Mancini: "Scudetto? Siamo l'Inter e ci puntiamo. Costretti a cedere Kovacic e Shaqiri"

Calcio
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L'allenatore dell'Inter alla vigilia della gara con l'Atalanta ha parlato anche di mercato: "Ho chiesto nove giocatori? Era una battuta: se ne arrivano dieci-undici va bene lo stesso. Montoya? Nessun dubbio su di lui, si deve ambientare come tutti"

Prima conferenza stampa della stagione per Roberto Mancini. La sua Inter affronterà l’Atalanta al Meazza, ma il mercato non gli ha ancora consegnato la rosa al completo. “Ed è una rottura di scatole – ha detto – un allenatore dovrebbe avere la possibilità di lavorare con la squadra per intero e invece vedremo come saremo al primo settembre. Quanto questa squadra è vicina alla mia idea? Come lavoro ci siamo al cento per cento. Le voci di mercato piacciono a voi giornalisti mentre il nostro pensiero dovrà chiaramente essere rivolto solo alle partite contro Atalanta e Carpi”.

 

Scudetto – “Quando inizia il campionato tutti partono per il massimo traguardo, tutti pensiamo di poterci arrivare. Noi siamo coscienti della nostra qualità, dipenderà da noi e se saremo bravi a costruirlo tutti, all’inizio tutti possono dire di poter lottare. Noi siamo l’Inter e dobbiamo sicuramente partire con questo obiettivo. La nostra è una squadra competitiva. Il lavoro dell’anno scorso credo servirà e se uno lavora seriamente e fa le cose per bene i risultati arrivano. Dipenderà tutto da noi”, ha aggiunto.

 

Chi gioca – “Hernanes? Sta abbastanza bene, ha fatto tutto in questa settimana. Decideremo dopo l’ultimo allenamento chi scenderà in campo. Jovetic-Icardi? Davanti siamo in tre, vedremo, due giocheranno”.

 

Griglia di partenza – “Gli osservatori dicono che le altre squadre sono più avanti? Chi osserva dà dei giudizi, c’è chi sa di calcio chi ne sa meno, vedremo alla fine. All’inizio del mercato tutti pensano di fare il massimo, lo pensano tutti, dalla Juve alla Roma. Partiamo tutti da zero, alla pari, poi vedremo. E’ difficile dirlo adesso. Il campionato si assetterà nelle prime otto giornate, se saremo fino ad allora nel gruppo di testa poi si vedrà”, ha specificato l'allenatore.

 

Il miglior acquisto - "Per Thohir io sono il miglior acquisto? Credo che la miglior garanzia di successo siano i giocatori, loro fanno la differenza. Conosco bene l’Inter, tanto tempo fa ho costruito una squadra che poi ha vinto tutto. E serve tempo. In un attimo non si cambia un gruppo. Io sono tranquillo per quanto riguarda il lavoro e per quello che potremo dare", ha sottolineato.

 

Montoya - "Dicono che non siamo contenti di lui? Chi lo dice? i famosi osservatori? Nessuno di noi dubita di lui. Arriva da un campionato straniero, da una grande squadra, deve avere il tempo di ambientarsi. Chi ha osservato e ha detto questo ha osservato male".  

 

Mercato – “Quanto ci resto male se non arriva Perisic? Abbiamo cercato di migliorare dove pensavamo, ora non so cosa accadrà, dovete parlare con Ausilio. L’addio di Kovacic è una trasformazione filosofica? Non c’è niente di filosofico. E’ arrivato Kondogbia perché c’era la possibilità. Pensiamo che possa diventare uno dei migliori nei prossimi anni. Nessuno di noi voleva cedere Mateo, ma ci sono considerazioni che vanno oltre il giocatore. E’ successo perché bisognava rientrare. Sono cose separate. Avevo chiesto nove acquisti? Era una battuta. Anche se sono dieci-undici va bene uguale. Shaqiri? E’ stato il primo giocatore richiesto e noi siamo stati costretto a cederlo altrimenti lo avevamo preso e ci avevamo creduto, le esigenze ci hanno fatto sacrificare prima lui. Vi chiedete tante cose, ma bisogna pensare quando ci si chiede certe cose. Se ci troviamo in una situazione a luglio e siamo costretti a cedere non possiamo certo vendere le sedie di Appiano. Shaqiri era l’unica possibilità che avevamo di fare cassa, c’è un accordo con l’Uefa, siamo rientrati dei soldi spesi a gennaio”, ha concluso l’allenatore nerazzurro.