Gravina: "La mia Lega Pro, una casa di vetro. Sarà trasparente"

Calcio

Alfredo Alberico

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L'INTERVISTA. Due settimane dopo l'insediamento, il nuovo numero uno della Lega Pro spiega idee e strategie per rilanciare il campionato: "Puntiamo ad avere una Final Eight. I giovani? Sì alle seconde squadre di Serie A in Lega Pro". E sul calcioscommesse: "Lavoreremo sulla prevenzione con una task force

"Una casa di vetro, tanto da diventare trasparente agli occhi di tutti. Questa è la Lega Pro che voglio". Gabriele Gravina, due settimane dopo il suo insediamento, disegna così la Lega che verrà, quella che è stato chiamato a guidare e, il più possibile, a riformare.


Che situazione ha trovato?
"Per ora posso fare solo un bilancio sotto il profilo degli impegni, tanti, che andranno smaltiti nel corso dei prossimi mesi. Le problematiche sono diverse, ma affrontarle è e sarà emozionante e stimolante". 

La prima cosa da fare?
"Va modificato il modus operandi di questa Lega, dove si sono accumulati contenziosi e problemi delle gestioni precedenti. Una Lega addormentata, che ha perso popolarità e che ora deve ripartite con il coinvolgimento di tutte le componenti. Per questo diventa fondamentale il dialogo, a partire da quello con le società. Cosa che ho già iniziato a fare".

E come proverà a recuperare la popolarità della Lega Pro?
"Ad esempio con una Final Eight. Già da giugno 2017, al termine degli altri campionati, mi piacerebbe che la stagione venisse decisa con questa formula. Ne trarrebbe giovamento non solo la popolarità ma anche lo spettacolo".

Ha accennato al dialogo con le componenti di tutto il calcio italiano, a partire dalle società. Ci dà qualche dettaglio in più?
"Ho già incontrato diversi club, mostrando disponibilità e attenzione alle questioni che mi hanno posto. Il passo successivo è quello di favorire il confronto tra gli stessi dirigenti, che si conoscono poco. E' il primo passo per sentirci ed essere una parte integrante del sistema calcio, non un'entità a se stante".

Una bella grana è il calcioscommesse. Come agirete?
"Ci sono due aspetti da considerare in questa vicenda. Su quello delle indagini e dei controlli in ambito processuale ovviamente noi non possiamo fare nulla. Però non possiamo essere semplici osservatori, quindi abbiamo l'obbligo di agire in modo preventivo. E abbiamo intenzione di farlo costituendo una task force formata da sociologi, psicologi e istituzioni investigative. Occorrerà girare tra le società per spiegare ai ragazzi qual è la cultura che deve prevalere nel calcio. In sostanza, proveremo a creare degli anticorpi".

Si parla da sempre di "politica dei giovani" nel calcio. Si parla, appunto...
"Espressioni spesso abusate che non trovano costantemente riscontro nella realtà. Dalla prossima stagione vorrei un campionato con le seconde squadre dei club di Serie A. E le possibilità per farlo ci sono. Dobbiamo valorizzare i giovani, metterli nelle condizioni di esaltare le loro qualità e superando le regole sui limiti anagrafici. Quelle servono solo per avere i contributi".

Cosa c'è di vero sul ritorno alla denominazione "Serie C"?

"L'argomento è saltato fuori spontaneamente. Serie A, Serie B e Lega Pro. Suona male, no? Certo, a suo tempo gli esperti di marketing avranno fatto le loro considerazioni, ma sono un uomo di sostanza e ritengo che non sia il 'marchio' a fare la differenza. Quindi capisco certe esigenze, ma farò delle verifiche e vedremo. Ma sia chiaro, non è certo questa una delle nostre priorità".