Molise, accuse di razzismo in Prima Categoria: squadra abbandona il campo

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Episodio di razzismo in provincia di Campobasso durante Sant’Angelo Limosano-Lokomotiv Riccia. Un giocatore senegalese della squadra ospite ha ricevuto insulti razzisti da un avversario e tutta la squadra ha deciso di rientrare negli spogliatoi. Ma il club che ha ospitato l'incontro respinge le accuse

Un avversario gli rivolge insulti razzisti durante la partita, la sua squadra abbandona il campo. E' accaduto in Molise: preso di mira un calciatore di origine senegalese, Lamine Sow, mentre si disputava la gara del campionato di Prima categoria tra il Sant'Angelo Limosano e il Lokomotiv Riccia.  

 

"Durante l'incontro - spiega il presidente della formazione ospite Giuseppe
Pontelandolfo - un nostro tesserato è stato più volte pesantemente offeso con frasi razziste da un giocatore della squadra avversaria. La decisione di abbandonare la gara è stata unanime. Episodi del genere - aggiunge - non devono mai accadere, non bisogna giustificare e tantomeno minimizzare. La società e tutti i calciatori condannano, senza scusante alcuna, ogni forma di razzismo. Abbracciamo calorosamente il nostro tesserato sperando che episodi del genere non si verifichino
più". Sulla vicenda ha preso posizione anche l'amministrazione comunale di Riccia.

"Mi hanno chiamato scimmia"

"Mi ha detto due volte 'Zitto, sei una scimmia', è stato bruttissimo". Lamine Sow, il calciatore 20enne originario del Senegal, vittima di insulti razzisti durante la gara di calcio di prima categoria in Molise tra il Sant'Angelo Limosano e il Lokomotiv Riccia, racconta all'ANSA quanto accaduto sul campo di calcio: "Un calciatore avversario si è buttato a terra, ha detto di aver subito un fallo. Io ho solo protestato dicendo che non lo avevo toccato e a quel punto ha cominciato a insultarmi, c'erano anche alcuni compagni di squadra che hanno sentito". Compagni che subito dopo l'episodio
hanno deciso di abbandonare il campo. 

Giocatore e società respingono accuse

"Non ho mai offeso il ragazzo in questione, né l'ho apostrofato con insulti razzisti". Si difende così, con un post su Facebook, negando l'episodio il calciatore del Sant'Angelo Limosano accusato di aver rivolto insulti razzisti durante una partita di calcio ad un avversario di colore.

 

"In seguito all'ennesimo fallo subito e senza ricevere mai le scuse - afferma - ho avuto con lui un battibecco, episodi che durante una partita di calcio accadono frequentemente e che vengono chiariti e risolti immediatamente senza volerne fare una questione di etnia sociale".

 

Respinge le accuse anche la società del Sant'Angelo. "Ci dissociamo fermamente dalle accuse di razzismo mosse dalla societa sportiva Lokomotiv Riccia nei confronti di un nostro calciatore - si legge in una nota -. La nostra associazione sportiva ha sempre condannato con forza qualsiasi episodio di discriminazione. Quanto accaduto durante la partita di ieri è scaturito da un semplice e normale battibecco fra due calciatori durante una fase di gioco ed è stato purtroppo strumentalizzato in maniera eccessiva. Siamo rammaricati per le notizie divulgate che offendono la nostra società e le nostre due comunità. Continueremo nella nostra attività sportiva con lealtà e con il massimo rispetto nei confronti degli avversari".