'Zamora', calcio e poesia: un esordio da fuoriclasse per il regista Neri Marcorè
CINEMA & SPORTDebutto alla regia per l'attore marchigiano con una commedia raffinata, tratta dal romanzo omonimo di Roberto Perrone e ambientata nella Milano degli anni '60. "Non è un film sul calcio - ci racconta l'artista, che interpreta un ex grande portiere caduto in disgrazia - ma una storia di emancipazione e riscatto"
Dal 'vangelo' di Eduardo Galeano: "Zamora era il terrore degli attaccanti. Se lo guardavano negli occhi erano perduti: con lui in porta, lo specchio si rimpiccioliva e i pali si allontanavano fino a perdersi di vista". Ma 'El Divino', il grande portero catalano che dà il titolo al romanzo di Roberto Perrone e da cui è tratta l'opera prima - e omonima - di Neri Marcorè sarà la croce di Walter Vismara, il timido e goffo ragioniere protagonista del film, bullizzato in ufficio da un bauscia d'ingegnere e nelle partitelle aziendali tra scapoli e ammogliati orchestrate dal 'Padrone', sfegatato interista malato di fòlber (così Gianni Brera chiamava il football nell'era di Peppìn Meazza), uno che obbliga ogni giovedì i suoi dipendenti a degli allenamenti laceranti, fantozziani, le prove generali per l'attesissima partita dell'anno. Un calvario per il giovane contabile - interpretato dall'esordiente Alberto Paradossi, bravissimo - rimbalzato da una fabbrichetta di Vigevano in questa avveniristica industria messa su nella Milano del 'boom' dal visionario Cavalier Tosetto (l'irreprensibile Giovanni Storti, e chi sennò?): ma poiché 'deve' giocare, malgrado consideri il pallone un trastullo demenziale, finirà con lo spacciarsi portiere solo perché è l'unico ruolo di cui ha una benché pallidissima idea. Ribattezzato sarcasticamente "Zamora", il ragazzo si farà...
Un racconto di emancipazione e riscatto
"Non è la storia di un calciatore, ma di un ragioniere che viene costretto a giocare a calcio", chiarisce subito Marcorè, che incontriamo a margine della presentazione della pellicola al Cinema Gabbiano di Senigallia, nelle 'sue' Marche. "Il calcio è una sorta di liquido di contrasto che lascia emergere i limiti e anche gli sproni che Walter vuole trovare in sé. È una storia di formazione, nella quale s'innestano le esistenze di altri caratteri, soprattutto femminili, liberi e intellettualmente molto forti". Perché, come sostiene Giorgio Cavazzoni, l'anti-eroe impersonato dal 57enne comico di Porto Sant'Elpidio, "c'è sempre di mezzo una donna". Come l'emancipata Ada, la segretaria per cui l'impiegato perde la testa, che ha il merito di scuoterlo dall'impaccio e dal suo incallito stato di inadeguatezza; o la sorella Elvira, altro spirito liberissimo, che lo ospita nel suo appartamento meneghino senza sconti ("io non sono né la tua cuoca né la tua cameriera, va bene?"), ma sarà lei a suggerire al fratello di trovare un 'maestro', qualcuno che lo prepari a tuffarsi, non solo metaforicamente, in campo come nella vita.
Marcorè: "Mi sono ispirato anche a Bearzot"
È una commedia raffinata, dolcissima e spassosa come il suo regista - discepolo della scuola poetica di Pupi Avati - che si ritaglia questa parte di un glorioso ex portiere della Nazionale caduto in disgrazia, sprofondato negli abissi dell'alcol e delle bische clandestine. "Uno che parava anche le mosche", rammenta l'oste - all'occorrenza arbitro - dal 'sospetto' accento napoletano (un Giovanni Esposito da manuale). "Il mio personaggio - spiega Marcorè - richiama un po' quelle figure del calcio di un'altra epoca, fuma la pipa come Enzo Bearzot. Ho pensato a lui, ma anche a Sandro Pertini: mi sono rifatto più a loro che a dei portieri". Una caratterizzazione eccellente, accattivante, che ci riporta all'Ugo Tognazzi de 'La vita agra' di Carlo Lizzani e alle atmosfere da scighéra e bohème ambrosiane tratteggiate da Luciano Bianciardi, quando Milano viene investita a "capitale morale" non solo perché Roma è distratta dalla Dolce vita, ma nei fatti. "Locomotiva d'Italia", ma anche la Mecca del calcio, trainata dai trionfi europei del Milan del 'Paron' Rocco e dall'Inter del 'Mago' Herrera che nella stagione in cui la pellicola è immersa (1965-66) si cucirà sul petto la prima stella.
