Inter-Milan, Mancio sfida Balo: va in scena il derby del cuore
CalcioProprio nella stracittadina l'allenatore nerazzurro e l'attaccante rossonero si troveranno di fronte per la prima volta da avversari. Loro, che hanno condiviso tante esperienze insieme, quasi da padre e figlio, prima a Milano e poi a Manchester
"Erano come marito e moglie". Micah Richards - che venne anche alle mani con Balotelli ai tempi del City - in un'intervista al Daily Mail dipinse con una certa ironia il legame tra Super Mario e Roberto Mancini, al debutto da avversari domenica sera nel derby del Meazza, una personalissima sfida tra l'allievo e il maestro. Per una notte di nuovo insieme, nel sottopassaggio, ripensando a quell'estate del 2007, quando l'allenatore dell'Inter volle in ritiro con la prima squadra il promettente ragazzino bresciano che aveva realizzato alla Samp il rigore decisivo nella finale del campionato Primavera.
È nata una stella. Un'annata tribolata, malgrado lo scudetto. La sconfitta in Supercoppa italiana con la Roma, l'ennesima eliminazione in Champions per mano del Liverpool, l'annuncio shock del Mancio al termine della sfida di ritorno con i Reds ("A fine stagione lascio"). Il ripensamento, tardivo (Massimo Moratti aveva ormai in testa solo José Mourinho), la finale di Coppa Italia persa. Eppure, i tifosi scoprono un nuovo idolo, e intorno a lui immaginano un grande futuro a tinte nerazzurre. Il debutto in campionato di Balotelli avviene così a Cagliari il 16 dicembre 2007, la doppietta tre giorni più tardi a Reggio Calabria in Coppa Italia. E poi il bis da paura ai quarti nel 3-2 in casa della Juventus e il contributo fondamentale nella corsa al titolo, in attesa del ritorno di Ibrahimovic, infortunato. Ma ora, senza Mancini?
Bye bye Inter. E invece anche Mourinho gli dà fiducia, ripagata da una rete e da uno dei rigori che permettono all'Inter di riconquistare la Supercoppa. Arriva pure il gol in Champions, ma non si fanno attendere le prime provocazioni e i cori razzisti delle curve. Ancora uno scudetto ed è tra i protagonisti del Triplete, che si concluderà però nel peggiore dei modi: la maglia lanciata per terra nella semifinale di San Siro con il Barcellona, il calcione di Totti nella finale di Coppa Italia. Fa festa con i compagni a Madrid, ma aspetta soltanto la chiamata di Mancini che, intanto, è diventato il manager del Manchester City. Detto, fatto. Ai nerazzurri vanno 28 milioni di euro, il giocatore firma un contratto quinquennale da 3,5 e vola in Inghilterra con l'agente Mino Raiola.
Manchester. Saranno due anni e mezzo deliranti, per la fortuna dei tabloid britannici: tra espulsioni, multe salatissime, night club, wags, auto mimetiche, fuochi d'artificio e una casa in fiamme, risse varie negli allenamenti, colpi di tacco gratuiti e sigarette che mandano in bestia il tecnico jesino, quasi sempre l'unico a difenderlo (ma sbroccherà, eccome, che per poco non si fanno male. Insomma, meglio cambiare aria, il Milan è la destinazione perfetta). Ma ci sono anche una FA Cup vinta a Wembley da Men of the match, la doppietta all'Old Trafford nel clamoroso 6-1 al Manchester United, l'assist al Kun Aguero per il gol che regala la Premier ai Citizens dopo 44 anni. E una figlia, Pia, nata dalla sua relazione con Raffaella Fico.
"Tu quoque, Brute, fili mi!". E in effetti uno scherzetto di Balo nel derby sarebbe come una coltellata per Mancini: il tecnico non lo meriterebbe, dopo tutto quello che ha fatto per lui! Un padre severo, ma fin troppo tollerante per il personaggio. Sopportando le sue continue "balotellate" e cercando ogni volta di gettare acqua sul fuoco delle polemiche. "Mario è molto più educato e perbene di quanto si pensi" ha sempre ripetuto, e possiamo scommettere che lo dirà anche stavolta. Se farà il bravo...