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Caso Denis Bergamini, la sentenza: ex fidanzata Isabella Internò condannata a 16 anni

cosenza

da Cosenza Silvia Vallini e Bruno Palermo

Dopo otto ore di Camera di Consiglio, la Corte d’Assise di Cosenza ha emesso la sentenza per la morte di Denis Bergamini, ex centrocampista del Cosenza morto il 18 novembre 1989. L'ex fidanzata Isabella Internò è stata condannata a 16 anni di reclusione per "concorso in omicidio volontario". Il caso, inizialmente chiuso come "suicidio" era stato riaperto dalla Procura di Castrovillari due volte. L'ultima nel 2017

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Termina replica della Procura


Questione dna sotto le unghie di Denis

"Nell'89 Avato non lo cercò perché rispondeva al quesito di incidente stradale - conclude Primicerio -. Nel 2015 non fu cercato semplicemente perché il corpo non era ancora stato riesumato. Nel 2017 non è stato cercato, perché il professor Testi ha dichiarato: "pensare di trovare del DNA sotto le unghie di un corpo che per 27 anni è stato in una bara di zinco è fantascienza. Infine la ricerca di DNA sotto la cassa orologio di Bergamini era già stata fatta dai Ris nel 2013 e fu trovato del DNA di Denis Bergamini"

Questione retromarcia posta dall'avvocato Pugliese

"Non ha nessuna rilevanza - prosegue il pm -. Nel 2017 è stato detto che Bergamini è stato soffocato in mano di terzi, era in limine vitae o già morto con alta probabilità prima di essere messo sull'asfalto supino".

La telefonata ricevuta da Bergamini in stanza

"Il pm ha già depositato memoria in cui sono rappresentati gli argomenti per i quali la telefonata nella stanza di Bergamini e realmente avvenuta - sostiene il pm Primicerio -. Padovano ha dichiarato che la telefonata è giunta tra le 15 e le 15.30. Molti testimoni hanno riscontrato che la sera stessa Padovano ha riferito ai compagni di quella telefonata. Inoltre Donata Bergamini arrivata a Cosenza ha riferito che Padovano le aveva parlato di quella telefonata. E non emergono elementi di confutazione nemmeno dai receptionist in turno quel giorno. 

"La Procura si è basata solo sui fatti"

"Si è parlato della glicoforina che non piace - prosegue D'Alessio -, ci siamo interrogati, abbiamo discusso a lungo della validità, prendendo in considerazione sentenze della Cassazione. Non è questione di tecnicismi da scienziati, abbiamo trovato una sentenza del 2018 della Cassazione che dice: la glicoforina è attendibile. Salvo che non proviamo - non suggestioniamo, proviamo - la glicoforina è attendibile"

La replica del Procuratore Capo di Castrovillari

Il Procuratore Capo di Castrovillari,  D'Alessio: "Siamo stati molto in dubbio se replicare o meno. La requisitoria del pm cominciava con la necessità di mantenere tutti toni bassi pur in un processo aspro, drammatico per certi versi. Respingiamo fortemente qualunque tipo di allusione su comportamenti per legge meno che corretti. Soprattutto in processi così delicati, con giuria popolare che è espressione del popolo italiano, dobbiamo evitare suggestioni che possono portarsi dietro dietrologie. La Procura si è basata su fatti, prove, conclusioni.Le suggestioni, le congetture non hanno alcun fondamento. Rivendichiamo fortemente un'azione tesa a fornirvi una prospettica di sentenza. Si è parlato anche di un risarcimento economico che avrebbe condizionato non solo la parte civile, ma anche, sulla base di ciò che non ha traccia e se traccia c'è vi invito a produrla, la Procura"

L'udienza è iniziata

Entra la corte in aula e inizia alle 9.54 l'ultima udienza del processo Bergamini. Presente l'imputato Isabella Internò accusata di concorso in omicidio volontario pluriaggravato e con le lei il marito e i familiari. Davanti a loro, nell'aula della corte d'Assise di Cosenza, siedono Donata Bergamini con i figli Denis, Andrea e Alice. Presente anche il Procuratore Capo di Castrovillari D'Alessio a sostegno del sostituto Procuratore Primicerio

L’accusa

Durante la requisitoria, il procuratore di Castrovillari Alessandro D’Alessio ha ribadito la dicotomia

suicidio-omicidio: “Dovrete decidere se Denis si sia gettato sotto il camion o se, invece, sia stato ucciso”, ha detto alla corte, escludendo altre ipotesi. L’accusa sostiene che in un “un processo indiziario, due delle tre aggravanti contestate hanno trovato riscontro nel dibattimento”. La colpevolezza di Isabella Internò sarebbe dimostrata dall’insieme di prove scientifiche, indagini dei RIS e testimonianze. Il PM ha chiesto 23 anni di carcere per l’ex fidanzata Isabella Internò, imputata per concorso in omicidio volontario. I DETTAGLI

La difesa

Assolvete Isabella Internò perché il fatto non sussiste”. Ha chiuso così l’avvocato Pugliese, in difesa dell’ex fidanzata di Denis Bergamini, unica imputata per concorso in omicidio volontario pluriaggravato. Ha attaccato tutti il legale della donna e in particolare la Procura di Castrovillari, secondo lui connivente con la famiglia Bergamini. E per sostenere questa tesi, ha fatto riferimento in particolare all’incidente probatorio, dicendo che il Procuratore Facciolla conferì l’incarico al professor Fineschi, suggerito dall’avvocato di parte civile Fabio Anselmo.

La ‘polverina di Harry Potter’

Nel corso dell’arringa, Pugliese ha cercato di screditare la validità della glicoforina, già definita “polverina di Harry Potter” dalla collega Cribari e che fu determinante nel 2017 per dimostrare che Denis morì per asfissia meccanica violenta attraverso un mezzo soft, prima di essere adagiato sull’asfalto già morto e sormontato dal camion.

Gelosia e suicidio

La dinamica, la credibilità di alcuni testimoni viene messa in discussione dalla difesa della Internò, che a detta di Pugliese disse fin dal principio la verità, quando affermò che il ragazzo si suicidò gettandosi sotto il camion guidato da Raffaele Pisano. La stessa Internò – fa notare il suo legale - ammise di essere gelosa quando ascoltata all’epoca da Abate, come a dire che non tenne nascosti quei sentimenti messi in luce da tanti testimoni e considerati dall’accusa essenziali nel determinare l’intento omicida, ossia liberarsi dell’uomo che non poteva più avere. Al contrario, afferma Pugliese, fu Denis a decidere di farla finita, perché geloso della ragazza. Per questo avrebbe lasciato il ritiro del Cosenza alla vigilia di una partita molto importante, per partire, salvo poi decidere di farla finita, visto che lei non voleva seguirlo.