Il centrocampista colombiano, fra gli eroi della notte magica del Bernabeu, si è voluto tatuare sulla gamba la Copa Libertadores vinta nel Superclasico contro il Boca anche grazie al suo gol nei supplementari. Un ricordo indelebile, che da questo momento porterà non solo nella mente ma anche sul corpo
Per Juan Fernando Quintero l’anno si è chiuso con il botto. Sì, con il gol che ha consegnato il Superclasico più importante di sempre al River Plate. 9 dicembre, al Bernabeu si gioca la finale di Copa Libertadores fra i Millonarios e il Boca. Dopo giorni di violenze e polemiche, dopo le reti di Benedetto e Pratto, ecco la sua zampata al minuto 109. Gol del momentaneo 2-1, che poi verrà suggellato da Gonzalo Martinez con il 3-1 finale. Insomma, anche il suo mancino ha contribuito a portare il River in paradiso. Un ricordo bellissimo, indelebile. Che, da oggi, si porterà non solo nella testa ma anche sul corpo. Già, il centrocampista colombiano ha deciso di tatuarsi la Copa Libertadores sulla gamba. Il trofeo circoscritto all’interno dello stemma del River, il tutto condito dalla figura stilizzata di un calciatore con la palla fra i piedi. Quasi un’ auto-rappresentazione, con l’ex Pescara che – fra bocciature e dolori – ne ha fatta di strada per arrivare a segnare il gol forse più importante di tutta la storia del River.
Dal Pescara alla magia del Bernabeu
Sembra ieri quando, non ancora ventenne, dalla Colombia arrivò al Pescara appena promosso in A. Un solo gol segnato, appena 17 le presenze in campionato, non abbastanza per evitare alla squadra abruzzese l’ultimo posto e la conseguente retrocessione in Serie B. Poi il Porto, che ci investe tanto, consegnandogli la numero dieci lasciata libera da James Rodriguez e blindandolo con una clausola da 40 milioni di euro. Ma anche lì, dopo il debutto con gol contro il Vitoria Setubal, il buio totale. Tanto che i portoghesi lo lasceranno partire in prestito, prima al Rennes, poi di nuovo in patria all’Indipendiente Medellin e, infine, al River: “Ora davanti a queste telecamere a tutti quelli che lo davano per finito e lo hanno chiamato fallito dico che, proprio lui, quello fallito e finito, ha fatto vincere il River Plate rendendo campioni i Millonarios". Queste le parole della mamma del colombiano dopo la notte magica del Bernabeu. Un riscatto totale insomma, che lo ha portato al secondo posto della speciale classifica per il Pallone D’Oro sudamericano. Adesso un futuro da decidere, con il prestito al River che scadrà a giorni e con la Cina che bussa alle porte: “Ma non credo di andarci – ha dichiarato - è un cambiamento troppo grande e ora sono nel mio miglior momento calcistico. Devo pensare all'ipotesi di giocare in Nazionale e anche alla mia famiglia”.