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Platini e Blatter assolti in Svizzera: si chiude processo per frode

in svizzera

Michel Platini e Sepp Blatter sono stati assolti definitivamente dopo essere stati nuovamente processati in Svizzera a marzo nel caso di frode che ha mandato in pezzi le ambizioni dell'ex fuoriclasse francese di diventare presidente della Fifa. Il caso si chiude a causa della mancanza di appello da parte della pubblica accusa

L'assoluzione di Michel Platini e Sepp Blatter, nuovamente processati in Svizzera a marzo nel caso di frode che ha mandato in pezzi le ambizioni dell'ex fuoriclasse francese di diventare presidente della Fifa, è ora definitiva a causa della mancanza di appello da parte della pubblica accusa. "Il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) rinuncia al suo appello", accettando così "la sentenza emessa in primo e secondo grado", è la dichiarazione della Procura generale svizzera diffusa tramite comunicato. Accettando la propria sconfitta in aula, dopo aver chiesto due volte la sospensione condizionale della pena per gli imputati senza convincere i giudici, il MPC pone fine a dieci anni di procedimenti con gravi implicazioni politiche. "So che era una storia per impedirmi di diventare presidente della Fifa", il commento di Michel Platini, che ha aggiunto di ritenersi "troppo vecchio per cercare nuove responsabilità", quindi per candidarsi. 

Cosa era successo

Il procedimento, durato dieci anni e costellato di implicazioni politiche, era nato dall'accusa secondo cui i due avrebbero ottenuto illegalmente, a danno della Fifa, un pagamento di 2 milioni di franchi svizzeri (circa 1,8 milioni di euro), "a favore di Michel Platini". Difesa e accusa concordavano su un punto: il tre volte vincitore del Pallone d'Oro fosse stato  effettivamente un consulente di Sepp Blatter tra il 1998 e il 2002, durante il primo mandato del dirigente svizzero come presidente della Fifa, e i due avevano firmato un contratto nel 1999, concordando uno stipendio annuo di 300.000 franchi svizzeri per Platini, interamente versato dalla Fifa. Ma nel gennaio 2011, l'ex numero 10 della Juventus - che nel frattempo era diventato presidente della Uefa (2007-2015) - "rivendicò una richiesta di 2 milioni di franchi svizzeri", che l'accusa definì una "fattura falsa". I due dirigenti, da parte loro, insistevano di aver concordato fin dall'inizio uno stipendio annuo di un milione di franchi svizzeri, tramite un "gentlemen's agreement" verbale senza testimoni, senza che le finanze della Fifa "consentissero il pagamento immediato al signor Platini". Queste accuse e il presunto scandalo che ne venne fuori nel 2015 avevano poi impedito a Platini di candidarsi alla presidenza della Fifa, a beneficio del suo segretario generale Gianni Infantino, poi eletto nel ruolo di vertice dell'ente calcistico mondiale.

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