Esclusiva, Agnelli: "Stile Juve è vincere"

Calcio
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Il presidente bianconero si è raccontato a Sky Sport, nello speciale "90 minuti con...#AgnelliRisponde”, parlando a 360° della Juventus, quella del passato, del presente e del futuro ("sul mercato per non perdere terreno dalle grandi realtà europee")

Nel calcio italiano si deve innovare-  "La sfida dei prossimi 3-5 anni per il calcio italiano sarà come non perdere ulteriore terreno in Europa. Dobbiamo smettere di pensare a proteggere e porsi l'obiettivo di innovare. Dobbiamo capire - ha aggiunto - quale è il modello che il calcio italiano si vuole dare, quale la mission da affidare alle squadre principali, quale il piano per essere competitivi". Quanto alla Juventus, "è ben impostata per reggere le sfide dei prossimi 2-3 e i nostri piani triennali hanno sempre rispettato gli obiettivi. Però dobbiamo vedere cosa succede nel calcio italiano ed europeo nei prossimi anni, per capire dove essere competitivi".

 

Abbiamo il 63% del club e non cediamo - "Se arrivassero offerte per il brand e lo stadio? Se non c'è la volontà... Abbiamo il 63% della Juventus e non intendiamo cederlo". Così il presidente della Juventus. "Nel calcio italiano c'e' poco da proteggere: dobbiamo, piuttosto, puntare a innovare - spiega il numero uno dei bianconeri - Dobbiamo portare i campioni in Italia, e per farlo dobbiamo dare le risorse a chi può attrarre quei campioni. Il mio auspicio è di tornare a vedere una Serie A che sia il luogo principale per far calcio". Sui capitali stranieri in Italia: "C'e' una grandissima comunione di visione con Saputo e Pallotta per lo sviluppo del calcio italiano: maggiore è la concorrenza e maggiore è lo stimolo a fare il meglio". Una battuta sul mercato: "Offerte per Pogba? Bisogna chiedere a Marotta...".

 

Su mercato per non perdere terreno da big -"La cosa migliore è come è iniziata l'annata e come è finita. Abbiamo iniziato con un trofeo in Cina (la Supercoppa Italiana) e finito con un altro a Roma (la Tim Cup). La parte più difficile è stata tra fine settembre e inizio novembre, è stato un periodo sfidante che ci ha dato la dimostrazione di come la compattezza e l'unione di intenti fanno la differenza. Negli ultimi cinque-sei anni abbiamo fatto una vera operazione di turn-around gestionale e finanziario in società- sottolinea il numero uno dei bianconeri - La Juventus è ben impostata per i prossimi due-tre anni, poi capiremo cosa succederà nel calcio italiano e europeo. E sul mercato dobbiamo porci obiettivi raggiungibili, senza perdere terreno dalle grandi realtà europee".


Stile Juve esiste, è vincere- "Esiste ancora lo stile Juve? Lo stile Juve è vincere, quindi si, esiste ancora. Sul Financial Fair Play, così come introdotto in Italia, ho sempre avuto e ho tuttora una serie di perplessità – ha aggiunto il numero uno del club bianconero - Il campionato Primavera? Non è abbastanza competitivo per formare giovani calciatori, meglio le Squadre B. E' nostro interesse far crescere il calcio italiano: più cresce, più cresce la Juventus. La sudditanza degli arbitri verso la nostra squadra? E' un clichè, lo hanno detto di tutte le squadre che vincevano".

 

Sturaro merita l’azzurro - "Sorpreso da Sturaro agli Europei? E’ un ragazzo che merita di far parte della Nazionale. E' uno tosto, mi piace...". Lo ha detto il presidente della Juventus in merito alla lista degli azzurri per gli Europei di  Francia. "Non ho mai pensato ad una Juve senza l'ossatura italiana. Noi crediamo sia fondamentale mantenere quella base di 7-8-9 giocatori italiani perché, al di là dell'identità, sono quei giocatori che percepiscono le reazioni della gente e che veramente capiscono  cosa significhi vincere, pareggiare o perdere".

 

Giusto non dare Bonucci alla Nazionale - "Per completezza della rosa, questa è la Juventus più forte degli ultimi sei anni". Poi l’argomento si sposta sul ct azzurro. "Con Conte ho un ottimo rapporto, ai tempi della squalifica l'ho difeso dal primissimo minuto - ricorda il numero uno del club bianconero - Abbiamo fatto sei mesi senza allenatore, sfido chiunque altro a riuscirci". Agnelli torna poi sulla mancata 'concessione' di Bonucci alla Nazionale per lo stage: "Nessun galateo, un conto è allenarsi con Bonucci, un altro contro un ragazzino della primavera. Questo ha un valore, non si può pensare che la settimana non conti nulla, la domenica è il frutto della settimana. Oltre al fatto che Leo, per carisma e personalità, è un grandissimo uomo spogliatoio. Per far cosa, poi, tre giorni di test fisici? Sono cose che non capisco".