Maldini: "Io al Milan? Non sento Berlusconi da 6 anni"
CalcioL’ex capitano rossonero torna sull'ipotesi di un suo coinvolgimento in società in un’intervista esclusiva al programma I Signori del Calcio: dal rapporto con il presidente alla scelta di Mihajlovic ("Ci voleva un elemento di rottura"). E su Galliani: "Ottimo dirigente, ma dovrebbe essere affiancato nel decidere e valutare i giocatori"
"Ho la mia vita e sto bene così, ma spesso mi chiamano, lo ha fatto Leonardo, poi Allegri, Seedorf e infine Barbara Berlusconi. Loro mi coinvolgono, ma ogni volta dico la stessa cosa: se posso ridare qualcosa a una società che mi ha dato tanto, lo faccio volentieri. Ma voglio decidere con la mia testa. E questa sembra una cosa complicata o che possa creare scompiglio". Torna così sull'ipotesi di un suo coinvolgimento in società Paolo Maldini, l'ex capitano del Milan si è raccontato in una intervista esclusiva al programma I Signori del Calcio su Sky Sport (domenica 6 dicembre, h 00.15 su Sky Calcio 1 HD).
L'ex capitano rossonero parla poi del suo rapporto con il presidente del Milan: "Berlusconi ha fatto altre scelte. L'ho visto in occasione della mia ultima partita, è da allora che non lo sento. Non mi sono mai sentito così vicino al rientro in società. So benissimo che è lui la persona che decide, e non avendolo mai sentito negli ultimi sei anni…".
Spazio poi a una riflessione sul Milan di oggi. "Se vuoi tornare a essere grande ci vuole un percorso, ci vogliono delle idee. Ci vuole gente che sappia di calcio e in questo momento al Milan è quello che manca. Considero Galliani un grandissimo dirigente ma probabilmente dove lui è un po' carente è nella zona calcistica: nel decidere e nel valutare i giocatori. Lì dovrebbe essere affiancato".
Sulla guida tecnica di Sinisa Mihajlovic Maldini aggiunge: "Non è facile arrivare in una squadra come il Milan, con un passato così glorioso. Milanello, San Siro, il Milan, pesano. Per i giocatori, per gli allenatori, per tutti. Non condividevo l'idea di prendere due esordienti in un momento delicato come quello degli anni scorsi. Trovo siano state scelte azzardate. Anche se poi Seedorf ebbe dei risultati incredibili. Però c'è bisogno di un elemento di rottura. E Mihajlovic lo è".
Spazio poi ai ricordi e al Milan stellare. "Noi abbiamo vinto perché eravamo una grande squadra. C'era dietro una società con un progetto ambizioso e c'era il rispetto del ruolo. Il doppio amministratore delegato non mi piace. E' vero che sono nato nel Milan ma la cosa più importante che sono riuscito a raggiungere nella mia vita è l'indipendenza di pensiero. So benissimo che è molto più facile dire alle persone a cui vuoi bene che sono brave e belle, ma è molto più utile dire le cose come stanno. La mia posizione critica nei confronti del Milan è solamente un atto d'amore perché verso questa società provo ancora molto amore".
Infine una domanda sui programmi futuri. "Prima dell'ultima elezione mi è stato chiesto di entrare nella Fifa. È un ruolo molto politico. Da solo non lo farei. Infantino ha chiesto il mio appoggio. Vorrebbe coinvolgere diversi ex calciatori. Vedremo. Ma non mi candiderei mai da solo", conclude Maldini.