Trezeguet spacca l’Italia: golden-gol targato Juve
CalcioEra il 2 luglio del 2000: un golden-gol del giovane attaccante francese spezzava il sogno Azzurro nella finale dell'Europeo. Si consolano, in parte, solo gli juventini: il "giustiziere" dell'Italia aveva firmato con il club bianconero proprio 6 giorni prima
Gli bastò un tiro per spaccare l’Italia in due. E non solo la Nazionale allenata da Zoff, piegata il 2 luglio del 2000 dal suo golden-gol che diede l’Europeo alla Francia, al termine di una finale che gli Azzurri avevano avuto in pugno per 93 minuti. Il conflitto più grosso, David Trezeguet lo creò nell’animo dei tifosi juventini, che nel preciso istante in cui quella frecciata trafiggeva Toldo e milioni di cuori, piangevano patriotticamente, ma in fondo potevano rallegrarsi del fatto che la loro squadra si fosse assicurata appena 6 giorni prima il giustiziere dell’Italia. Per tutti gli altri tifosi, beh, un motivo in più per guardare in cagnesco la Signora.
Sono passati 17 anni da quel 2 luglio – 17 come il numero che Trezeguet ha sempre portato sulla schiena nelle sue 10 stagioni in bianconero – eppure brucia ancora un po’…
Scusa, Juve
“Mi spiace per gli juventini che erano in campo, ma io ho fatto soltanto il mio dovere”, il messaggio di Trezeguet con la coppa in mano. Presenti all’appello: Pessotto (in marcatura sul compagno Zidane, ma non ricordatelo a Berlusconi), Iuliano, il subentrato Del Piero (con un paio di gol mangiati sulla coscienza) e, in panchina, Ferrara, Conte e Inzaghi. Ancelotti, suo prossimo allenatore, ha ammirato le sue gesta in tv e commenta: “Ho letto da qualche parte che hanno definito il suo tiro ‘il colpo della vita’. Non sono d’accordo: ho seguito spesso Trezeguet e so che il gol di Rotterdam è uno dei ‘suoi’ gol. È molto bravo in acrobazia, ha fatto un gran bel movimento e si è coordinato in modo perfetto. No, non è stato un gol casuale”. 171 gol dopo (in 320 partite con la Juve) tutti potranno confermare che Carletto ci aveva visto giusto.
Alla prima stagione in bianconero di Trezeguet, Gigi Buffon è ancora un avversario: arriverà l'estate dopo, dal Parma
Alberto, Simone e Luciano
Come lui, a dir la verità, tanti altri club italiani, che già nella stagione precedente si erano messi sulle tracce del promettente attaccante del Monaco. Per prima la Roma, con Franco Sensi che aveva scomodato persino il principe Alberto per favorire l’operazione e ne aveva preannunciato l’acquisto. Nei mesi successivi Marco Simone (compagno di squadra di David nella stagione 1999/2000) aveva fatto da ambasciatore del Milan per portare la proposta rossonera e anche la Lazio si era fatta avanti mettendo sul piatto Boksic, ma senza ottenere il fondamentale sì del giocatore. Quello a cui arrivò invece Moggi, incontrando il padre di David, Jorge, e Antonio Caliendo, consigliere ascoltatissimo da Trezeguet senior.
Il 26 giugno è il giorno della firma, con l’Europeo in pieno svolgimento. Approfittando della giornata lasciata libera dal Ct Lemerre dopo la vittoria nel quarto di finale sulla Spagna (con Trezeguet in panchina tutto il tempo), il giocatore francese incontra Bettega e sposa la Juve. Non sa che di lì a qualche giorno conoscerà direttamente sul campo buona parte dei suoi nuovi compagni.
Un vero blitz, deciso in mattinata quando i dettagli con il club di Montecarlo erano stati sistemati e, soprattutto, era arrivato l’ok del Ct francese. Alle 15 Bettega sbarca a Bruxelles, alle 18 l’incontro, alle 20 riparte con il contratto firmato nella valigetta: 45 miliardi al Monaco, mai la Triade aveva speso tanto prima di allora, 5 miliardi per 5 anni al 23enne francese. Totale dell’operazione: 70 miliardi, ampiamente ripagati nelle successive 10 stagioni in bianconero di Trezegol, arricchite da due scudetti, due Supercoppe, un titolo di capocannoniere (nel 2002: 24 gol) e quella prova di fedeltà chiamata Serie B, da vice-campione del mondo.
A proposito di Mondiale: anche da quel punto di vista Trezeguet seppe restituire con gli interessi. E 6 anni dopo aver fatto piangere l’Italia, il suo rigore stampato sulla traversa dell’amico Buffon ci farà tutti felici, senza distinzioni di tifo.
Non esistono più compagni "di club", quando c'è in palio una finale Mondiale