Pizza: “Sogno la Premier e ascolto mamma per marcare gli avversari”

Calcio
Pietro Pizza, 18 anni, difensore della FeralpiSalò
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LA GIOVANE ITALIA. Ha 18 anni il difensore centrale della FeralpiSalò. Fino ai Giovanissimi a giocato a Brescia, ora punta a trovare un posto in prima squadra con i Leoni del Garda. Ama il calcio inglese e la PlayStation: "E' così che ho conosciuto Stones dell'Everton, uno a cui somiglio molto"

Dopo Salciccia dell’Ancona, ecco Pietro Pizza della FeralpiSalò. Tutto casuale, beninteso, ma è chiaro che il nostro viaggio nella Lega Pro dei giovani sembra avere sempre più le caratteristiche  di una sfida culinaria, con l’obiettivo di provare a capire chi potrà diventare il nuovo MasterChef della Prima Divisione. Lui, il protagonista del nostro ultimo racconto, appare un serio candidato e anche uno che da subito ci ha dimostrato di sapere il fatto suo : “Credo in me e nel lavoro che faccio. Sento di avere i numeri in regola per affermarmi, come giovane oggi e come calciatore pro negli anni che verranno”.

E’ anche vero, però, che in prima squadra il 18enne difensore centrale deve ancora scrivere la sua storia. Nato a Lonato del Garda (BS), fino ai Giovanissimi tra le fila del Brescia, Pietro ha per ora con la Feralpi una sola presenza in Coppa Italia: “Giusto così e non si può pretendere altro, perché la coppia titolare di centrali è di grande valore, così come chi in panchina e ne è il naturale sostituto”.

Ma allora tutta questa sicurezza da dove viene? “La società più volte mi ha detto di voler puntare su di me per il futuro – prosegue – . Sento l’attenzione e la stima dell’allenatore, ma anche di Bertotto e Arrigoni, che hanno la responsabilità delle nazionali giovanili”. Nulla di più vero dato che la FeralpiSalò è stata affidata a novembre ad Aimo Diana, promosso dalla Beretti e che quindi conosce bene il valore del ragazzo: “La squadra adesso è serena, può esprimersi al meglio. Sarebbe bello andare in B e giocarmi una chance in un campionato che considero pazzesco, molto più equilibrato della A e con tanti giovani. Comunque, quello che conta adesso è il secondo posto che abbiamo in Lega Pro, e che non è affatto casuale”.

Casuale non è neppure la sua doppia passione per la Premier League e la PlayStation. “Mi piace molto il calcio inglese, perché a differenza dell’Italia lì sui giovani puntano davvero. Ma è grazie alla Play che ho ‘scoperto’ e conosciuto meglio un difensore dell’Everton, John Stones, con il quale credo di avere in comune l’aggressività, la velocità e la buona lettura delle situazioni difensive. A me manca il colpo di testa, ma ci sto lavorando…”.

Più di Stones, però, il vero segreto di Pietro sembra essere un altro: la mamma.”Non capisce granché di pallone, sia chiaro. Però più di una volta mi ha detto come marcare gli avversari. ‘Metti il braccio in questo modo, il corpo così, fai quell’altro movimento’, tra i consigli più frequenti”. Pizza, mamma, calcio: sembra un classico copione di una classica storia all’italiana. E invece c’è di più: è il viaggio di un ragazzo che staccherebbe volentieri un biglietto con destinazione Premier inglese, ma che per inseguire quel sogno non si risparmia durante gli allenamenti con la FeralpiSalò e nemmeno la sera, tra quei  banchi di scuola dove presto prenderà il diploma da ragioniere. Mamma, che non capirà granché di marcature da scalare e diagonale, può essere più che soddisfatta.