Fece sorridere (un po' meno i suoi tifosi) il caso del portiere dell'Atletico Paranaense che a maggio si fece beccare mentre consultava lo smartphone durante una partita. Si è scoperto che si trattava di una campagna di Uber contro l'uso del telefono alla guida: ma la squalifica è arrivata lo stesso
Era tutta una trovata pubblicitaria, e per questo Santos, portiere dell'Atletico Paranaense con il "vizio" di parlare al cellulare anche in campo, è stato sospeso per aver agito "contro l'etica dello sport". Era il 13 maggio quando, durante l'incontro tra Atletico Paranaense e Atletico Mineiro, alcuni tifosi rimasero sbigottiti nel vedere il portiere brasiliano consultare il proprio telefono in campo, tra un'azione e l'altra. Il video che lo riprendeva fece presto il giro del mondo, ma a destare subito qualche sospetto fu il modo piuttosto eclatante in cui Santos si faceva i fatti suoi. Si fosse trattato di una rapida sbirciatina ai messaggi, magari...
Adesso, finalmente, è stata fatta luce sui fatti, scoprendo che si trattava di un'idea del club pianificata insieme alla società di servizi automobolistici privati Uber: nient'altro che una trovata pubblicitaria, dunque, studiata all'interno di una campagna contro l'uso del telefonino alla guida. "Quello che ho fatto sul campo è la stessa cosa che fanno migliaia di persone ogni giorno nelle loro macchine. L'unica differenza è che essere coinvolti in un incidente stradale è molto più pericoloso che lasciare sguarnita una porta", la giustificazione di Santos, che però non gli risparmierà la squalifica nella prossima gara contro il Vitoria, né la multa di 10mila £ al club per aver ideato la cosa.
Tariffa salata, per una telefonata, ma comunque nulla in confronto agli 80mila £ con cui a Euro 2016 fu multato l'attaccante della Danimarca, Nicklas Bendtner per un caso simile di "pubblicità occulta", quando dopo un gol si abbassò leggermente i pantaloncini per mettere in bella mostra un marchio stampato sull'elastico delle mutande.