
I Maradona nel mondo: da Hagi ad Al-Owairan
In occasione dei 60 anni di Diego Armando Maradona, Sky Sport dedica all'estro sportivo ineguagliabile del "Pibe de Oro" una programmazione speciale. Ripercorriamo la storia dei giocatori che sono stati 'ribattezzati' Maradona in varie zone del mondo. Quanti ne ricordate?

Le sue gesta sono rimaste impresse nella storia del calcio e nessuno, con l'unica eccezione rappresentata forse da Leo Messi, è mai riuscito ad emularle. Eppure, nel corso degli anni, qualcuno ha rivisto i suoi colpi in altri giocatori non argentini che sono valsi speciali etichette, come il "Maradona dei Carpazi" o il "Maradona del Nilo". Li ricordate? Ecco i "Maradona del Mondo"
Auguri Diego, tutti gli speciali in onda oggi su Sky Sport
GHEORGHE HAGI, il Maradona dei Carpazi. È quello che, forse, più si è avvicinato al Pibe. Considerato il rumeno più forte di tutti i tempi, ha brillato in particolare nella Steaua Bucarest, sfiorando la conquista della Coppa Campioni e vincendo la Supercoppa Europea. Ne ha vinto un'altra (più la Coppa Uefa) col Galatasaray. Protagonista anche al Real e al Barça, in Italia ha giocato un biennio a Brescia
Tutti gli argentini paragonati a Maradona
BLAZ SLISKOVIC, il Maradona dei Balcani. Protagonista in Italia,per due brevi esperienze a Pescara, è stato un centrocampista slavo di buona qualità, attivo particolarmente in Francia e in patria, tra il Velez Mostar e l'Hadjuk Spalato. Le sue maggiori fortune le ha raccolte con la Nazionale, con cui ha vinto anche un Europeo U-21, ma non è stato all'altezza anche nel resto del continente

ALI KARIMI, il Maradona d'Asia. Considerato uno dei migliori asiatici di sempre, non è riuscito a mantenere le aspettative lontano dalla sua terra. Trequartista iraniano dotato di grandi mezzi tecnici, ha vissuto le avventure più importanti in Germania: prima al Bayern, con cui ha vinto una Bundesliga, e poi allo Schalke, dove ha giocato una sola gara (in Champions contro l'Inter)

ABEDI PELÉ, il Maradona d'Africa. Da un continente all'altro, per celebrare il più grande ghanese della storia. Vincitore tre volte del Pallone d'Oro africano e di una Coppa d'Africa, lo abbiamo visto all'opera in Europa con il Marsiglia, con cui ha vinto una Champions in finale contro il Milan. Poi è arrivato in Italia, disputando due anni col Torino, prima di chiudere la carriera all'Al-Ain

SAEED AL-OWAIRAN, il Maradona del deserto. L'appellativo se lo guadagnò al Mondiale '94 quando, in Arabia Saudita-Belgio, si fece 70 metri palla al piede e segnò uno dei gol più belli della storia. Lì raggiunse l'apice, ma fu anche l'inizio della fine. Quella rete gli valse fame e lusso in patria, ma la sua carriera non andò oltre la lunga esperienza all'Al-Shabab: troppo poco viste le premesse

HOSSAM HASSAN, il Maradona del Nilo. In Egitto solo Salah ha più fama di lui. Merito di una carriera all'insegna dei gol che lo hanno reso il miglior marcatore all time della sua Nazionale. E in Europa? C'è stato, anche se per poco. Nel '91 ha giocato al Paok, l'anno dopo allo Xamax. Ma nonostante questo il palmares è ricco: 2 Champions africane e 3 Coppe d'Africa, solo per citare alcuni trofei

KRISHANU DEY, il Maradona indiano. Centrocampista quasi coetaneo del Pibe, grazie alle sue qualità tecniche si guadagnò il prestigioso appellativo dai suoi tifosi e il suo nome divenne un'icona in patria, in particolare dopo l'esperienza all'East Bengal. Leggenda vuole che per acquistarlo si utilizzarono addirittura metodi criminali. Morì a soli 41 anni per una malattia polmonare

GIORGI KINKLADZE, il Maradona del Caucaso. A valergli l'appellativo fu l'eccellente capacità nel dribbling, caratteristica che lo rese un idolo anche tra i fan del City. Ma la discreta carriera costruita dal georgiano lo vide protagonista anche in altri top club come Boca Juniors e Ajax. Le sue qualità, tuttavia, non emersero mai del tutto ma c'è chi giura che avesse un talento fuori dal comune

ANDREAS HERZOG, il Maradona delle Alpi. A ribattezzarlo così fu Sir Alex Ferguson, ma per lo United non giocò mai. Colpa di un carattere esuberante che fece da contrappreso alla sua straordinaria tecnica che, specie nei primi anni, lo consacrarono tra i trequartisti più talentuosi al mondo. In Germania vinse tutto col Werder e una Coppa Uefa col Bayern, ma la sua carriera non spiccò il volo

EMRE BELOZOGLU, il Maradona del Bosforo. Da piccolo aveva incantato tutti e per lui si prospettava un futuro radioso. Ma col passare del tempo, non è riuscito mai a sgrezzare il suo talento. Colpa anche degli infortuni, che lo hanno frenato pure nelle sue stagioni all'Inter, successive a quelle gloriose al Galatasaray. Dopo varie esperienze, è tornato al Fenerbahce: ha annunciato il suo ritiro dal calcio nel mese di agosto scorso

AMOORY (Omar Abdulrahman Ahmed Al Raqi Al Amoudi), il Maradona della sabbia. Riccioluto, con una grande tecnica di base e i colpi 'del campione'. È ciò che lo ha reso qualche anno fa uno dei prospetti più interessanti del panorama saudita, prima di finire nel dimenticatoio. Sì, perché nei 10 anni trascorsi all'Al-Ain nessuno ha mai provato sul serio a portarlo in Europa e quel salto di qualità non è mai arrivato. Oggi milita nell'Al-Jazira

ROBERTO MERINO, il Maradona delle Ande. Peruviano genio e sregolatezza, divenne l'eroe dei tifosi della Salernitana per un super gol realizzato dai 40 metri. Da lì il soprannome che, tuttavia, non è riuscito a coltivare con cura. Alle grandi giocate, infatti, ha alternato prove che non gli hanno permesso mai di sfondare. Dopo aver cambiato quasi 20 club, ultima esperienza in Eccellenza col Sora prima del ritiro

WU LEI, il Maradona cinese. Oggi ha 28 anni, ma difficilmente lascerà un segno nella storia come ha fatto nel campionato cinese, diventando il più giovane a esordire (a 14 anni e 287 giorni). Dopo 13 anni allo Shanghai SIPG, si è trasferito all'Espanyol, dove ha confermato di avere importanti qualità. E nel suo curriculum l'attaccante può inserire un gol fatto al Barça che non dimenticherà mai