Salandria: "La mia Akragas. Con Legrottaglie imparo il calcio e divento grande"

Calcio

Alfredo Alberico

Francesco Salandria, prima stagione ad Agrigento il Lega Pro. Qui con la maglia della Reggina (Foto dal profilo Facebook del giocatore)
francescoSalandria

LA GIOVANE ITALIA. Calabrese Under 19, è stato voluto dall'ex Juventus e Milan per la prima stagione della squadra di Agrigento in Lega Pro. "Sono un mediano che sogna di diventare come De Rossi"

Dalla Calabria alla Sicilia il viaggio non è stato lunghissimo, ma dalle giovanili della Reggina alla prima volta in Lega Pro con l'Akragas il salto appare di quelli importanti. Lo sa bene Francesco Salandria, che con la squadra di Agrigento si sta giocando la prima grande chance nel calcio che conta o, se preferite, che comincia a contare. "Qui ho trovato l’ambiente ideale, con una squadra neopromossa che ha voglia di confermarsi e migliorare, se possibile, quanto fatto lo scorso anno", racconta.

Mediano di prospettiva, come da più parti lo hanno definito, in questa stagione è stato spesso dirottato dall'allenatore Nicola Legrottaglie in un altro ruolo: "Gioco come mezz'ala, perchè Almiron (argentino ex Juve e Catania, ndr) è una sicurezza davanti alla difesa. Però credo di essermi comportato bene finora. Mi piace molto la fase difensiva, ma non mi dispiace affatto attaccare. Anzi, direi che mi riesce piuttosto bene. Il mio idolo? Senza dubbio Daniele De Rossi".

Già capitano della Primavera a Reggio Calabria, con 4 gol in 25 presenze, nel 2014 aveva esordito con gli amaranto in Serie B: era il 25 maggio e l'Avellino vinse 3-0. Poi la chiamata di Legrottaglie e una scelta da fare alla svelta: "Chi direbbe di no ad una possibilità del genere? Eppure all'inizio mia madre mi aveva chiesto di non andare. Sia chiaro, lei è sempre dalla mia parte, era solo preoccupata data la mia età. Poi papà è riuscito a convincerla. Legrottaglie? E' un allenatore che secondo me farà strada. Con lui cresciamo non solo come calciatori ma anche come uomini".
Parole perfettamente in linea con quello che era stato il "Legrottaglie pensiero" alla vigilia del campionato, ovvero il voler trasmettere valori ancor prima che schemi di gioco: "Ed è così. Questo non vuol dire che in allenamento non può scappare nemmeno una parolaccia. Il suo obiettivo è farci capire quanto sia importante la correttezza in campo e il rispetto dell'avversario".

Con la famiglia ora compatta nel sostenere la sua nuova avventura, Francesco -"Ciccio" come lo chiamano glia amici - sa di poter contare anche su una tifosa speciale: "Felicia, la mia ragazza. Non capiva granché di pallone, non le piaceva. Beh, ora ne sa. Mi sostiene se non gioco e soprattutto è l'unica che non mi critica mai. Questo mi dà forza”.