Milan, è crisi totale: sotto accusa la recente gestione del club
CalcioLa sconfitta nella 35.a giornata contro il Verona rimette in discussione l'Europa e le poche certezze rimaste a Milanello. Dalla rosa ai social, l'immagine dei rossoneri è in frantumi
Il rischio di avvolgere con una patina opaca 25 anni di perfetta gestione c'è. Ed è una sensazione nuova per Silvio Berlusconi, dopo quasi un trentennio di gioie. La gestione ultima del club è stata fallimentare, da ogni punto di vista. Gestione societaria, gestione tecnica, gestione ambientale. Il Milan sta sfuggendo di mano. Troppo semplice dire oggi che sia colpa di Brocchi, ieri di Mihajlovic, Inzaghi, Seedorf e Allegri. Perchè se il Milan era di Berlusconi quando trionfava nel mondo, resta di Berlusconi anche adesso che fa flop. Quel senso di disorientamento che filtra guardando questo Milan, è reale. E si articola nei diversi segmenti che ne compongono l'immagine.
CRISI SOCIETARIA
L'apertura a nuovi investitori non basta. Serve definire, serve decidere se cedere o meno, senza giri di parole. E farlo con estrema chiarezza. Cinesi o thailandesi non conta. Serve rifondare, azzerando anche le gerarchie volute da Berlusconi qualche anno fa quando, dividendo tra Galliani e la figlia Barbara le responsabilità, impose una pace che non spazzò via quelle piccole battaglie interne che hanno logorato il club.
CRISI TECNICA
Cambiare pochi allenatori in 27 anni è stata l'arma di Berlusconi. Cambiarne 5 negli ultimi 25 mesi è stato l'handicap più grande. Un segno di debolezza, per certi versi sorprendente, che si è fatalmente trasformato in un gioco di responsabilità che ha coinvolto allenatori, giovani o meno giovani, comunque tutti alla prima chiamata in un grande club. E per questo inesperti, e per questo impossibilitati a dire 'no, grazie'.
CRISI ROSA
Troppo ottimistico pensare che 80 milioni di euro spesi la scorsa estate risolvessero anni pieni zeppi di addii illustri e cessioni dolorose. La rosa di questo Milan tutto sommato rispecchia la sua classifica. Posizione più, posizione meno. Dire di voler arrivare in Champions League da tre anni, senza il supporto di un organico all'altezza, alza le aspettative rendendo più brucianti le cadute.
CRISI SOCIAL
Il benvenuto a Brocchi Berlusconi lo ha fatto per la prima volta via social, aprendo un dialogo immaginario con la gente che tifa Milan. E quella gente che già non vedeva bene l'esonero di Mihajlovic, oggi (via social) attacca Berlusconi come non aveva mai fatto prima. Senza filtri, senza freni. Quando la palla rotola, si porta via tutto. Anche la gratitudine. E il respiro del Milan è fatto sì, di trionfi indimenticabili, ma anche di voglia di futuro.