Boban: dramma Milan senza speranza, Brocchi non doveva accettare

Calcio
AC Milan's forward from Italy Mario Balotelli reacts after he fails to score a penalty during the Italian Serie A football match AC Milan vs Frosinone at "San Siro" Stadium in Milan on May 1, 2016.   / AFP / GIUSEPPE CACACE        (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)

Impietoso, l'ex campione rossonero ne ha per tutti. "L'allenatore ha trovato una situazione più grande di lui. Berlusconi? E' stato straordinario, ma la sua epoca è finita. Galliani? Colpevole anche lui. E assurdo che Paolo Maldini non abbia un ruolo"

"Segnali positivi? Nessuno". Zvonimir Boban, ospite di Radio anch'io Sport, non vede nulla da salvare nella stagione rossonera. "Se con il Frosinone è positivo essere sotto di due gol e pareggiare grazie a due rigori strani... va bene la reazione, ma sinceramente non vedo nulla di positivo". L'ex grande centrocampista del Milan è severo anche con il tecnico Cristian Brocchi, pure se con attenuanti. "Quella di Brocchi è una missione difficilissima, succede a un allenatore che non stava facendo male, che con il 4-4-2 aveva trovato una logica di gioco. Brocchi non avrebbe dovuto nemmeno accettare questo ruolo, però lo capisco. Ha pochissime colpe, solo di non aver capito che era una storia troppo grande per lui".

"Se alziamo lo sguardo sulla stagione complessiva vediamo che si sta consumando un dramma, per un Milan che sta finendo così in basso come non gli capitava da 30 anni" è il giudizio impietoso di Boban. Duro anche su Silvio Berlusconi: "La sua era è finita da anni. E' stato un presidente fantastico. Ha insegnato a tutti come si organizza una società moderna. Ora purtroppo è tutto l'opposto: regna la confusione totale, con ruoli indefiniti, addirittura doppi. Si vedono tante cose non da Berlusconi. Avrebbe dovuto cambiare rotta da tempo, per proteggere la sua storia nel Milan".

Se Boban fosse chiamato a scegliere l'allenatore per il prossimo anno non avrebbe dubbi. "Io prenderei Diego Simeone, ma Mihajlovic è un piccolo Simeone". La parola d'ordine del tecnico argentino è "ordine, anche con una certa aggressività, ma per essere sempre al centro di ogni decisione. Solo così si può riprendere il filo di una logica che al momento manca completamente".

Le responsabilità vanno divise con i vertici, a cominciare da Adriano Galliani, "un dirigente straordinario. Che però da anni non ha più dalla sua la forza e l'appoggio, anche economico, di Berlusconi. Nemmeno lui ha capito che avrebbe dovuto proteggere il proprio operato. Andato via Ariedo Braida gli è mancata una spalla tecnica importante. Galliani in quel settore non ha la stessa abilità che ha da manager". Il grande rammarico dell'ex campione croato è che Paolo Maldini non abbia un ruolo societario: "Non vederlo nel Milan è peggio che assurdo. Ma a loro dovrebbe dispiacere molto più che a me".