Indimenticato capitano e bomber dei rossoblù calabresi, era nato a Stilo il 20 aprile 1963. Era nella sua casa estiva di Cavinia, costa tirrenica cosentina, quando si è sentito male. Forse un infarto: il decesso poche ore dopo il ricovero in ospedale
A Cosenza Marulla aveva giocato tra gli anni '80 e '90 disputando tre campionati in C/1 e otto in Serie B. In carriera aveva vestito anche le maglie di Acireale, Avellino, Genoa e Castrovillari, dove ha chiuso la carriera nel 1999.
"Gigi Marulla - ha detto il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, appresa la notizia - nella nostra città è il simbolo indiscusso del calcio. Nell'immaginario della tifoseria, e non solo, un punto di riferimento che incarna i valori di pulizia sportiva e, oltre lo sport, un raro esempio comportamentale. Oggi, con profondo dolore, non riesco ancora a credere di doverne parlare al passato. Si tratta di un fulmine a ciel sereno. Cosenza tutta è scossa dalla notizia di aver perso uno dei suoi figli più amati, una persona perbene, nata a Stilo ma cosentino d'adozione, un cosentino doc. Indimenticabile il suo gol-salvezza a Pescara, in campo neutro, nello spareggio contro la Salernitana per la permanenza in Serie B. Aveva addirittura rifiutato la Serie A pur di continuare a giocare indossando la casacca rossoblù. Un amore sempre ricambiato quello fra Cosenza e il suo calciatore-emblema per antonomasia".
"Alla moglie Antonella e ai figli Kevin e Ylenia - ha concluso Occhiuto - giunga il forte abbraccio di tutta la nostra città. Gigi Marulla continuerà a vivere nei ricordi di chi ha avuto a fortuna di conoscerlo perché le bandiere non muoiono mai".
Non ci posso credere, Gigi #Marulla. Uno degli attaccanti più forti mai allenati da mio padre, un lupo vero. Un abbraccio alla famiglia.
— Gianluca Di Marzio (@DiMarzio) 19 Luglio 2015
Con te in campo, partivo sempre in vantaggio.Sei stato il giocatore è l'uomo che ogni allenatore avrebbe voluto avere.Ciao Gigi
— Gianni Di Marzio (@misterdimarzio) 19 Luglio 2015