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Accadde oggi, Europei 2004: l'Italia e quel "biscotto" mai dimenticato

Calcio

Gianluca Maggiacomo

Le immagini simbolo della disfatta italiana a Euro 2004

Il 22 giugno del 2004 in Portogallo gli Azzurri di Trapattoni vengono eliminati nella fase a gironi dopo il discusso pari tra Danimarca e Svezia. Polemiche a non finire, anche se Buffon e compagni disputarono un torneo ben al di sotto delle attese

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Per gli italiani è e resterà per sempre l’Europeo del “biscotto”. Quello in cui gli Azzurri se ne sono tornati a casa dopo il discusso 2-2 tra Danimarca e Svezia. Una partita che ha sempre tormentato i sonni dei giocatori e dei tifosi della Nazionale. Perché, per molti, sembrava tutto scritto sin dalla vigilia in un crescendo di presagi anti-italiani. Pensieri e congetture ad animare l’attesa. Dubbi e sospetti. Poi la gara, nella giornata di oggi di 13 anni fa. Novanta minuti per vedere il più oscuro dei pronostici realizzarsi con puntualità. Danimarca e Svezia avanti, l’Italia sull’aereo per tornarsene a casa. Un epilogo che puzzava . Zero prove. Niente di dimostrabile. Ma tanti, tanti punti interrogativi. Che ormai fanno parte della storia.

 

Buoni propositi

Il luogo in cui il presunto “biscotto” è stato impastato, cotto e mangiato con gusto è il Portogallo. È qui che nel 2004 va in scena l’Europeo. I padroni di casa, che schieravano in contemporanea Figo e un giovanissimo Cristiano Ronaldo, partono come favoriti. Ma non sono gli unici ad aspirare alla vittoria finale che poi andrà alla sorprendente Grecia. Al titolo, ovviamente, guarda pure l’Italia. Il ct Giovanni Trapattoni, dopo la cocente delusione dei Mondiali del 2002 giocati in Corea-Giappone, vuol prendersi la rivincita e tentare di portare a casa quell’Europeo che manca dal 1968. Il clima intorno all’Italia è positivo. Nella fase di qualificazione gli Azzurri sono andati bene. Nell’ambiente c’è ottimismo. Che aumenta in sede di sorteggi. Con gli Azzurri, nel Girone C, ci sono la Danimarca, la Svezia e la Bulgaria. Tutto alla portata. Secondo tanti, l’Italia era destinata a passare come prima ai quarti, mentre l’altro posto libero se lo sarebbero giocato danesi e svedesi, con i bulgari a fare da semplice presenza in pieno spirito decubertiano.

 

Male la prima...

Tutto facile? Ma nemmeno per sogno. Il campo darà una bella sveglia ai sonni e ai sogni degli Azzurri. L’Italia ha in rosa gente tosta, come Buffon, Nesta, Cannavaro, Panucci, Gattuso, Pirlo, Vieri, Del Piero, Totti e Cassano. Ma ciò non basta per star tranquilli. L’esordio contro la Danimarca è un mezzo flop. Finisce con un incolore 0-0 e, soprattutto, con la squalifica di tre turni a Totti per lo sputo nei confronti di Christian Poulsen ripreso e trasmesso dalle tv danesi.

 

...peggio la seconda

Alla seconda giornata gli Azzurri incontrano la Svezia. E anche qui è la stessa musica. Prova scialba e poco convincente. Italia avanti con Cassano, ma all’85’ Zlatan Ibrahimovic, 22 anni e di lì a poco nuovo attaccante della Juventus, agguanta il pari con un colpo di tacco da stropicciarsi gli occhi. L’Italia in due partite ha racimolato la miseria di 2 punti ed ha appena un gol all’attivo. E con questi numeri, "biscotto" o meno, è difficile sostenere che il proprio destino non lo abbiano deciso gli Azzurri stessi con prestazioni al di sotto degli standard. A comandare il girone sono Svezia e Danimarca con 4 punti a testa.

 

Tutto in una gara

A novanta minuti dalla fine della fase a gironi, nulla è deciso. Le sentenze saranno emesse all’ultima giornata. Lo scenario era questo: gli Azzurri, per passare il turno come seconda, dovevano vincere contro la Bulgaria del giovane Dimitar Berbatov e sperare che Danimarca-Svezia non finisse 2-2, perché, in questo caso, sarebbero state le due nazionali nord europee ad andar avanti. Insomma, tutti i risultati, tranne questo. Perché sarebbe stato quello che avrebbe tagliato le gambe agli Azzurri e gli avrebbe rispediti a casa. Italia-Bulgaria e Danimarca-Svezia si giocano in contemporanea. La prima Guimaraes, la seconda a Oporto, a circa 60 chilometri di distanza l’una dall’altra.

 

L'attesa

I quattro giorni che portano all’ultima partita del gruppo sono infuocati. Si passa da una dichiarazione al vetriolo all’altra. Da un sospetto ad uno sfottò. Calcoli e speranze. In un crescendo costante. Ed è in questa lunga ed estenuante attesa che si sente parlare per la prima volta di “biscotto”. Gli italiani, ovviamente, evocano la combine come un incubo. I tifosi danesi e svedesi con il sorriso ben stampato sulle labbra perché non gli sembra vero di avere il destino degli Azzurri nelle proprie mani. Prima e durante la partita, ad Oporto tanti tifosi hanno scritto sulle guance e sugli striscioni il risultato che più gradirebbero. Che, manco a dirlo, è il 2-2 ammazza-Italia. Mai come in questo momento, Svezia e Danimarca, spesso nemiche in campo, sono unite dall’obiettivo di fare lo sgambetto agli Azzurri.

