Fifa: nessuna partita in Russia, niente inno né nome. Ma basta?

Calcio
Lorenzo Fontani

Lorenzo Fontani

La federazione internazionale ha preso le prime decisioni contro la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina e la guerra scatenata dalle truppe di Putin. Ma tante federazioni hanno già detto che non vogliono giocare contro la selezione russa, che ora rischierebbe di presentarsi in campo da sola. Servono altre risposte?

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Nessuna competizione internazionale potrà essere giocata sul territorio della Russia, e le partite in casa dovranno essere disputate in campo neutro e senza spettatori. La federazione calcistica russa parteciperà a qualsiasi competizione sotto il nome di "Unione calcistica russa". Nessuna bandiera o inno della Russia verrà utilizzato nelle partite a cui partecipano squadre della Federcalcio russa.

 

Con un comunicato la FIFA rompe il silenzio sull'aggressione russa in Ucraina, silenzio che era diventato ormai rumorosissimo, soprattutto dopo le ultime prese di posizione, ma che proprio rispetto a queste potrebbe non bastare.

 

La più importante è stata quella della Repubblica Ceca, la terza nazionale coinvolta con la Russia nel programma dei playoff per la qualificazione ai Mondiali di Qatar 2022, in programma tra meno di un mese: dopo la Polonia, che dovrà affrontarla in semifinale, e la Svezia, possibile avversaria in finale, anche la Nazionale Ceca infatti, l'altra potenziale finalista, ha annunciato di non essere disposta a scendere in campo contro i russi. Ma a mettere pressione sull'insostenibile neutralità di Zurigo erano state anche due federazioni pesanti: quella francese, con il presidente Le Graet che si è dichiarato apertamente favorevole all'esclusione della Russia dai mondiali, e la Football Association inglese, che ha comunicato di essere indisponibile ad affrontare la Russia in qualunque competizione.

Infantino si muove dunque scegliendo un passo non drastico e in linea con le indicazioni del Cio, che percorrono appunto due binari: quello geografico, vietando le competizioni in Russia, e quello più strettamente sportivo, con lo stop a inni e bandiere. Provando così a salvaguardare gli atleti con la formula già adottata - in quella occasione però causa doping, non guerra - all'Olimpiade: competere formalmente non per il proprio paese ma per il proprio movimento sportivo.

 

Alla Fifa resta però un grande problema da risolvere: dare una risposta alle tre federazioni che non hanno intenzione di giocare contro la Russia, che al momento di fatto scenderebbe in campo da sola, in uno scenario a diro poco imbarazzante.