Cesena, frode da 11 milioni: indagato l'ex presidente Campedelli

Calcio
Igor Campedelli, ex presidente del Cesena (foto getty)
campedelli_getty

L'ex numero uno bianconero è tra i nomi nel mirino dalla procura di Forlì-Cesena nell'inchiesta della Guardia di Finanza sul club romagnolo. Le accuse ipotizzate vanno dal riciclaggio all'associazione a delinquere. Nella bufera ci sarebbe anche il trasferimento di Nagatomo all'Inter. "Io con questi delinquenti non c'entro nulla", precisa Lugaresi

Avrebbero svuotato le casse del Cesena Calcio creando con quei soldi fondi neri che poi finivano sui propri conti correnti: la Guardia di Finanza chiude l'indagine sulla società sportiva romagnola, ipotizzando una frode fiscale da oltre 11 milioni di euro. Nell'inchiesta, coordinata dal procuratore di Forlì-Cesena Sergio Sottani, sono indagati ex vertici della società, imprenditori e commercialisti, uno dei quali aveva un ruolo nella stessa società.

Le accuse ipotizzate - L'ex presidente del Cesena, Igor Campedelli, è indagato dalla procura di Forlì-Cesena nell'indagine della Guardia di Finanza sulla società sportiva. Oltre a Campedelli risultano indagati anche l'ex direttore generale Luca Mancini, il professionista Luca Leoni, gli imprenditori Potito Trovato e Coclite Mastrorazio. Le accuse ipotizzate sono, a vario titolo, riciclaggio, frode fiscale, associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita, simulazione di reato e falso in bilancio.

Casse svuotate - Le accuse nei confronti degli indagati sono scaturite dall'analisi delle carte sequestrate nella sede del Cesena Calcio nell'aprile del 2014 (un migliaio di faldoni contenenti documenti relativi agli apparati contabili di 25 società) e dagli accertamenti svolti su un centinaio di conti correnti bancari, anche di San Marino. Le verifiche, dicono gli investigatori e gli inquirenti, hanno consentito di accertare come le casse della società siano state svuotate attraverso la realizzazione di falsi contratti per fornitura di servizi, realizzazioni di lavori e consulenze, giustificati con fatture false per un totale di 7 milioni. In sostanza l'ex presidente, gli imprenditori e i commercialisti, sostengono ancora gli investigatori della Guardia di Finanza, avrebbero costituito una vera e propria associazione e, approfittando dei loro ruoli, avrebbero messo in atto una serie di raggiri contabili e amministrativi attraverso la creazione di documenti falsi, con l'obiettivo di realizzare indebiti risparmi d'imposta e creare fondi neri.

Soldi riciclati - Grazie alle rogatorie con San Marino, i finanzieri sono riusciti a seguire i soldi che, una volta usciti dalle casse del Cesena e transitati sui conti riconducibili a un imprenditore edile e alberghiero che li riciclava, finivano nei conti correnti personali di Campedelli o nelle casse delle società immobiliari a lui riconducibili. Il commercialista ed ex direttore generale Luca Mancini aveva invece un altro ruolo: dopo aver procurato finanziamenti alla società per milioni di euro, sostiene la Guardia di Finanza, con la complicità di Campedelli ha raggirato i soci facendosi pagare per prestazioni professionali mai eseguite e intascando circa un milione. L'indagine consentirà ora alla Guardia di Finanza di avviare una serie di controlli fiscali per verificare i danni provocati all'erario, sotto forma di omesso pagamento delle imposte dirette o indirette.

La cessione di Nagatomo - Ci sarebbe anche la cessione di Yoto Nagatomo all'Inter nel gennaio del 2011 tra le vicende finite al centro dell'indagine della Guardia di Finanza sulla gestione del Cesena. L'accusa di falso in bilancio è infatti ipotizzata in relazione alle plusvalenze realizzate dal Cesena con la compravendita di diversi calciatori, tra cui appunto il giapponese Nagatomo. Secondo gli investigatori della Guardia di Finanza dunque, in alcuni casi il valore dei giocatori sarebbe stato sopravvalutato, con l'obiettivo di ridurre sensibilmente le perdite d'esercizio. Una circostanza che, in base al dlgs 231 del 2001 - quello sulla responsabilità amministrativa delle società e degli enti - potrebbe costare al Cesena una sanzione pecuniaria molto elevata.

Il bilancio firmato - "Sono stato io a presentare l'esposto in procura, la mia iscrizione nel registro degli indagati è un atto dovuto perché nel 2013 ho dovuto firmare il bilancio". Lo afferma l’attuale presidente del Cesena, Giorgio Lugaresi, dopo la chiusura dell'indagine: "Io con questi delinquenti che hanno preso i soldi non c'entro nulla - aggiunge - Io sono intervenuto per far vivere questa società e mi fa male essere affiancato a queste persone".