Gianluca Vialli, un immenso supereroe frangibile

il ricordo
Roberta Noé

Roberta Noé

Gianluca Vialli è stato tra i primi professionisti a spiegare calcio in tv. Per Sky è stato giocatore e allenatore, capitano e compagno, il tutto con incredibile semplicità. E poi la malattia spiegata in un libro, una cosa da immenso supereroe che abbiamo scoperto frangibile e che abbiamo amato ancora di più

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Tra i primi professionisti a spiegare il calcio in tv. E sarebbe già tanto, ma poi c'è un mondo in quella strada tra il campo e lo studio a Sky, fatto di discorsi sul calcio e sulla vita, di sorrisi (sempre) e di battute (spesso). E tutto cambiava. Perché la classe nel completare i fantasisti mettendo in rete non la porti solo sul terreno di gioco facendoti trovare al posto giusto. Quella classe la porti ovunque perché fa parte di te e non conosce confidenza o momento storto. 

È una seconda pelle.


Così sei stato anche per noi: giocatore e allenatore, capitano e compagno, spacciandocela come una cosa semplice. Come se fossimo in grado tutti di vincere Champions, scudetti, rendere il cielo sempre più blu, mettere in scena la rincorsa al pullman all'Europeo (che senza quella non l'avremmo vinto), o di infilarci un maglione sotto la camicia e andare in giro a sorridere al mondo.


E poi tirar fuori tutto in un libro quasi a giustificare una lunga assenza trovando parole che hai tolto a noi.


No, non è cosa per tutti, è quasi da supereroe, un immenso supereroe che abbiamo scoperto frangibile e che abbiamo amato ancora di più.  Forse ce ne siamo resi conto davvero in quell'abbraccio europeo.


Chissà se lo hai capito tu, con la tua passione per l'arte e per quei quadri particolari che mostrarvi con orgoglio di aver scovato, di cosa sei stato in grado di dipingere restando sempre in gioco. A schiena diritta. 


Un giocatore non è mai in post partita” avevi detto una sera qui tra uno studio e l'altro, “pensa già alla prossima, non è mai finita”.


Ecco, mettiamola così.


Ciao Luca.