Creditori e con il giudice delegato Pietro Rogato al fine di prendere ogni opportuna decisione in merito al futuro della squadra crociata".
Si dovrebbe quindi davvero arrivare ai titoli di coda di questo "dramma" calcistico che ha visto la società dell'ex Ghirardi finire in un vicolo cieco, retrocessa e fallita in mezzo ad un mare di debiti.

22.6 mln per salvare il club e ripartire dalla B. E' questo il debito sportivo del Parma stabilito dal Tribunale. "L'importo complessivo dei crediti ammessi allo stato passivo - si legge nella nota dei curatori fallimentari - ammonta ad euro 17,6 milioni, di cui 10,1 milioni privilegiati e 7,5 milioni chirografari. A tale importo andranno aggiunti ulteriori debiti per ritenute Irpef non versate e contributi Inps per circa 5 milioni di euro, non insinuati allo stato passivo ma calcolati dai curatori fallimentari".
In sintesi "il debito rilevante ai fini dell'art. 52 Noif è determinato, in base allo stato passivo reso esecutivo dal Giudice Delegato sulla base degli accertamenti dei curatori, in euro 22,6 milioni".

Il giudice Pietro Rogato ha di fatto accettato l'analisi effettuata dai curatori fallimentari ed ha respinto praticamente tutte le istanze presentate oggi dai legali dei calciatori. In particolare il giudice ha detto no a quei tesserati il cui cartellino è sì di proprietà del Parma, ma che non hanno mai giocato nel club emiliano. Secondo quanto stabilito dal giudice a loro non saranno corrisposti i premi o gli incentivi all'esodo che erano stati stabiliti dalla vecchia proprietà.