LA FOTOGALLERY. C'è chi dice no, come Paolo Maldini. Ma il calcio è anche ricco di casi in cui giocatori-simbolo di un club, al termine della carriera, passano dietro alla scrivania e diventano dirigenti di alto livello. Vere e proprie bandiere in giacca e cravatta
Dal campo alla scrivania, il passo è spesso breve. Addirittura fulminea la carriera dirigenziale di Javier Zanetti, oggi vicepresidente dell’Inter, carica che riveste dal 2014, quando venne nominato da Erick Thohir -
Maldini dice no: "Non vedo un team vincente"
Nel caso di Zanetti si può parlare di vera e propria bandiera. Diciannove stagioni in Italia con una sola maglia, quella nerazzurra, per un totale di 858 presenze (nessuno come lui nella storia dell’Inter per numero di partite giocate e di trofei vinti). La sua maglia, la numero 4 è stata ritirata dopo il suo addio al calcio giocato, nel 2014, a 40 anni -
Maldini dice no: "Non vedo un team vincente"
Anche la Juventus ha fatto rientrare nella sua dirigenza un grande ex: Pavel Nedved è entrato come consigliere d’amministrazione nel 2010 e nell’ottobre 2015 è diventato vicepresidente del club -
Maldini dice no: "Non vedo un team vincente"
Da giocatore, Nedved ha giocato nella Juventus dal 2001 al 2009, vincendo due scudetti e segnando 65 gol in 327 partite. In 8 stagioni, compresa quella giocata in Serie B, ha conquistato i tifosi bianconeri -
Maldini dice no: "Non vedo un team vincente"
Tornando ai cugini nerazzurri, Francesco Toldo è entrato nella dirigenza dopo il suo ritiro, nel 2010. Oggi si occupa dei progetti legati a Inter Campus e Inter Forever. Anche Luis Figo, appesi gli scarpini al chiodo nel 2009, ha lavorato dietro a una scrivania per il club nerazzurro, in qualità di consigliere e ambasciatore. Nel gennaio 2015 si è anche candidato alla presidenza della Fifa (per sostituire Blatter), ritirandosi dalla corsa a maggio
Con 66 gol in 4 stagioni, l'attaccante romano è entrato nel cuore dei bolognesi; sentimento ricambiato, come si è visto il giorno del suo addio al club rossoblu. Due stagioni in MLS e il ritorno in giacca e cravatta, voluto dalla nuova proprietà americana
All’estero il rapporto tra Bayern Monaco e Rummenigge è solidissimo; l’ex attaccante tedesco è amministratore delegato del club dal 2002
In Italia l’abbiamo visto con le maglie di Ascoli, Udinese, Milan e Chievo. Con la Nazionale, 70 presenze e 37 gol, tra i quali la doppietta decisiva per conquistare l’Europeo del 1996
Altra bandiera rimasta nel club di appartenenza dopo aver chiuso la carriera da giocatore è Emilio Butragueño. Entrato nella dirigenza del Real Madrid nel 2001, El Buitre diventa direttore generale nel 2004 e poi vicepresidente. Si dimette nel 2006 con l’avvento di Calderon alla presidenza, per poi rientrare nel 2009 con l’incarico di direttore delle relazioni istituzionali
Sulla sponda blaugrana si è formato invece Txiki Beguiristain, che dal 2003 al 2009 è stato direttore sportivo del Barcellona che lanciò Pep Guardiola. Nel 2012 lascia il club catalano e insieme a Ferran Soriano approda al Manchester City. Oggi è direttore generale dei Citizens e ha ritrovato Guardiola
Da giocatore, Beguiristain ha legato il proprio nome al Barça, giocando nelle squadra allenata da Cruijff dal 1988 al 1995. Quattro campionati, Coppa dei Campioni, Supercoppa Europea e Coppa delle Coppe nel suo palmares in blaugrana
