Gliozzi: “Conquisto il Südtirol e poi mi riprendo il Sassuolo”

Calcio
Ettore Gliozzi, 20 anni, attaccante del Südtirol
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LA GIOVANE ITALIA. Attaccante nato a Siderno, è calcisticamente cresciuto nel Sassuolo: "E' la società di Serie A che in questo momento punta sul serio sui giovani". A suon di gol spera di poter riavere una chance con gli emiliani, ma l'Alto Adige lo ha stregato: "Qui un esempio di vivibilità"

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di Alfredo Alberico

Dalla Calabria al Südtirol, passando per l’Emilia Romagna. Come per molti, l’avventura nel pallone di Ettore Gliozzi comincia nella squadra del suo paese, Siderno (Reggio Calabria). Un percorso strano, però, che s’inceppa quasi subito quando la Reggina, che gli aveva messo gli occhi addosso, lo rispedisce a casa. “Colpa di un problema fisico, non crescevo e hanno scelto di non continuare con me. Allora sono tornato a Siderno per curarmi“, racconta l’attaccante oggi 20enne.  Un passaggio della sua storia che ricorda, con le dovute proporzioni, quella di Leo Messi; ma a differenza dell’argentino, il ragazzo calabrese non ha trovato la cantera di un grande club deciso ad investire con pazienza su di lui. Di pazienza, invece, ne ha avuta parecchia Ettore che, nomen omen, si sente un vero guerriero: “Sono stato sempre abituato a lottare, dentro e fuori dal campo, a partire dagli allenamenti. E’ così che poi è arrivata la chance con il Sassuolo. Un osservatore mi notò durante una partita con le giovanili del Siderno e…”.

E poi via verso l’Emilia, alla caccia di un obiettivo che oggi è molto più concreto grazie anche al passaggio, in prestito, al Sudtirol in Lega Pro: “Fatta tutta la trafila in neroverde fino alla Primavera, e dopo l’esperienza a Forlì, avevo bisogno e troppa voglia di giocare. A Forlì sono arrivato con un problema fisico (alle ginocchia), mentre qui a Bolzano ho trovato la forma migliore, l’ambiente e la tranquillità per  tornare a fare quello che so fare”. Segnare.

Sì, perché 8 gol in 17 partite con il Südtirol sono segno tangibile di un attaccante (punta centrale ma può giocare anche a sinistra) che si sta incamminando verso la piena maturità e guarda con ottimismo e un pizzico di giustificata ambizione a ciò che verrà: “Sono un giocatore di proprietà del Sassuolo e per tornare lì, in Serie A, devo lasciare il segno in questa stagione di Lega Pro”. E ci sta riuscendo a lasciare il segno Gliozzi, che inoltre considera il Sassuolo la realtà che più di altre in Italia ha fatto fruttare la cosiddetta “politica dei giovani”. L’attuale annata dei neroverdi è da incorniciare, ma lui non segue i suoi ex compagni con rimpianto o invidia: “Se vedoBerardi in campo, un amico che sento spesso e con il quale mi confronto spesso, non provo invidia ma gioia. Di Francesco è un allenatore che sa motivare i suoi giocatori e quest’anno lì davanti ha più di una volta cambiato gli interpreti. Spero di potermi giocare qualche possibilità anch’io con quella maglia. Mentirei a me stesso se lo negassi.  Se ho un altro sogno? Beh, sono interista…”.

Gliozzi si è ambientato alla grande in Alto Adige, cosa non scontata per uno che viene da una realtà completamente diversa: “Bolzano e tutta la regione sono un esempio di servizi che funzionano, pulizia e vivibilità. E’ fantastico giocare qui, senza quelle pressioni che possono essere a volte più un ostacolo che uno stimolo. Felice di una scelta che rifarei senza esitare”. Il calcio è il presente e sarà senza dubbio anche il futuro di Ettore Gliozzi: “Spero in una carriera lunga da calciatore. Difficilmente penso a cosa sarà dopo. Di certo non mi staccherò da questo mondo. Allenare? Non ne ho idea, ma per come sono fatto quel giorno sarò pronto a tutti”. Ettore è proprio un guerriero.