Juve-Milan allo specchio: addio al trequartista, ora piace il 4-3-3
CalcioSabato sera il big-match. Dopo un'estate passata a inseguire l'uomo giusto da schierare dietro le punte, sia Allegri che Mihajlovic hanno raccolto i risultati migliori cambiando formula. Ne fanno le spese Hernanes e Honda, ma così Cuadrado e Cerci possono volare
Ricordate questa estate? Ad un certo punto sembrava quasi che né Juventus né Milan potessero fare a meno del trequartista. E sul mercato – funziona così – i prezzi salivano alle stelle. Draxler, Oscar, Vazquez, Isco, Mkhitaryan: la margherita dei sogni sfogliata da Allegri che, rimasto con il solo gambo in mano, alla fine ripiegò in fretta e furia su una soluzione più accessibile, andando a chiedere Hernanes all’Inter. Witsel, Soriano e Perotti i nomi sulla lista di Mihajlovic: anche in questo caso non arriva nessuno e allora ci si arrangia con quel che c’è già in casa, ovvero Honda, Suso e Bonaventura.
Juve, per prove ed errori - Tanto rumore per nulla, verrebbe da dire, vista la rapidità con cui il modulo che prevede l’uomo di fantasia dietro le due punte è stato accantonato sia da Juve che da Milan.
Il trequartista in casa bianconera è stato sperimentato a più riprese (tre partite e uno spezzone), senza fortuna. Nelle prime due giornate di campionato Allegri non ha ancora Hernanes (arriverà il 31 agosto) e così sceglie il 3-5-2, rimediando due sconfitte. Alla terza schiera il brasiliano e la Juve fa pari con il Chievo ma non convince, e il Profeta men che meno. Si cambia ancora idea, allora, provando per la prima volta il 4-3-3: Cuadrado-Mandzukic-Morata. Funziona contro il Genoa, si replica con il Frosinone e qualcosa si inceppa. Retromarcia. Contro il Napoli, una nuova chance per Hernanes, ma ciò che stupisce è che nel 4-3-1-2 il brasiliano viene schierato in mediana, con Pereyra dietro le punte. Risultato: Hernanes è il peggiore in campo, costretto a inseguire con il suo passo felpato gli scatenati mediani di Sarri che gli sfrecciano intorno inserendosi da tutte le parti.
Siamo alla sesta giornata e la Juve di Allegri non ha ancora una sua identità. Nuovo tentativo di 4-3-1-2 alla 9^ con l’Atalanta (funziona: vittoria 2-0) e di nuovo all’11^ nel derby con il Torino, dove però l’idea dura appena 10’: infortunatosi Khedira, entra Cuadrado e per forza si cambia fisionomia, dato che il colombiano con le sue caratteristiche praticamente “chiama” il 4-3-3. La vittoria, all’ultimo secondo e proprio per mano di Cuadrado, fa morale e regala qualche certezza in più: lì, forse, nasce la “nuova” Juventus. I bianconeri smettono di zoppicare, abbandonano il bastone e impugnano il tridente, riproposto contro l’Empoli. Ancora una vittoria, finalmente convincente. Tornare indietro, adesso, sarebbe un azzardo.
Il coraggio di Mihajlovic - E Sinisa? L’avevamo lasciato alle prese con i suoi trequartisti presenti in rosa, e in effetti con quelli si è barcamenato a inizio stagione pur di mettere giù il famoso 4-3-1-2 “presidenziale”. Honda alla prima, Suso alla seconda (un disastro), di nuovo il giapponese senza mai convincere e poi Bonaventura. Mihajlovic impiega un mese in più di Allegri per scoprire i benefici del 4-3-3, ma dal 17 ottobre, giorno della svolta, non lo abbandona più. Cerci, come Cuadrado per la Juve, è l’uomo che “impone” il cambio; il Toro, ancora una volta, la squadra che permette il rilancio.
Rispolverato contro la sua ex-squadra all’ottava giornata, Cerci finalmente convince e il Milan infila 5 partite senza sconfitta (3 vittorie e 2 pari) in cui la formula Cerci-Bacca-Bonaventura non si tocca più (a parte l’ultima, con Bonaventura squalificato e sostituito da Niang). Morale: HH (Hernanes e Honda) in panchina, CC (Cuadrado e Cerci) nuovi insostituibili. Fino al mercato di gennaio, naturalmente, quando si tornerà a sognare.