I migliori calciatori sardi della Serie A

Calcio

Luca Cassia

Sirigu e Barella, Zola e Virdis: presente e passato della Sardegna in Serie A (Foto LaPresse)
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Il viaggio nella geografia della Serie A ci porta in Sardegna, regione che negli ultimi trent'anni ha regalato talenti ai massimi livelli. Abbiamo stilato i 20 migliori sardi dagli anni '80, calciatori affermati a Cagliari ma non solo: se oggi Barella è il prospetto più brillante, in tanti hanno spiccato il salto dall'Isola

Unica squadra dell’Isola ad aver militato in Serie A, il Cagliari è il manifesto sardo nel calcio italiano ai massimi livelli. Bandiera e orgoglio di un popolo, addirittura esaltato dallo Scudetto del 1970, il Casteddu è diventato negli anni un autentico simbolo della Sardegna dopo le gesta della coppia Riva-Domenghini. Il nostro viaggio nella geografia della A ci porta proprio in questa regione, trampolino di lancio per tanti talenti provenienti dal capoluogo ma non solo. Abbiamo classificato i 20 migliori calciatori sardi negli ultimi trent’anni, forbice anagrafica e temporale che esclude leggende come gli "oriundi" Gigi Riva e Daniele Conti oppure Antonello Cuccureddu, bandiera della Juventus fino al 1981. Se diversi cagliaritani si sono consacrati indossando la maglia della loro terra, Nuoro e Sassari hanno regalato fortuna ad altri corregionali.

Calciatori sardi della Serie A

20) Alessandro Deiola

Solo 6 presenze in Serie A per il centrocampista di San Gavino Monreale (provincia di Sud Sardegna), bottino condiviso con un altro prodotto del vivaio del Cagliari come Dario Del Fabro ceduto alla Juventus nell’operazione Romagna. Classe 1995 e fisico da corazziere (190 cm per 85 kg), Deiola si è già ritagliato uno spazio in prima squadra dopo il prestito al Tuttocuoio (33 presenze e 4 gol): la promozione in A agli ordini di Rastelli lo vide accumulare 21 partite e 2 reti contro Crotone e Como, poi l’esordio nella massima serie e cinque mesi in B allo Spezia (14 gare e un gol). Tornato alla base, paga la concorrenza in mediana ma punta a conquistare Diego Lopez.

19) Davide Carrus

Sardo di Cagliari, regista 38enne dal fisico minuto ma dalle buone geometrie, non si è ancora ritirato sposando piuttosto l’Eccellenza nel Castiadas a due passi da casa. Iniziò a 11 anni nelle giovanili rossoblù e trovando spazio nelle Under azzurre: debuttò in B a 19 anni, si consacrò a Modena arrivando a ritagliarsi i primi gettoni nella massima serie con il suo Cagliari grazie a Sonetti e Ventura. Al bilancio di 29 presenze in A contribuisce la stagione maledetta all’Ancona, poi si assesta in B: ottimo al Bari (84 gare e 18 gol), triennio che intervalla le promozioni con Fiorentina e Bologna. Convince anche a Mantova e Salerno, partecipa alla scalata del Frosinone fino a riparare nelle serie inferiori.

18) Andrea Capone

Una vita nel Cagliari per l’ex centrocampista oggi 36enne, già da ragazzino nel vivaio rossoblù: un grande feeling con David Suazo e qualche rimpianto per un talento mai sfruttato fino in fondo. Trequartista mancino di qualità, si cala da subito in Serie B prima con i sardi e poi in prestito a Treviso dove contribuirà alla storica promozione in A. Torna a casa per due stagioni e assapora la Serie A (53 presenze e 6 gol), accarezza il passaggio al Celtic ma opta per il ritorno in B con la maglia del Vicenza: 7 reti in un anno e mezzo, poi la ruota lo porta prima a Grosseto e poi a Salerno, ultime tappe della sua carriera.

