Messico, in ginocchio contro il razzismo: l'unico è arbitro

Calcio

L'episodio prima della gara tra Cruz Azul e Toluca: protagonista Adalid Maganda Villalva, arbitro messicano che in passato aveva denunciato episodi di razzismo. E' stato l'unico a inginocchiarsi in segno di protesta contro le discriminazioni

Il ginocchio a terra, come segno di adesione alla lotta contro il razzismo, poi il fischio d’inizio. Scena che ultimamente vediamo spesso sui campi di tutto il mondo, con i principali attori del calcio che hanno deciso di riprendere il gesto simbolico della campagna Black Lives Matter. È successo anche in Messico, prima della gara di Copa tra Cruz Azul e Toluca, peccato che a far notizia sia il fatto che l’unico a inginocchiarsi sia stato l’arbitro della gara.

 

Adalid Maganda Villalva, nero messicano con un passato di episodi di razzismo subiti e una vocazione alla lotta contro le discriminazioni, è finora l’unica persona legata al calcio messicano che ha manifestato apertamente. Come fa notare El Pais, “dozzine di calciatori hanno coperto i loro profili Instagram con un’immagine nera in segno di protesta, ma nessuno si è inginocchiato o ha alzato i pugni davanti alle telecamere quando il calcio è ripartito a porte chiuse, con la coppa nazionale. L’ha fatto solo Maganda”. Per un breve istante, prima di dare il via alla gara, ma resta finora l’unico.

Maganda, la sua denuncia nel 2018

Una lotta che lo vede coinvolto fin dal 2018, quando denunciò di essere stato licenziato dalla Commissione arbitri messicana perché nero, con un esposto presentato contro Arturo Brizio Carter (la maggiore autorità arbitrale messicana) in cui lamentava un declassamento motivato dal razzismo; nel 2019, dopo il procedimento giudiziario che gli ha dato ragione, è stato reintegrato e ha iniziato la sua “lotta” in un Paese in cui gli episodi di razzismo nei confronti della comunità nera sono ancora frequentissimi.

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