Ucraina, via dalla guerra per un'ernia: la storia di Alan Patrick dello Shakhtar Donetsk

LA STORIA
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Il centrocampista brasiliano dello Shakhtar aveva lasciato l'Ucraina lunedì, poche ore prima dell'avvio del conflitto, per raggiungere la Germania e operarsi di ernia inguinale. Ha raccontato la sua storia su Instagram: "Questa particolare situazione ha finito per tirarmi fuori da questo momento di tensione, ora spero che si possa arrivare a una soluzione per tutti. Ho il cuore in angoscia"

L'APPELLO DEI GIOCATORI BRASILIANI DI SHAKHTAR E DINAMO KIEV

Un'ernia inguinale è stata la sua salvezza. Storia di Alan Patrick, centrocampista dello Shakhtar Donetsk. Nel videomessaggio diffuso negli scorsi giorni dai giocatori brasiliani del club allenato da Roberto De Zerbi e della Dinamo Kiev per riuscire ad abbandonare l'albergo dove erano bloccati dall'inizio del conflitto russo-ucraino, non era passata inosservata l'assenza del 30enne ex Santos e Flamengo. Alan Patrick non era però più in Ucraina da qualche giorno. La motivazione? Il centrocampista aveva lasciato Kiev lunedì scorso per un'ernia che gli era stata diagnosticata dai medici del club dopo alcuni dolori all'addome lamentati dallo stesso Alan Patrick. In poche ore lo Shakhtar e il giocatore hanno optato per l'intervento, eseguito nelle ore successive in Germania e perfettamente riuscito.

Alan Patrick: "Pace per il mondo, preghiere per l'Ucraina"

Quella di Alan Patrick resta una storia particolare all'interno della grave situazione che ha riguardato i giocatori di Shakhtar Donetsk e Dinamo Kiev. Lo stesso giocatore ha voluto raccontare i fatti su Instagram: "Col club abbiamo preso un appuntamento con uno specialista in Germania, tutto è avvenuto molto velocemente - le sue parole - l'intervento è stato programmato per il giorno successivo ed è andato bene. Questa particolare situazione ha finito per tirarmi fuori da questo momento di tensione che tutti i brasiliani stanno affrontando lì". Il giocatore si è poi trasferito venerdì dalla Germania in Brasile, dove ha raccontato la sua storia tranquillizzando le tante persone che chiedevano notizie sulla sua sorte. "Un sollievo essere a casa con la mia famiglia - ammette - ma ho il cuore in ansia di fronte alla situazione di amici e compagni che finiscono per essere anche la mia famiglia, condividendo con loro tutti i giorni lo spogliatoio". L'angoscia è però condivisa con i compagni di squadra: "Spero che Dio possa prendersi cura di tutte le cose e che possano trovare soluzioni per uscirne il prima possibile - aggiunge - spero che le autorità brasiliane possano trovare una soluzione il prima possibile per far uscire di lì i brasiliani. Pace per il mondo, preghiere per l'Ucraina. Sono convinto che nel nome di Gesù tutto questo passerà".

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