17) Matteo Mancosu

Fratello maggiore di Marco e Marcello, calciatori nelle serie inferiori, cagliaritano eppure mai transitato nella squadra della sua città. Il presente del 32enne Mancosu lo premia piuttosto nella Major League Soccer al Montréal Impact, club canadese dove milita dal 2016 (14 gol in 48 partite). E pensare che agli inizi gravitava intorno al Casteddu tra Johannes ed Elmas, Nuoro e Villacidro prima di fiondarsi in Lega Pro: bene a Latina e Lamezia, ancora meglio a Trapani dove accumula 54 reti, due titoli di capocannoniere e la promozione in B. Meno fortunato in Emilia tra Bologna e Carpi, d’altronde impatta da trentenne in Serie A (21 presenze e 2 centri) ma senza squilli. L’asse italo-canadese a Bologna gli spalanca le porte della MLS, chissà se un giorno lo vedremo al Cagliari.

16) Andrea Pisanu

Cagliaritano come Mancosu e anch’egli avvistato a Montréal complice la proprietà del Bologna, tuttavia svezzato proprio dal Casteddu con cui debuttò 16enne in A sfiorando il gol contro la Juventus. Cresce nella squadra della sua città ma sboccia altrove: fatica ad imporsi tra Verona e Varese, poi esplode definitivamente dal 2004 a Parma dove colleziona 132 presenze in tutte le competizioni (UEFA compresa). Trequartista o esterno dal buon repertorio, Pisanu paga un tributo con la sfortuna attraverso i tanti infortuni che ne hanno minato la carriera. A Bologna racimola le briciole, ritrova lustro in Lega Pro a Prato e scopre il Canada prima di chiudere a Malta. Qui si è ritirato a soli 33 anni non senza rimpianti.

15) Marco Sanna

Originario di Sassari, eccezion fatta per le parentesi con Torino e Sampdoria, l’ex mediano classe 1969 si è impegnato esclusivamente con formazioni sarde: Tempio e Cagliari, Torres e Nuorese fino al Castelsardo. A 23 anni salutò la C2 approdando in A con i rossoblù di Mazzone poi qualificati in Coppa Uefa. Nel capoluogo Sanna militò per 6 stagioni e 182 gare complessive ritagliandosi nuovi scenari in Serie B, poi dal 2002 torna in Sardegna fino al ritiro a 40 anni. Volto noto in regione per i suoi trascorsi in panchina tra i dilettanti, si è da poco separato con il Sassari Latte Dolce iscritto in Serie D.

14 Michele Fini

Nato e cresciuto nel Sorso (provincia di Sassari), Fini è appena rientrato in orbita Cagliari poiché braccio destro di Diego Lopez come accaduto a Bologna e Palermo. Ex esterno convertito in mezzala da Ballardini proprio in rossoblù, Fini conosce la ribalta in Serie A con la maglia dell’Ascoli a 31 anni dopo aver girovagato per l’Italia in B (Ancona, Salernitana e Catania). Dalle Marche all’avvento al Cagliari il passo è breve: nella stagione 2008/09 sorprende come assist-man (13) nella massima serie, palcoscenico dove è sceso in campo complessivamente in 152 occasioni pure in forza al Siena. Si ritirerà nella sua Sassari ma senza abbandonare il calcio.

13) Nicola Murru

Classe 1994 eppure già avvistato in Serie A per 75 volte, d’altronde l’impatto del golden boy cagliaritano vanta pochi eguali. Dall’età di 7 anni legato al Casteddu, debuttò 17enne contro il Chievo fino a prendersi la fascia sinistra due stagioni più tardi. Mancino di corsa e intensità, Murru conobbe pure la retrocessione in B puntualmente riscattata inserendosi stabilmente nell’U-21 azzurra: nel 2014 prese parte allo stage del ct Prandelli indirizzato ai migliori talenti italiani. Ancora a caccia del primo gol in carriera, il terzino 22enne ha salutato Cagliari la scorsa estate trasferendosi alla Sampdoria dopo 16 anni in rossoblù. Solo un arrivederci per un giovane chiamato a conquistare la fiducia di Giampaolo, a sua volta già allenatore nel capoluogo.

