Tavecchio: "Riforme subito o in 5 anni il sistema fallirà"
CalcioIl presidente della Figc spiega di non essere preoccupato dall’ipotesi commissariamento: “La Federazione ha preso una serie di norme per evitare nuovi casi Parma, ma non possono scattare subito, altrimenti si sarebbero iscritte 5 squadre in Serie A"
In un’intervista alla Gazzetta dello Sport il presidente della Figc, Carlo Tavecchio, spiega di non essere preoccupato dall’ipotesi commissariamento: “Il commissariamento? No, non sono preoccupato. Sarebbe singolare se si prendesse un provvedimento tanto grave nei confronti di una Federazione che da undici mesi funziona regolarmente e non ha problemi economici. Anzi, abbiamo dato 22 milioni al Coni, siamo la sua stampella. La Federazione ha preso una serie di norme, apprezzate anche da Palazzo Chigi, per evitare nuovi casi Parma che purtroppo, e non per nostra volontà, non possono scattare subito, ma nel giro di quattro anni, in maniera progressiva. Se fossero state operative già da quest’estate, si sarebbero iscritte cinque società al prossimo campionato di A. E poi vi dico un’altra cosa: la Figc fa le norme, ma l’attuazione compete alle Leghe. Se dobbiamo fare tutto noi, datemi il miliardo e 200 milioni di diritti tv”.
"Una valle di lacrime" - Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non vuole società che si iscrivono a un campionato e poi si ritrovano penalizzate dalla giustizia sportiva. È possibile evitarlo? “Ma questa è pura fantasia - replica Tavecchio -. Se a novembre salta fuori un nuovo illecito, come posso prevederlo io? Il calcio italiano è diventato una valle di lacrime, più di imporre alle società e ai proprietari quello che abbiamo fatto noi su iscrizioni e acquisizioni, cosa dovevamo fare? Perché non sono state varate prima di me queste norme? È dal 1980 che abbiamo le alfette negli stadi, degli scandali ne parlano tutti, io rispondo con i fatti. Il Parma? Siamo stati i primi a muoverci”.
"Mai più un caso Parma" - Tavecchio afferma che “quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci, ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Sono preoccupato dagli impegni a breve dei club: si può andare avanti per un anno, poi bisogna svoltare. Il sistema sta in piedi come sul Titanic...Un altro caso Parma non possiamo permettercelo. Non risolveremo le cose subito, ma con un piano quinquennale, possiamo risanare il calcio italiano e salvarlo dal crac”. Non aver votato Joseph Blatter, appena toccato dallo scandalo, alla presidenza della Fifa “è stata una scelta doverosa e coraggiosa, presa nonostante pressioni enormi dal sistema sportivo italiano. Non è stata apprezzata? Io ne vado orgoglioso”.
"Una valle di lacrime" - Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, non vuole società che si iscrivono a un campionato e poi si ritrovano penalizzate dalla giustizia sportiva. È possibile evitarlo? “Ma questa è pura fantasia - replica Tavecchio -. Se a novembre salta fuori un nuovo illecito, come posso prevederlo io? Il calcio italiano è diventato una valle di lacrime, più di imporre alle società e ai proprietari quello che abbiamo fatto noi su iscrizioni e acquisizioni, cosa dovevamo fare? Perché non sono state varate prima di me queste norme? È dal 1980 che abbiamo le alfette negli stadi, degli scandali ne parlano tutti, io rispondo con i fatti. Il Parma? Siamo stati i primi a muoverci”.
"Mai più un caso Parma" - Tavecchio afferma che “quest’anno ci siamo letti tutti i bilanci, ci sono società in difficoltà, anche di grandi città. Le abbiamo avvertite che dalla prossima stagione vanno rispettati certi parametri, altrimenti sono fuori. Sono preoccupato dagli impegni a breve dei club: si può andare avanti per un anno, poi bisogna svoltare. Il sistema sta in piedi come sul Titanic...Un altro caso Parma non possiamo permettercelo. Non risolveremo le cose subito, ma con un piano quinquennale, possiamo risanare il calcio italiano e salvarlo dal crac”. Non aver votato Joseph Blatter, appena toccato dallo scandalo, alla presidenza della Fifa “è stata una scelta doverosa e coraggiosa, presa nonostante pressioni enormi dal sistema sportivo italiano. Non è stata apprezzata? Io ne vado orgoglioso”.