Caio De Cenco: "Il gol più bello è sempre il prossimo"

Calcio

Roberto Brambilla

Caio De Cenco, arrivato in estate in prestito dal Pavia, ha segnato 8 reti con il Pordenone (Foto Antonio Ros-Pordenone Calcio)
De Cenco abbraccio

L'INTERVISTA. L'attaccante del Pordenone, capocannoniere del girone A con otto reti, è una delle sorprese positive della prima parte di campionato. Tra rovesciate e il mito dell'”Imperatore” Adriano, il bomber dei neroverdi si racconta

 

Otto gol in 13 partite. Come mai ne aveva fatti all'inizio di una stagione. Caio De Cenco, classe 1989, attaccante del Pordenone in prestito dal Pavia, è il capocannoniere provvisorio del girone A della Lega Pro. Un rendimento super per il centravanti nato a San Paolo, fan di Adriano (“ a parte Ronaldo, lui per me è un grandissimo"), tifoso del Palmeiras (“lo seguo sempre e due notti fa sono stato sveglio per vedere la finale di Coppa del Brasile contro il Santos” racconta), cresciuto con il futsal e che ha esordito in Italia quasi dieci anni fa con gli emiliani del Boca Pietri Carpi in Serie D. Ecco come lui racconta il suo exploit in Friuli.

Otto gol e in testa alla classifica marcatori. In estate, quando sei arrivato, te lo saresti aspettato?
"Sinceramente no. Quest'anno, più delle altre stagioni mi ero messo in testa di partire bene ma un inizio così non l'aspettavo neppure io".

Era un po' una sfida, quella di venire a Pordenone...
"Quest'estate ero in ritiro con il Pavia e sapevo che non rientravo nei piani dell'allenatore e a 26 anni non volevo fare una stagione di panchina o di tribuna. Avevo alcune offerte, ma quando ho sentito quella del Pordenone mi sono convinto. Qui c'è una società e un progetto serio".

Hai sempre segnato, con alti e bassi, ma mai nell'inizio della stagione 2015-2016. Il segreto?
"Sono sereno, sento la fiducia dei miei compagni, dell'allenatore e di tutto l'ambiente. E tecnicamente il gioco propositivo e offensivo del mister mi dà una grossa mano. Costruiamo molte azioni da gol e per un attaccante in una situazione di questo tipo è sempre più facile".

Al di là del fattore tecnico sei subito sembrato in sintonia anche fuori dal campo, con compagni, tifosi e città...
"Qui mi sono subito trovato bene. È una città tranquilla per vivere e un ambiente sereno in cui giocare. Anche la mia fidanzata brasiliana, anche se vive lontana, mi sta dando serenità a livello mentale. E poi i ragazzi della squadra sono meravigliosi, dai più “vecchi” fino ai “ragazzini”. Cerchiamo almeno una o due volte a settimane anche di vederci fuori dal campo. Per esempio quando mi hai chiamato stavo tornato da casa di Alex Pederzoli da cui ero stato a cena".

L'ambiente l'hai conquistato a suon di gol. In molti casi anche molto belli. Qual è quello che ti è piaciuto di più?
"Un attaccante come me ti dice che il prossimo gol è sempre il più bello. Dovessi sceglierne uno direi la rovesciata con il Südtirol. Già in allenamento ci avevo provato un paio di volte e per fortuna in partita mi è riuscita".

Tante reti con cui hai dichiarato di voler aiutare il Pordenone ad andare in B, come vedi il campionato?
"Per noi l'obiettivo primario è sempre la salvezza. Una volta raggiunta non ci mettiamo limiti. Ci sono tre o quattro squadre che se la possono giocare per salire. Personalmente nonostante non ci siano state formazioni che ci abbiano messo davvero sotto, a me ha fatto impressione il Südtirol che ci ha rimontato dal 2-0 al 2-2".

Sei “innamorato” di Pordenone, ma sei ancora di proprietà del Pavia, dove vedi il tuo futuro?
"Sinceramente non ci penso. Mi concentro una partita alla volta, nessun pensiero a lungo termine per ora. Voglio solo fare bene e continuare a segnare".