12) Francesco Pisano

Lo troviamo a 31 anni in Lega Pro all’Olbia, squadra che convince ai piani alti trascinata dai gol di un altro cagliaritano doc come Ragatzu (8 centri). Curiosamente Pisano, terzino destro di lungo corso, ha già superato in termini di marcature il suo bottino in maglia rossoblù: un gol contro la Roma all’Olimpico in 232 partite, tutte in Serie A per "Bombetta" come lo ribattezzò Sonetti. Prodotto del vivaio e per un oltre un decennio in prima squadra, vestì a 22 anni la fascia di capitano entrando nella storia del Cagliari. Alla retrocessione del 2015 seguì il suo addio destinazione Bolton, breve intermezzo come l’avventura ad Avellino: troppo forte il richiamo della Sardegna per il laterale con il Cagliari nel cuore.

11) Gianluca Festa

Prima giocatore e poi allenatore del Cagliari, lui che nato a Monserrato ha sempre visto la maglia rossoblù come una seconda pelle. Due le parentesi al Casteddu: la prima lo vede accumulare 139 partite fino al 1993, poi guadagna le chiamate di Inter e Roma oltre alla stima in Premier League (Middlesbrough e Portsmouth). Difensore con il vizio del gol, Festa torna a casa a distanza di dieci anni riportando il Cagliari in A insieme a Zola prima di sparare le ultime cartucce tra Nuoro e Sud Sardegna. Da allenatore è stato vice, tecnico delle giovanili e infine della prima squadra proprio in rossoblù, squadra che da calciatore lo vide centrare anche l’Europa a fianco di Oliveira e Francescoli.

10) Nicolò Barella

Da tempo indicato tra i prospetti più interessanti in chiave futura, il migliore talento sardo risponde al centrocampista classe 1997 apprezzato per duttilità, bagaglio tecnico e maturità. Già, non ingannino i soli 20 anni del giovane cagliaritano svezzato nel vivaio e aggregato in prima squadra addirittura nel 2014. Da 18enne debutta in A, convince pure in prestito a Como e si prende i rossoblù di Rastelli nella prima annata da protagonista. Positivo anche l’assaggio iniziale di stagione, dove varca i 40 gettoni nella massima serie e realizza il suo primo gol contro la Spal. Dopo aver maturato presenze in tutte le selezioni giovanili dell’Italia, non è un caso che il ct Ventura l’abbia convocato ad ottobre per sostituire Verratti. Orgoglio sardo e qualità da vendere, lui che vanta già parecchi estimatori.

9) Luigi Piras

Se Cuccureddu resta escluso dalla nostra top 20 poiché ritiratosi nel 1985, Gigi vi rientra eccome in quanto nel 1987 salutò il Cagliari ma non il calcio: trascinò infatti La Palma (quartiere della città) ad un’incredibile promozione in C2. Nato a Selargius e simbolo del Casteddu, l’ex capitano Piras venne idolatrato quanto Gigi Riva senza nemmeno ottenere pari successi: ben 14 le sue stagioni in maglia rossoblù con 320 presenze e 87 gol, dati che in entrambe le specialità lo collocano al 3° posto nella classifica all-time del club. In Serie B formò un’ottima coppia con Virdis mentre in A si ritagliò 31 reti complessive, exploit a precedere l’addio dopo la retrocessione in C1. Inserito nella Hall of Fame del Cagliari, ha poi allenato ovviamente in Sardegna.

8 ) Vittorio Pusceddu

Tira certi surrigagni! Chi ricorda Aldo, Giovanni e Giacomo nelle vesti dei "Sardi"? Il soggetto era naturalmente il terzino nativo di Buggerru nel Sud Sardegna, mancino dal tiro terrificante. Realizzò addirittura 7 reti nella stagione 1993/94, quella che valse la semifinale in Coppa Uefa (ko contro l’Inter) dove punì con un pallonetto il formidabile Preud’Homme del Mechelen. Proprio al Cagliari aveva spiccato il salto nel grande calcio, carriera che lo vide protagonista pure con Verona, Napoli e Fiorentina (vinse la Supercoppa italiana del 1996) con 237 presenze totali in Serie A. La parentesi più lunga resta quella di Cagliari, squadra dove è stato vice-allenatore nel 2003 nonché tecnico della Primavera fino al 2015.

