Recoba su Instagram: "Vicino alla Juventus. Moratti? Rifiutò un'offerta del Barcellona"

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L'ex attaccante dell'Inter si è raccontato durante una diretta social: "A 20 anni potevo decidere se andare in nerazzurro o alla Juve: ho fatto la scelta giusta e la mia carriera è andata meglio di quanto immaginassi. Lo scudetto perso il 5 maggio 2002? Ho sentito tante cavolate su quella giornata"

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Continuano le dirette Instagram con protagonisti i grandi campioni del passato. Oggi è toccato ad Alvaro Recoba, intervenuto sul canale social di Mario_Inter_Youtube. E' stata l'occasione per l'ex attaccante di ricordare gli anni passati con la maglia nerazzurra e di svelare un particolare retroscena di mercato: "Sei mesi prima di arrivare all'Inter, avevo fatto benissimo con il Nacional e il mio procuratore mi disse che c'erano due possibilità: i nerazzurri o la Juventus. Ero un ragazzino, avevo solo 20 anni e mai mi sarei immaginato di arrivare così lontano. Ho giocato con calciatori come Ibrahimovic, Ronaldo, Baggio, Veron, Zanetti e tanti altri. Se ripenso ai sogni che avevo da bambino, devo dire che la mia carriera è andata ancora meglio di quanto sperassi". Recoba è stato per anni il pupillo del presidente Massimo Moratti, che non lo ha mai voluto cedere neanche dopo alcuni infortuni che hanno condizionato le prestazioni dell'uruguaiano: "Io mi sono fatto voler bene da tutti, non solo da lui. Non lo andavo a cercare tutto il giorno, lui aveva questa passione per me, ma ci siamo sentiti molto di più dopo che io ho lasciato l'Inter. Nel 2001 era uscito che io potessi andare al Barcellona, ma Moratti chiamò il presidente blaugrana e in due minuti gli disse di no".

"5 Maggio? Tante cavolate..."

Uno dei momenti più difficili degli 8 anni e mezzo di Alvaro Recoba in nerazzurro è stato sicuramente quello del 5 maggio 2002, con lo scudetto perso sul campo della Lazio all'ultima giornata. Una giornata incredibile, che l'attaccante uruguaiano prova a spiegare così: "Ho sentito tante cavolate a riguardo, che loro avevano favorito altre squadre facendo risultati particolari. La verità è che la Lazio si giocava l'Europa. Noi siamo partiti alla grande, abbiamo segnato e giocavamo bene, poi ci sono stati degli errori. Colpa di Gresko? No, è colpa di tutti. Io ho sbagliato un rigore quando siamo usciti dal preliminare di Champions contro l'Helsingborg e me ne sono preso la responsabilità. Tornando al 5 maggio, quando abbiamo subito il 3-2 abbiamo capito che sarebbe stata dura, è stato un brutto colpo".