Dopo tre decenni e mezzo nelle categorie inferiori, se si eccettua la parentesi, durata una stagione, di ritorno in B nel '92-'93, la squadra di Ferrara si riaffaccia nel calcio che conta. Stagione da urlo e promozione arrivata a tre giornate dal termine
Negli anni Cinquanta e Sessanta è stata una presenza fissa in serie A, vera fucina di giovani talenti. Poi un lunghissimo periodo buio culminato, quattro anni fa, con la ripartenza dei dilettanti. Con il pareggio casalingo 1-1 contro l'Arezzo al termine di un campionato di LegaPro dominato, la Spal torna in serie B: mancava dalla cadetteria da 23 anni.
Guidata dall'ex allenatore della primavera della Fiorentina Leonardo Semplici, al suo debutto fra i grandi, la Spal (acronimo di Società polisportiva Ars et labor, fondata nel 1907 da un prete salesiano che scelse i colori bianco e azzurro in omaggio allo stemma della congregazione) non ha avuto avversari nel girone B della terza serie ed ha conquistato la storica promozione con due giornate di anticipo.
Il salto di categoria ha risvegliato la passione in una città che, comunque, è rimasta sempre vicina ed affezionata ai colori spallini anche nei lunghissimi anni di purgatorio. Retrocessa in Serie C nel 1981-82, la Spal ha navigato per tre decenni e mezzo nelle categorie inferiori, se si eccettua la parentesi, durata una sola stagione, di ritorno in serie B nel 92-93.
Con il ritorno in B la società vuole assicurare un futuro meno buio alla gloriosa Spal: sono già pronti i lavori per l'adeguamento dello stadio. Magari non per rinverdire i fasti di mezzo secolo fa, quando la Spal centrò un quinto posto, una finale di Coppa Italia, lanciò Armando Picchi, Fabio Capello e Albertino Bigon, ma quantomeno per riportare una storia importante al suo posto nel calcio che conta.