Superlega, Ceferin attacca ancora Agnelli: "Io ingenuo? Meglio che bugiardo"

SUPERLEGA

Il presidente della Uefa è tornato a parlare del fallimento della Superlega e ha attaccato nuovamente Agnelli e Perez: "Con certe persone non avrò più rapporti. Tutti i club mi hanno deluso, salvo solo il Barça. I tifosi sono stati decisivi, hanno fatto capire che la loro fede non si può comprare. Il Real non sarà escluso dalla Champions, ma ci saranno delle conseguenze. Ricucire? Non saremo noi a fare il primo passo"

È stato il grande vincitore della battaglia sulla Superlega e, a poche ore dal naufragio del torneo ideato dalle big d'Europa, il presidente della Uefa Aleksander Ceferin è tornato a parlare del progetto fallito. E lo ha fatto togliendosi qualche altro sassolino dalle scarpe, soprattutto nei confronti di Andrea Agnelli e Florentino Perez. "Io potrei essere stato ingenuo - ha detto il numero uno della Uefa all'emittente slovena 24ur -, ma dico sempre che è meglio essere ingenui che bugiardi. È qualcosa di orribile che l'avidità possa essere tanto forte da spingerti al punto da ignorare lo sport che ami, la cultura, la tradizione europea, i tifosi e, per ultimo ma non meno importante, le amicizie personali", ha proseguito Ceferin con un chiaro riferimento ad Andrea Agnelli, con il quale il rapporto è ormai pregiudicato. "Nella giornata di sabato ho ricevuto chiamate da 5 dei 12 club coinvolti che mi hanno avvisato che avrebbero firmato. A quel punto ho chiamato Agnelli e mi ha detto che non era vero niente, che era tutto inventato. Così ho risposto che avremmo potuto fare una dichiarazione pubblica e lui mi ha detto di preparare una bozza. Quando l'ha vista, mi ha detto che non gli piaceva molto, che l'avrebbe cambiata un po' e che mi avrebbe richiamato. Invece non mi ha più chiamato e ha spento il telefono. Sono stato ingenuo? Meglio ingenuo che bugiardo".

"Perez non mi vuole? Incentivo per restare"

Non meno dure le parole sul numero uno del Real Madrid Florentino Perez, che della Superlega era stato nominato presidente: "Non mi vuole? Per me questo è un incentivo ancora più grande per restare. Vuole un presidente che gli obbedisca, che lo ascolti e che faccia ciò che pensa lui. Io invece cerco di fare ciò che penso sia il bene del calcio europeo e mondiale".

"Salvo solo il Barcellona"

Idee chiare anche sul comportamento dei club che hanno aderito alla Superlega: "Sono rimasto deluso da tutti, ma forse il Barcellona è l'ultimo di questi. Laporta è stato eletto poco tempo fa e abbiamo parlato due o tre volte, era sotto pressione per la difficile situazione finanziaria che ha ereditato ma, da negoziatore astuto, si è assicurato una strategia di uscita. Tutti i club hanno perdite, ma anche perché sono gestiti male. Il Bayern Monaco non ha perdite e ha vinto la Champions League". E proprio il Bayern, insieme a Borussia Dortmund e Paris Saint-Germain, sono le squadre che non hanno accettato di entrare a far parte del progetto: "Ero in contatto costante con Rumenigge e con il direttore generale del Borussia, Watzke. Mi hanno aiutato molto, con il supporto del presidente del PSG Al-Khelaifi, che ovviamente sarebbe stato uno dei primi a partecipare alla Superlega ma non lo ha fatto perché crede nel calcio e sa che la piramide non deve crollare. È stato un grande sostegno. Senza di lui, Rumenigge e Watzke, sarebbe stata dura".

"Ci hanno sottovalutato, mi aspetto che non lo facciano più"

Tornando sul fallimento della Superlega, Ceferin ha spiegato come i tifosi siano stati determinanti: "Il merito è stato soprattutto loro - ha aggiunto il numero uno della Uefa -, hanno inscenato una vera rivoluzione e non si sono lasciati disprezzare, ignorare. Non hanno permesso che si potesse pensare di comprarli. Secondo me, in ogni caso, non c'è mai stata una Superlega. Era un tentativo di creare una fantomatica lega di ricchi che non seguisse alcun sistema e che non avrebbe tenuto conto della piramide del calcio in Europa, della tradizione, della cultura e della storia. Ci hanno sottovalutato ed è tipico delle persone che sono circondate da gente pronta ad annuire sempre e ad affermare loro che sono i migliori in tutto. Probabilmente hanno sottovalutato me e l'intera situazione, mi sorprende che non sapessere quale fosse la situazione. Ora mi aspetto che in futuro nessuno nel mondo del calcio mi sottovaluti".

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"Non faremo noi il primo passo"

E per ricucire lo strappo non sarà la Uefa a fare il primo passo: "Abbiamo parlato per due anni e poi questi club sono scomparsi nel cuore della notte - ha continuato Ceferin -, adesso non sarò io a cercarli per parlare. Chiaramente ora tutti preferirebbero aprire un dialogo. Non sto dicendo che non lo faremo, ma credo che bisognerà valutare quale sia la situazione di ogni club e poi vedere come va a finire. Ma prima è necessario dimostrare di avere una certa onestà per ottenere un dialogo dall'altra parte. Se qualche club vuole giocare nelle nostre competizioni, dovrà avvicinarsi a noi. Terremo certamente conto del fatto che i club inglesi hanno ammesso di aver sbagliato. In questo momento abbiamo 235 su 247 club dalla nostra parti. Anzi, adesso i club sono 244, quindi tutti con noi. Ci aspettiamo che tutti si rendano conto dell'errore e ne subiscano le conseguenze. Ne parleremo la prossima settimana. In ogni caso le porte della Uefa sono sempre aperte. Di certo, però, non avrò mai più un rapporto personale con certe persone".

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"Il Real non sarà escluso dalla Champions"

Nelle ore concitate dopo la nascita della Superlega erano anche circolate le voci di una possibile esclusione dei club coinvolti dalle manifestazioni Uefa attualmente in corso, come la Champions League. In chiusura Ceferin ha smentito questa possibilità, chiarendo che il Real Madrid - l'unica qualificata alle semifinali a non essersi ancora ufficialmente defilata dal progetto - giocherà regolarmente la sua doppia sfida: "Ci sono probabilità relativamente piccole che le partite non si svolgano, la chiave è che la stagione è già iniziate e, se non si giocano le semifinali, rischiamo che le tv ci presentino una richiesta di risarcimento. Ma in futuro sarà sicuramente diverso. Le porte della Uefa sono aperte e allo stesso tempo tutti dovranno subire le conseguenze delle proprie azioni". 

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