
La Clericus Cup torna in campo per pregare. FOTO
I protagonisti della Clericus Cup, il Mondiale della Chiesa promosso dal Csi, tornano in campo con una missione speciale: pregare nella Settimana Santa in favore di tutte le persone colpite dall'emergenza coronavirus

Pur senza pallone, e calcio giocato torna a far sentire la sua voce la Clericus Cup. Lo fa nell’unico modo possibile: nella preghiera e con la preghiera, ovvero il pane quotidiano per i seminaristi e sacerdoti che da 14 anni animano il Mondiale della Chiesa, promosso dal Csi. Ciò accade alla vigilia di un’anomala Settimana Santa, nella Domenica delle Palme.
Papa: "Rilancio dello sport per pace e sviluppo"
“Pray and Play” c’è scritto nelle maglie 2020 presentate a fine febbraio, prima che l’emergenza Covid 19 stoppasse l’avvio del Mondiale della Chiesa, al solito a 16 squadre. Ora non si gioca fisicamente ma spiritualmente. E le prime suppliche arrivano dal Collegio trasteverino del Sedes Sapientiae, dai vicecampioni del torneo. È l’allenatore dei biancorossi crociati, padre Josefo Juerta, unico sacerdote presente in ogni edizione del torneo giocato nella capitale, a radunare, tenendo le debite distanze, i suoi ragazzi nel seminario prima dell’ invocazione corale
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Ha inizio così l’unico campionato possibile, quello delle preghiere, la Clericus al tempo del Coronavirus. Qui nessuna classifica, solo un grande gioco di squadra, in nome della fratellanza cristiana, verso il traguardo della Pasqua, sulla scia di quanto detto da Papa Francesco nella benedizione Urbi et Orbi recitata giorni fa in piazza San Pietro
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