 

Ma è ovvio che ci metteremo d’accordo

A partecipare alla disputa “biscotto sì” “biscotto no”, anche alcuni giocatori. Ad alimentare i sospetti arriva Gennaro Gattuso, che dichiara alla Gazzetta dello Sport che avrebbe voluto «50 telecamere» a sorvegliare Danimarca-Svezia. Alex Del Piero, però, pensa positivo e cerca di smorzare gli animi: «Il 2-2 sarebbe sporco, sarebbe indecoroso e non è neanche così facile da combinare. Per me è impensabile. Finirà che noi si vince e loro faranno 0-0». Alla schermaglia della vigilia prende parte anche il ct danese, Morten Olsen, che, stanco delle polemiche, ammette ironicamente: «Ma è ovvio che ci metteremo d’accordo».

 

Gli ultimi 90' Azzurri

E arriviamo alle gare. 22 giugno 2004, ore 19:45. A Guimaraes e ad Oporto, cominciano Italia-Bulgaria e Danimarca-Svezia. Il Trap si gioca la permanenza agli Europei senza Totti e Cannavaro, squalificati, e con Bernardo Corradi al posto di Vieri, con Bobone in panca. Gli Azzurri, malgrado sulla carta siano superiori, non riescono a prendere il sopravvento sugli avversari. Sono tesi, sentono la pressione. D’altra parte la gara è da dentro o fuori. Intanto ad Oporto il match è bello e vivace. Il milanista Jon Dahl Tomasson, al 28’, porta in vantaggio la Danimarca. Al 47’, su rigore, la Svezia pareggia con Henrick Larsson e, quasi contemporaneamente, segna pure la Bulgaria con Martin Petrov, anche lui dagli undici metri. L’Italia sembra spacciata. A ridare speranza agli Azzurri, al 48’, arriva il gol di Simone Perrotta. I due pari, però, non sono sufficienti al Trap per andare avanti. Al 66‘ sempre Tomasson porta di nuovo avanti la Danimarca. L’Italia, però, deve vincere. Il forcing aumenta, la Bulgaria è alle corde, ma il gol del sorpasso non  arriva. Ad andare in rete, invece, ci pensa la Svezia. È l’89’, il portiere della Danimarca Thomas Sorensen non trattiene un cross del futuro romanista Christian Wilhelmsson e dà all’attaccante svedese Mattias Jonson la palla del pareggio e della qualificazione. Eccolo qui: 2-2. L’incubo che si materializza. L’impossibile che si trasforma in realtà. E che farà diventare inutile il gol-vittoria di Cassano al 94’. Tra le immagini di quella sera resta la corsa felice e sfrenata di Fantantonio dopo la rete, convinto di aver portato l’Italia ai quarti, e poi la frenata brusca e disperata in mezzo al campo, quando dalla panchina gli dicono che Danimarca e Svezia sono sul famigerato 2-2. Il post-gara è un mix di delusione e recriminazioni. Gli Azzurri in campo si abbracciano e cercano di consolarsi a vicenda. Cassano piange, non riesce a darsi pace. Gianluca Zambrotta tenta di tirarlo su: invano. Buffon a caldo tuona: “Qualcuno dovrebbe vergognarsi e non siamo noi”. Contemporaneamente, in Italia, partono i processi. Sul banco degli imputati finiscono allenatore, squadra e, in particolare, Franco Carraro, il presidente della Figc. Sono tutti contro il numero uno della Federazione. Anche i politici: destra e sinistra, senza distinzione, chiedono le sue dimissioni. Ma lui resterà al suo posto fino al 2006, quando arriverà Calciopoli.

 

"Spaghetties are out"

Per i tifosi azzurri, allo stadio o seduti sui divani di casa, l’eliminazione è una batosta. Un colpo duro da digerire perché c’è la sensazione di esser stati fregati. I fan di Danimarca e Svezia, invece, fanno festa. Cori per le loro nazionali e contro l’Italia. Abbracci bipartisan, fiumi di birra e striscioni di sfottò contro gli Azzurri. Uno recita: “2-2 and the spaghetties are out”.  Un altro, su tinte giallo blu dice: “2-2. Ciao Italia”.

 

Quelle chiacchiere pre-gara

Quasi un mese dopo quel 22 giugno 2004, ad alimentare rimorsi e rabbia degli Azzurri ci pensa il quotidiano svedese Offside. Il giornale, con un’inchiesta ripresa poi da diversi quotidiani europei, tra cui il Corriere della Sera, rivela delle conversazioni tra i giocatori di Svezia e Danimarca prima del match. Si parla di uno scambio di battute tra lo svedese Erik Edman, ex meteora del Torino, e il danese Niclas Jensen. Racconta Offside che il primo avrebbe detto: «Pensi che dovremmo fare un bel 2 a 2?». E il secondo: «Sì, forse potremmo». Ancora Edman: «Allora fateci fare gol per primi». Poi Jensen si allontana, ridendo. Battute? Goliardia? Chissà. Intanto il "biscotto", come tanti lo continuano a chiamare, era servito. Un dolcetto indigesto, ma comunque da mandar giù.