22 anni fa il cucchiaio di Totti all'Olanda: i gesti tecnici più famosi e i loro creatori
Il primo a farlo fu il ceco Panenka, ma nella semifinale di Euro 2000 il giocatore della Roma marchiò questo colpo con il suo nome. Non è una rarità: tanti campioni della storia del calcio si sono identificati per un gesto tecnico particolare, replicabile da pochi. Lo hanno inventato, sdoganato, ripetuto all'infinito, realizzato in un'occasione speciale. Alla scoperta delle giocate più sensazionali e dei loro estrosi creatori
- La frase detta da Francesco Totti a Gigi Di Biagio è stata svelata dopo, il risultato fu ammirato subito. Il 29 giugno di 22 anni fa il giocatore della Roma diventava l'uomo del cucchiaio dopo il rigore segnato a Van der Sar nella semifinale di Euro 2000 tra Italia e Olanda
- Il rigore aiutò gli azzurri a centrare la finale poi persa contro la Francia, ma soprattutto ha identificato Totti con questo colpo speciale. Il cucchiaio, poi tirato fuori in altre occasioni, è diventato il suo marchio di fabbrica
- Totti è stato forse lo sdoganatore, ma non l'inventore del cucchiaio. Fu il centrocampista ceco Antonin Panenka, nella finale dell'Europeo del 1976 contro la Germania Ovest, a segnare per la prima volta un rigore in questo modo e a dare la vittoria alla sua nazionale, la Cecoslovacchia
- Il calcio è uno sport pieno di gesti tecnici e colpi brillanti, creati o resi famosi da campioni, ma anche da calciatori meno noti. Sono tanti i binomi giocata-giocatore passati alla storia
- Dal rigore alla punizione. I calci piazzati stimolano le capacità tecniche dei giocatori. La bordata del terzino sinistro nella partita tra Brasile e Francia nell'estate del 1997 è indimenticabile. Il calcio, avvenuto con le ultime tre dita del piede, fu in grado di dare sia forza che precisione al pallone. L'effetto a rientrare finale lasciò di stucco Barthez, ma non solo
- Un altro mago della balistica da fermo è stato l'ex centrocampista del Lione, uno dei più temuti tiratori di calci piazzati negli anni Duemila. Il suo tiro, a differenza di quello di Roberto Carlos, avveniva con le prime tre dita del piede, in modo da dare al pallone una traiettoria indecifrabile per i portieri, spesso capace di cambiare alla fine
- Un grande interprete italiano della "maledetta" è stato poi Andrea Pirlo
- Un colpo molto diffuso negli ultimi anni, ma a renderlo famoso fu "Il Fenomeno", il primo giocatore capace di abbinare la tecnica individuale a una velocità mai vista prima su un campo da calcio. Memorabili le finte in sequenza con cui saltò Luca Marchegiani, per poi segnare il 3-0, nella finale di Coppa Uefa del 1998 tra Inter e Lazio
- La scuola brasiliana è stata molto fertile in quanto a giocate inventate. L'ex campione del Barcellona e della Selecao, tra i tanti motivi, è passato alla storia anche per questo colpo: un "esterno-interno" velocissimo, con il pallone sempre attaccato al piede, con cui saltare anche un difensore esperto come Jaap Stam
- Un gesto tecnico speciale per un'occasione speciale. In un Clasico tra Barcellona e Real Madrid vinto 5-0 dai catalani, l'attaccante brasiliano, spalle alla porta, saltò il difensore Alkorta girandosi velocemente e tenendo incollata la palla al piede con un tocco prolungato di interno
- Un gesto tecnico visto già in passato, ma che l'attaccante del Paris Saint Germain non ha paura di utilizzare spesso, anche costo di irretire i difensori. Sombrero alzando la palla da terra con due piedi e poi via per evitare il fallo
- In un match di Champions contro l'Olympiakos, l'esterno della Roma scelse un modo originale per saltare l'avversario: la sequenza è più chiara delle parole. Lo stesso Taddei ribattezzò "Aurelio" il dribbling, dedicandolo ad Aurelio Andreazzoli, collaboratore di Luciano Spalletti che invogliava il giocatore a provare il colpo in allenamento
- Tanto Brasile, ma anche gli argentini sanno il fatto loro. Il talento del River Plate, mai sbocciato in Europa, si rese famoso anche per questa giocata: colpo di suola per attirare l'avversario addosso e poi tunnel o palla al lato per saltarlo
