"Così è morto Maradona". E il pm al processo mostra la foto del cadavere

in argentina

Il pm al processo in Argentina: “Mente chi dice di non aver capito cosa stava succedendo”. Le lacrime delle figlie quando è stata mostrata in aula una foto di Maradona poco dopo la morte. Sette le persone imputate

"Guardate, così è morto Diego", inizia con queste parole da brivido l’arringa del pm Patricio Ferrari nel processo in corso dall’11 marzo a Buenos Aires sulla morte di Diego Armando Maradona. Un’arringa pesantissima, nei toni e anche dal punto di vista emotivo, con lo stesso pm che ha mostrato una foto del cadavere, steso sul letto, pochi istanti dopo la morte. “Chiunque tra gli imputati affermi di non aver compreso quello che stava succedendo a Diego sta chiaramente mentendo, le sue condizioni erano evidenti”, ha proseguito Ferrari, che ha poi parlato di un ricovero domiciliare “temerario, deficitario e senza precedenti, dove “non è stato rispettato nessun tipo di protocollo e dove nessuno ha fatto ciò che doveva fare”. Sul banco degli imputati c’è l’intero staff medico che curava El Pibe de Oro e l’accusa è di omicidio con dolo eventuale. Si tratta di sette persone: il neurochirurgo Leopoldo Luque, la psichiatra Agustina Cosachov, un medico clinico, uno psicanalista, una coordinatrice medica, un caposala e un infermiere. Maradona è morto il 25 novembre 2020, a causa di uno scompenso cardiaco dopo essere stato (a inizio di quel mese di novembre) operato al cervello  dallo stesso Leopoldo Luque nella Clínica Olivos di Buenos Aires per la rimozione di un versamento di sangue causato da un ematoma cerebrale. 

Le figlie in lacrime e la situazione fuori dal tribunale

L’immagine mostrata dal pm è chiaramente devastante. Le figlie Dalma e Giannina, sedute nelle prime file, scoppiano in lacrime, mentre Jana Maradona (l'altra figlia di Diego) era seduta accanto a Verónica Ojeda (compagna di Maradona tra il 2005 e il 2013 e madre di Diego Fernando Maradona, nato proprio nel 2013). Fuori dal tribunale di San Isidro momenti di tensione con la folla a gridare ‘Assassini, assassini” e con una massiccia presenza di forze dell’ordine.

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