Morte Maradona, gli esami tossicologici: "No droghe o alcol, ma presenza di psicofarmaci"

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L'agenzia di stampa Télam ha rivelato l'esito delle analisi dell'autopsia di Diego: "Esclusi alcol o stupefacenti, ma c'è la presenza di quattro psicofarmaci: venlafaxina, quetiapina, levetiracetam e naltrexone. I test confermano che non è stato somministrato alcun farmaco per la sua malattia cardiaca"

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Niente alcol o sostanze stupefacenti. Ma presenza di psicofarmaci. Le nuove analisi realizzate da esperti della polizia scientifica argentina sul sangue e le urine di Diego Armando Maradona hanno rilevato quattro farmaci psicotropi durante l'esame tossicologico, "venlafaxina, quetiapina, levetiracetam e naltrexone". Lo ha scritto l'agenzia di stampa Télam, ripresa sulle proprie pagine anche da Clarin e da Olé. Fonti mediche hanno spiegato a Télam che alcuni dei farmaci psicotropi trovati sono "aritmogeni", cioè producono aritmie. Ora esperti e pubblici ministeri dovranno verificare se quei farmaci fossero adatti a un paziente con cardiopatia cronica come quella di cui soffriva Maradona. "I test di laboratorio, a prima vista, confermano che a Maradona sono stati somministrati farmaci psicotropi ma nessun farmaco per la sua malattia cardiaca", ha detto uno dei ricercatori all'agenzia Télam.

I farmaci e l'inchiesta sul decesso

Nel dettaglio, i media argentini hanno spiegato come "la venlafaxina sia un farmaco antidepressivo utilizzato per il trattamento dei disturbi d'ansia. La quetiapina un antispicotico utilizzato anche per la depressione grave e alcune dipendenze. Il levetiracetam un farmaco antiepilettico che agisce sul sistema nervoso centrale e può causare sonnolenza e una ridotta capacità di reazione. E il naltrexone blocca l'effetto dei farmaci oppioidi ed è usato per prevenire l'astinenza da alcol". Ora, sulla base di questi risultati, l'idea dei tre procuratori che conducono le indagini (Laura Capra, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari) - riporta sempre il Clarin - è quella di convocare una commissione medica interdisciplinare per analizzare il caso e giudicare se la morte fosse evitabile, se ci sia stata negligenza, e se qualcuno dei professionisti coinvolti abbia qualche responsabilità.

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L'appello degli avvocati di Maradona

Gli avvocati napoletani Angelo e Sergio Pisani ritengono fondamentale "identificare chi non ha evitato tale morte e chi girava quei video autolesionisti, in cui, addirittura, si scaglia anche contro le figlie". Secondo la coppia di legali, che auspicano l’intervento delle autorità preposte, proprio le figlie sono le stesse persone che "organizzavano e gestivano il suo patrimonio". Gli avvocati proseguono: "Per quale scopo, economico o comunicativo, quelle persone facevano diventare virali i videomessaggi sui social. Erano in possesso delle necessarie autorizzazioni, del consenso del Pibe de Oro, previsti tassativamente dalla legge soprattutto alla luce delle palesi ed evidenti gravi condizioni di salute psicofisica in cui si trovava Maradona?". Angelo e Sergio Pisani si chiedono: "È possibile la circonvenzione di incapace. Maradona non era in grado di comprendere il ritorno negativo e i danni della pubblicazione dei video". In chiusura i legali chiedono che vengano "accertati e valutati eventuali interessi e guadagni sul numero di visualizzazioni dei video virali e/o gli scopi e gli obiettivi di coloro che hanno diffuso quelle immagini in violazione alla privacy, diffuse in danno di Maradona".

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