Un'Italia alla conquista del 'Mondo'
Così, sarà proprio l'ex leggenda Cavazzoni a salvare l'imbranato ragioniere, nelle loro serate nebbiose all'Arena Civica, rivelandogli i trucchi del mestiere dalle basi ("Il ruolo del portiere consiste nell'evitare che la palla entri in rete..."). Una preziosa lezione di sopravvivenza che darà a Walter "un'occasione per imparare a buttarsi, senza protezioni", ma che tornerà utile anche al suo mentore, alla disperata ricerca della dignità perduta in un Paese risorto dalle macerie che ora punta dritto al benessere: è l'Italia delle sale da ballo, delle prime minigonne, dei fotoromanzi, della Fiat 500 e delle Olivetti, l'Italia dei liquori all'uovo che resuscitano anche i morti e delle fanbase casalinghe nel salotto dei vicini, devoti a Canzonissima. Azzeccata, a proposito, anche la colonna sonora con i due brani originali firmati da Pacifico che omaggiano l'innocenza e l'humour del periodo con richiami a Celentano, Jannacci, Gaber, insieme alle 'hit' ('Il mondo' di Jimmy Fontana, 'Non son degno di te' di Gianni Morandi, 'Ma che freddo fa' di Nada) dalla forte carica evocativa. Indovinati anche i 'camei' di Ale & Franz, Antonio Catania e Giacomino Poretti, vecchi compagni di cazzeggio del Neri da stand-up comedy.
Marcorè e lo sport: le 'sfide' con CR7 e il legame con Sinner
Non è un caso che il novello regista abbia scelto un soggetto a sfondo sportivo: tifosissimo dell'Ascoli e della Juventus ("In Zamora mi sono preso la mia piccolissima soddisfazione, vedrete..."), ha mosso i suoi primi passi nei gialloverdi del Settembrina (squadra di calcio della sua cittadina) e da grande è diventato una colonna della Nazionale Cantanti, 'sfidando' - tra gli altri - Maradona, Totti, Zidane ("A Zizou ho rubato una palla, ha subìto la mia statura morale"), fino a Cristiano Ronaldo. Ma è il tennis la sua vera passione: a 14 anni scrisse persino una lettera ad Adriano Panatta, nella speranza di ottenere un provino ("Che gli ho risposto? Fai l'attore, che sei pure bravo, ma lascia perdere il Pof-Pof", ha scherzato il campione romano da Fiorello a Viva Radio 2). Amico di Riccardo Piatti, ex allenatore di Sinner, conosce il fenomeno azzurro da quando era un adolescente: "L'ho seguito con attenzione dall'inizio della sua carriera e mi pare... che stia rispettando le aspettative. Ma mi piace sottolineare l'equilibrio di Jannik: uno splendido esempio per le nuove generazioni". Un altro, bellissimo film.
LA SCHEDA DI 'ZAMORA'
- Data di uscita: 04 aprile 2024
- Regia: Neri Marcorè
- Genere: Commedia
- Attori: Alberto Paradossi, Neri Marcorè, Marta Gastini, Anna Ferraioli Ravel, Walter Leonardi, Giovanni Storti, Pia Lanciotti, Giovanni Esposito, Antonio Catania, Giacomo Poretti, Alessandro Besentini, Francesco Villa, Pia Engleberth, Marco Ripoldi, Dario Costa, Giulia Gonella, Corinna Locastro, Giuseppe Antignati, Massimiliano Loizzi.
- Durata: 100 min
- Paese: Italia
- Distribuzione: 01 Distribution
- Sceneggiatura: Neri Marcorè, Alessandro Rossi, Maurizio Careddu, Paola Mammini.
- Montaggio: Alessio Doglione
- Fotografia: Duccio Cimatti
- Produzione: Pepito Produzioni e Rai Cinema
- Musiche: Pacifico