Keita gela il Franchi nel recupero del primo tempo, poi dopo il 90' succede di tutto: il raddoppio di Milinkovic-Savic, Roncaglia per sperare, Anderson per chiudere. Finisce 3-1 per la squadra di Pioli al quinto risultato utile consecutivo. Per la Fiorentina si ferma invece la corsa al titolo di campione d’inverno. Nel primo anticipo della 19ma gioranta, vittoria importante per la squadra di Castori che batte l'Udinese
FIORENTINA-LAZIO 1-3
46' Keita, 91' Milinkovic-Savic (L), 93' Roncaglia (F), 95' Anderson (L)
Parte forte la Fiorentina che inizia subito con il piede sull’acceleratore. Basta solo un minuto a Kalinic per arrivare davanti a Berisha, ma Mauricio ferma tutto. Il croato va giù, ma Rizzoli fa continuare. Ancora viola pericolosi su punizione con Mati Fernandez: il numero 99 della Lazio può solo seguire il pallone uscire di poco. Lazio in difficoltà nei primi minuti della partita, Fiorentina più veloce e coraggiosa. Viola che costruiscono, ma manca sempre l’ultimo passaggio. Keita mette paura al 20’ quando s’invola verso la difesa della Fiorentina, ma non basta alla Lazio per dire di averci provato. La squadra di Pioli cresce, ma quella di Sousa è brava a recuperare palloni, anche se davanti manca sempre qualcosa. Allora la Lazio risponde, sempre con Keita, il migliore della squadra di Pioli, che alla mezzora confeziona l’occasione migliore: Tatarusanu è bravo a respingere di ginocchio. Ancora la Lazio va vicinissima al gol con Milinkovic-Savic: colpo di testa del serbo, Tatarusanu resta a metà strada ed è Astori a salvare sulla linea. Poi la Lazio passa, con Keita che questa volta non sbaglia e su invito di Djordjevic, incrocia di destro in diagonale e spedisce il pallone in rete quando il primo tempo era praticamente chiuso. Doccia fredda per Sousa che non prendeva gol al Franchi dal 22 novembre (2-2 con l’Empoli).
Sousa e Pioli non cambiano uomini nella ripresa, ma è sempre la Lazio ad essere più intraprendente. La Fiorentina, in gol in 25 partite consecutive in serie A, al 13’ perde anche Badelj per infortunio. Al suo posto il portoghese rischia Ilicic, decisivo nelle ultime giornate, ma non al meglio della forma. Lampo viola al 18’: cross di Alonso per Mati Fernandez che di destro al volo manda alto. La Fiorentina prova ad accelerare per trovare il pareggio, anche con Rossi entrato al posto di Fernandez. Cresce poi il nervosismo, che parte da un contatto tra Mauricio e Kalinc a 10 minuti dalla fine. I viola provano in tutti i modi almeno a racimolare il punto, ma è la Lazio che ha l'occasione del raddoppio con Matri che calcia addosso a Tatarusanu ad una manciata di minuti dal 90’. Poi arriva il gol di Milinkovic-Savic che a luglio sbarcò a Firenze per firmare, ma poi si accasò proprio alla Lazio. Prima di mandare in archivio la partita arriva anche il gol di Roncaglia (papera di Berisha), ma Anderson scrive la parola fine addirittura al 95'.
La Fiorentina si ferma a 38 punti in classifica che valgono il momentaneo secondo posto in attesa delle partite di Napoli e Juventus che la seguono rispettivamente a 38 e 36 punti. Un regalo all’Inter, prima in classifica che domenica se la vedrà con il Sassuolo nell’anticipo di mezzogiorno. La Lazio aggancia l’Empoli a 27 punti.
CARPI-UDINESE 2-1
26' Pasciuti (C), 70' Lollo (C), 72' Duvan (U)
TABELLINO e PAGELLE
Il primo anticipo della 19.a giornata, l'ultima del girone di andata, premia un Carpi che contava soltanto una vittoria nelle ultime undici partite di campionato. La sfida con l'Udinese, reduce invece da ben quattro successi nelle ultime sei, rappresentava un'importante prova d'appello.
Sono tre punti pesantissimi quelli che gli emiliani sommano agli undici che avevano collezionato nelle prime 18 giornate, chiudendo il girone d'andata a quota 14. A una sola distanza dal Frosinone, che attende il Napoli di Higuain, e a -2 dal Genoa (ospite dell'Atalanta che non vuole lasciare per strada altri punti).
Le due squadre impiegano qualche minuto prima di regalare le prime emozioni agli spettatori: Belec e Karnezis con una parata a testa rompono il ghiaccio, ma la partita è sbloccata dalla rete di Lorenzo Pasciuti, che trovando il suo primo gol in Serie A entra nella storia. Nessuno aveva mai segnato con la stessa maglia in ogni categoria dalla Serie D alla A: lui ci è riuscito con il Carpi, battendo il record di Rubino, che da attaccante del Novara ha segnato dalla C2 alla A.
Sul risultato di 1-0 si va all'intervallo e a 5' dal rientro dagli spogliatoi Castori opera il primo cambio: è Bianco a chiedere la sostituizione per un problema fisico, al suo posto entra Lasagna. Insomma in una situazione di vantaggio esce un centrocampista per un attaccante: la squadra di casa conferma con questa mossa di voler fare la partita. Colantuono risponde con la mossa Di Natale, che rileva Perica.
Spregiudicato sulla carta, ma non è un bel gioco quello del Carpi. Sono tanti i palloni "spazzati" dalla difesa consentendo agli ospiti un numero di possessi che farebbe ben sperare qualsiasi allenatore (in questo caso Colantuono). Ma l'efficacia del Carpi è disarmante: al 70' un'azione dalla destra pesca Lasagna sul fondo, che è abilissimo a sfornare un assist al bacio per Lollo. La sua conclusione gela Karnezis: è il 2-0, anche per Lollo la prima gioia in Serie A.
Ma l'entusiasmo gioca brutti scherzi. La squadra di Castori perde la concentrazione e in meno di 120 secondi incassa il gol da Zapata, entrato tra le fila dell'Udinese sostituendo Widmer. Il suo diagonale supera Belec e la partita è riaperta. A meno di dieci minuti dal novantesimo Badu sfiora il gol del pareggio colpendo il palo di tacco, spalle alla porta.
Castori si gioca anche l'ultimo cambio per giocare con l'orologio, regalando il debutto in Serie A al neo-acquisto Suagher (mai impiegato dall'Atalanta), che si fa subito ammonire dimostrando per lo meno grande voglia di fare. I 4 minuti di recupero sono una lotta contro il tempo che il Carpi gestisce bene, conquistando il terzo successo della sua stagione.
Sconfitta che va stretta all'Udinese, ferma a 24 punti in classifica, una vera e propria boccata d'ossigeno per il Carpi, che nel girone di ritorno lotterà con i denti per una salvezza che non è affatto un miraggio. Specie se i nuovi arrivi del mercato di gennaio dovessero rispettare le aspettative.