AMARCORD. Mentre la Francia si prepara per una nuova finale, agli Azzurri non resta che il bel ricordo del 9 luglio 2006, quando i Bleus si arresero dal dischetto alla squadra di Lippi. Dopo che Zidane aveva perso la testa
Per una volta partiamo dalla fine. Da quell’immagine che ritrae Fabio Grosso in primo piano, pochi attimi prima di calciare il rigore che consegnerà il Mondiale all’Italia. L’ultimo rigore di una finale Mondiale: riuscite a immaginare una situazione sportiva con un grado di tensione superiore? Eppure, l’eroe della semifinale contro la Germania e dell’ottavo con l’Australia (o se preferite “l’uomo dell’ultimo minuto”, come lo ribattezzò Lippi mentre gli affidava l’ultimo dei 5 tiri dal dischetto), è apparentemente rilassato.
Il linguaggio della lingua - Sistema il pallone, guarda l’arbitro. Ha gli occhi che brillano, non quelli “della paura” che tante volte accompagnano i rigoristi sul dischetto. Tira fuori la lingua, ma solo per un attimo: un misto di impazienza (come se si stesse già leccando i baffi) e di voglia di tenere a bada quel sentimento (come se volesse immediatamente mordersela per aver soltanto osato pensare a una cosa tanto bella). C’è ancora un rigore da segnare. Poi la rincorsa, con gli italiani in apnea e gli sguardi di tutto il mondo su di lui. Il sinistro forte a incrociare che gonfia la rete, Barthez spiazzato che crolla su un ginocchio: Italia campione del mondo.
Eroi senza tempo - Era il 9 luglio 2006: ebbene sì, sono passati 10 anni. Forse non ci sembra possibile perché 10 anni dopo Buffon para ancora come allora e Zidane, che con quella partita chiudeva la sua carriera da giocatore, ha appena iniziato ad allenare (vincendo subito una Champions). Storie di fenomeni in grado di distorcere la percezione del tempo. Noi esseri umani intanto siamo invecchiati, siamo cresciuti, di 10 anni.
E ci ritroviamo a celebrare il nostro anniversario con la consapevolezza che, senza i maledetti rigori (ma quanto furono benedetti, invece, 10 anni fa!), oggi magari sarebbe la vigilia di un nuovo trionfo. Stavolta però niente po-po-po-po-pò: 10 anni dopo è l’ora del geyser-sound.
Grosso corre pazzo di gioia dopo aver segnato il rigore decisivo. Tra quelli che lo rincorrono, due giocatori presenti anche a Euro 2016 (Foto Getty)