- Un colpo di tacco può avere mille sfumature, varianti o usi. Quello del centrocampista argentino del Real, nel match di Champions del 2000 contro il Manchester United, resta unico. Un gesto improvviso per saltare il terzino Berg, scappare sul fondo e servire un assist sublime a Raul
- Colpo di tacco per dribblare, ma anche per segnare. In una partita di campionato contro il Parma nel 1999, l'attuale ct azzurro, all'epoca alla Lazio, segnò al volo di tacco su calcio d'angolo. In Italia ogni gol simile viene ancora accostato alla prodezza del Mancio
- Che la si chiami Ruleta o Veronica, poco importa. Resta uno dei colpi che ha reso grande Zidane e il suo gioco di suola. Una piroetta accompagnata da due tocchi veloci, destro-sinistro, per sfuggire agli avversari
- Un gesto tecnico non così raro, ma di cui l'ex centrocampista del Barcellona ha abusato a tal punto da renderlo la propria firma. Due tocchi rapidi con l'interno, destro-sinistro o sinistro-destro, per prendere velocità e lasciare sul posto gli avversari
- Ai Mondiali del 1998, nella sfida tra Messico e Corea del Sud, l'attaccante messicano si fece conoscere per questo colpo: palla alzata da terra con entrambi i piedi per eludere un raddoppio e passare in mezzo al residuo spazio tra i suoi avversari. Ai limiti del regolamento, ma geniale. In una partita del successivo mondiale, anche Zambrotta e Cannavaro ne rimasero vittime
- L'ex attaccante della Fiorentina stupì tutti in una partita di Coppa Uefa contro il Werder Brema, anno 1990. Riuscì ad addomesticare la palla con la testa e con il viso, prima palleggiando, poi riuscendo a tenerla in perfetto equilibrio, proprio come una foca. Il modo più imprevedibile per lanciare un contropiede: percorrere metà campo palla al...naso
- Si può essere geniali anche in porta, lo ha insegnato soprattutto il portiere colombiano Rene Higuita. La sua parata preferita? Il colpo dello scorpione, un tuffo che prevedeva un salto in avanti e la respinta del pallone al volo con i piedi. Altro che semplice "parata per i fotografi"
- Uno scorpione per difendere, uno scorpione per attaccare. Il giocatore svedese ha fatto scuola, usando la sua familiarità nel taekwondo per muovere le sue lunghe leve verso altezze impensabili. Il gol di tacco in Inter-Bologna, campionato 2008/2009, resta l'esempio migliore di queste sue qualità nella coordinazione
- Un colpo d'esterno che l'ala portoghese è stata capace di trasformare nel suo biglietto da visita. In Italia, con la maglia dell'Inter, se ne sono viste poche di trivele, ma Quaresma ha saputo regalare prodezze con questo gesto. Memorabile il gol realizzato nell'ultimo mondiale in Russia, nel match tra Portogallo e Iran
- Un gesto tecnico che si vede da tempo, a volte fine a sè stesso, in altre circostanze utile ed efficace. Pochi sanno che a inventarlo fu l'attaccante italiano ex Torino, Ascoli e Cesena: "Tutti gli allenatori mi dicevano di evitare perchè i difensori mi avrebbero menato, ma il colpo mi veniva naturale sin da bambino". Maradona ne ha poi fatto un'arte
- Sì, ci sono state quelle di Cristiano Ronaldo e Bale, di Van Basten e Djorkaeff, ma la rovesciata per eccellenza resta quella dello juventino Carlo Parola, un gesto tecnico così perfetto nella sua coordinazione da essere diventato un'icona, l'immagine degli album delle figurine Panini. Quando si resta così impressi nell'immaginario, non si hanno rivali. E pensare che fu un colpo difensivo, per intercettare un passaggio. Ci hanno pensato poi in tanti a renderlo anche un modo per segnare alcuni dei gol più belli della storia
- D'accordo, di tiri a giro sul secondo palo ne esistono molti. Conta però anche la capacità di creare un proprio marchio e il neo-giocatore del Toronto ci è riuscito. A furia di provare e riprovare, dal suo tiraggir' sono nati bei gol, tra cui quello nei quarti dello scorso Europeo contro il Belgio, uno dei segreti della vittoria dell'Italia di Mancini
- Insigne ha avuto un nobile predecessore, il giocatore al quale si è ispirato per il suo tiraggir'. Prima della versione in napoletano, dagli anni Novanta in Italia si era affermato "il gol alla Del Piero". Traiettorie perfette dal vertice dell'area di rigore verso l'incrocio opposto della porta