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Özil ricorda: "Quando Mou mi chiamò vigliacco"

Calcio

Nell'autobiografia in uscita, il trequartista di Arsenal e nazionale tedesca rivela un episodio che l'ha visto contrapposto allo Special One: "Una volta mi ha davvero offeso, ma lo ritengo un grande allenatore..."

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O lo ami, o lo odi José Mourinho. Ci sono suoi ex calciatori che rivelano ancora oggi, l’assoluta fedeltà al condottiero di Setubal ricordando momenti fantastici: basti pensare agli eroi del Triplete dell’Inter. Negli ultimi anni, però, c’è chi ha vissuto con lui avvenimenti non molto belli. Nella sua autobiografia in uscita, la star dell’Arsenal e della nazionale tedesca ha parlato anche di una "chicca" ripresa dai siti di tutto il mondo.

Quella volta con Mou - In un’intervista rilasciata alla Bild, lo stesso fantasista dei Gunners ha anticipato la parte legata a un avvenimento vissuto con lo Special One: "Una volta mi ha davvero offeso - ha spiegato -. Mi ha umiliato chiamandomi vigliacco davanti agli altri compagni". Dopo un allenamento, poco soddisfatto della sua prestazione, Özil era rientrato negli spogliatoi lanciando una maglia sul pavimento. L’episodio, José Mourinho non lo apprezzò per niente. "Mi disse - ricorda ancora il tedesco - 'tu pensi che due passaggi siano abbastanza. Credi di essere così bravo che dare solo il 50% di quello che potresti sia ok'. Poi - ha aggiunto Özil - aspettò in silenzio cercando una mia reazione, mi stava provocando. Ma io non sapevo cosa dire". 

"La doccia" - A quel punto Mou ha continuato: "Ora mollerai? Sei un vigliacco. Cosa vuoi, andarti a fare una doccia calda? Pettinarti i capelli e restare solo? O vuoi mostrare ai tuoi compagni e ai tifosi cosa sei capace di fare?". Un affronto che il tedesco ancora ricorda: "Mi sentii così umiliato che decisi per la doccia, ma oggi non farei così. E ritengo Mou un grande allenatore".

Le offerte del passato - Nelle anticipazioni, Özil ha parlato anche delle squadre che lo cercarono nel 2010 (Arsenal, Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid): "Con il mio agente decidemmo di trattare col Barça, Guardiola decise di non incontrarmi, e non si fece nemmeno sentire nei giorni seguenti. Per questo andai a Madrid".