In un momento in cui la routine diventa un obiettivo, il weekend calcistico è di nuovo un attraente spettacolo: le grandi sfide, i campionissimi mai davvero nemici e le dolci storie come il vecchio e il bambino che si incontrano su un campo
La nostra vita non può che ripartire così: con un calcio al pallone, per scacciare la paura e tornare alla normalità. In momenti come questo la routine diventa un obiettivo e il pallone di nuovo un attraente spettacolo, con le grandi sfide, i campionissimi mai davvero nemici, le dolci storie come il vecchio e il bambino che si incontrano su un campo: sono queste le cronache tanto attese per il nostro fine settimana, le sole nelle quali rituffarci mentre il mondo sembra andare troppo veloce e viene voglia di scendere. Invece si va tutti allo stadio dietro bandiere che possono anche dividere, ma mai possono motivare una guerra. Non fa differenza tra una tribuna reale e una curva ricostruita nel salotto davanti alla tivù, o tra i tavoli della pizzeria sotto casa. Stavolta, più che mai, conterà il risultato: Juventus o Milan, Real o Barca, guarderemo al campo come a un fantastico palcoscenico dove non saranno ammesse stecche. Li vogliamo tutti tenori anche per cantare la Marsigliese, perché Parigi non si dimentica, ma soprattutto per regalarci acuti memorabili. Solo così torneremo finalmente, splendidamente normali.