Giocatore e persona di grande intelligenza, cultura e spessore umano: era abbastanza naturale che Manuel Rui Costa diventasse un grande dirigente. Ha scelto di dedicarsi al Benfica, la squadra del suo cuore: nel maggio 2008 la sua ultima partita da giocatore, il ritiro dal calcio giocato e pochi giorni dopo la nomina a direttore sportivo del club
Inizio e fine carriera, per Rui Costa, al Benfica: scoperto da Eusebio, entra nelle giovanili del club a 9 anni, nel 1982, e lo lascia quando ormai la sua stella è lucente, nel 1994, per approdare alla Fiorentina. Sette anni in viola, 5 al Milan e poi il ritorno a casa, per altre due stagioni al Benfica
Non si può certo dire una bandiera del club per il quale lavora Patrick Kluivert, direttore sportivo del Psg dal 14 luglio 2016
L’olandese, dopo il ritiro e una carriera da attaccante di ottimo livello, ha provato anche ad allenare: è stato vice di Van Gaal all’AZ e suo assistente in Nazionale, poi Ct della Nazionale di calcio di Curaçao. Nel 2016 il ritorno all’Ajax, club in cui è cresciuto, fino alla chiamata del Psg
Ex centrocampista, capitano e bandiera del club, Zorc ha giocato con i gialloneri dal 1981 al 1998, collezionando 463 presenze (record per il club) e vincendo Champions e Intercontinentale
Una carriera, o meglio una vita, interamente dedicata al Werder Brema. Marco Bode ha vestito un’unica maglia, da giocatore, quella verde del club tedesco: poi, lasciato il calcio giocato, è entrato nella dirigenza e oggi è direttore del comitato direttivo
Da giocatore (ex attaccante), l’ingresso nelle giovanili del Werder Brema nel 1988 e la causa sposata fino al 2002 (379 presenze e 101 gol). Tra i momenti impossibili da dimenticare la vittoria del campionato nel 1993, oltre a tre Coppe di Germania, una Coppa delle Coppe, due Supercoppe nazionali
Nell’organigramma del Bayern Monaco si occupa di relazioni pubbliche, rivestendo il ruolo di responsabile marketing e management: Paul Breitner è rimasto così legato alla squadra in cui ha giocato per parecchi anni in due momenti differenti della sua carriera
Dal 1970 al 1974 la prima esperienza, giovanissimo, nel club bavarese, vincendo tre campionati di fila e la Coppa dei Campioni. Gioca oltre 100 partite prima di passare al Real Madrid e poi, per una stagione, all'Eintracht Braunschweig. Nel 1978 il ritorno al Bayern per altre 5 stagioni, contribuendo da vero leader alla rinascita del club che nel frattempo aveva attraversato un periodo buio. Arrivano altri due titoli nazionali e 66 gol in 146 partite. Dopo il ritiro fa anche l’osservatore e l’ambasciatore del club
Tre stagioni, dal ’90 al ’93, da attaccante del Werder: non si può chiamare esattamente bandiera. Molto più lunga la militanza nella dirigenza del club, iniziata nel ‘99
Un ruolo a metà tra campo e scrivania per Littbarski al Wolfsburg: dopo essere stato vice-allenatore della squadra è diventato responsabile degli osservatori del club
Oltre 200 presenze con i Gunners, da giocatore: entra in squadra, nelle giovanili, tredicenne e a 17 anni firma il primo contratto da professionista. Dopo 7 stagioni, l’avventura in Italia (Juventus, Sampdoria, Inter, Ascoli) e il ritorno in Inghilterra al West Ham
Stesso ruolo, ma al Manchester United, per Nicky Butt, responsabile del settore giovanile dei Red Devils dal 2014, dopo l’esperienza da allenatore dell’Under 18 del club
Da giocatore ha segnato un’era con lo United, giocando per 12 stagioni e vincendo tutto il possibile sotto la guida di Alex Ferguson