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Chievo, Consiglio di Stato respinge ricorso su mancata iscrizione alla B 21-22

il caso

A distanza di quasi un anno e mezzo dalla sparizione dal calcio professionistico, si conclude definitivamente il lungo iter processuale riguardante il Chievo di Luca Campedelli. «L’appello è infondato e deve essere rigettato»: la V Sezione del Consiglio di Stato mette la parola fine sul caso del club gialloblù, protagonista della controversia nella quale il club si era opposto all'esclusione del campionato di Serie B della stagione 2020-21

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La V Sezione del Consiglio di Stato mette la parola fine sul caso del Chievo Verona, protagonista della controversia nella quale il club gialloblù si era opposto all'esclusione al campionato di Serie B 20/21. Con sentenza pubblicata oggi, quindi, si conclude il contenzioso tra la società scaligera e la Figc dopo ben 27 giudizi, (24 cautelari e 3 nel merito) che hanno visto sempre confermata la liceità del comportamento della Federazione. All’epoca dei fatti, dietro parere della Covisoc, il Consiglio Federale della Federcalcio aveva rigettato la richiesta di iscrizione al campionato del Chievo per la sua posizione di irregolarità tributaria, decisione confermata poi dal Collegio di Garanzia dello Sport presso il Coni, dal Tribunale Amministrativo del Lazio e, in ultimo, dal Consiglio di Stato. In via del tutto teorica, i curatori fallimentari potrebbero optare per un ultimo tentativo alla Corte Europea dei diritti dell’uomo o rivolgersi alla Corte di Cassazione, ma sembra un’opzione del tutto irrealizzabile e, in ogni caso, ci vorrebbero anni prima di arrivare a una sentenza. Il Chievo Verona fu dichiarato fallito lo scorso 24 giugno. La sentenza numero 82 pronunciata dal Tribunale di Verona, precedette la successiva bocciatura di un improbabile tentativo di fusione col Sona. Fu la stessa curatela fallimentare a emettere una nota in cui bollava come «illegittima» l’operazione tentata dai due club.