7) Salvatore Fresi

Altro difensore sardo, centrale nato a La Maddalena, Fresi non ha mai vestito la maglia del Cagliari né quella di altre società della regione. Dopo gli inizi nelle giovanili di Fiorentina e Foggia, la Salernitana fu il suo trampolino di lancio che gli spalancò da debuttante in A le porte dell’Inter dove vinse la Coppa Uefa del 1998. Successivamente troverà spazio al Napoli e al Bologna, destinazione quest’ultima dove si ritagliò un bottino da bomber (8 gol in 25 presenze), exploit che gli valse l’ingaggio della Juventus festeggiando da gregario altri tre titoli. Chiuderà a Salerno dove oggi a 44 anni gestisce una scuola calcio per i più piccoli. In carriera ha collezionato 182 presenze in A e sfiorato l’esordio in Nazionale, lui che fu campione d’Europa U-21 nel 1996.

6) Marco Sau

Tra i simboli del Cagliari attuale, squadra che gli ha garantito 133 gare in Serie A ripagate con 33 reti, l’attaccante 30enne non è originario del capoluogo bensì di Tonara nel nuorese. Iniziò infatti nella formazione locale prima di approdare al Casteddu nel 2005 e ruotare in prestito: degne di nota le ultime avventure a Foggia con Zeman e alla Juve Stabia rispettivamente in Lega Pro e B dove accumulò 20 e 21 gol. Dal 2012 "Pattoolino" torna quindi in pianta stabile in rossoblù dove diventa centrale per doti fisiche e tecniche: qualche infortunio muscolare non gli ha pregiudicato l’esordio in Nazionale grazie a Prandelli, attestato di stima per un punto fermo del Cagliari anche nella stagione in Serie B chiusa in doppia cifra. Sau è il miglior marcatore sardo del Cagliari in A di sempre davanti a Piras.

5) Andrea Cossu

Riportato a Cagliari dal presidente Giulini la scorsa estate, una scelta di cuore per chiudere la carriera con la maglia della sua vita. Un amore lungo 9 anni quello tra i rossoblù e il trequartista cagliaritano, da sempre tifoso della squadra della sua città. Classe 1980, cresciuto nelle giovanili della Johannes, Cossu spiccò il salto dall’Olbia verso l’Hellas Verona dove maturò 124 partite complessive prima di tornare in pianta stabile in Sardegna dal 2008. Ballardini gli ritaglia un ruolo da '10' poi confermato da Allegri, lui sforna assist a non finire trionfando nella specialità (13 passaggi vincenti) nella Serie A 2010/11. I rumors lo accostano al Barcellona, lui saluta Cagliari solo dopo la retrocessione del 2015 trasferendosi in Lega Pro all’Olbia dove aveva iniziato. Non è la chiusura del cerchio, lo testimonia il suo presente al Casteddu.

4) Salvatore Sirigu

Se Cossu ha raccolto 2 caps in Nazionale, il portiere classe 1987 ne ha collezionati 17 partecipando a due edizioni degli Europei e al Mondiale in Brasile. Non poteva mancare un numero '1' tra i migliori calciatori sardi, ecco quindi che Sirigu figura di diritto nella top 20. Da professionista non ha mai militato in squadre della sua regione: scartato dal Cagliari nel 2002, si consacra al Palermo dopo i prestiti tra Cremona e Ancona. Il biennio in Sicilia gli spalanca addirittura le porte del PSG (4 milioni di euro) dove fa incetta di titoli (12) con la corazzata francese. Quattro le stagioni da protagonista a Parigi, poi l’avvento di Trapp e un rapporto ormai logoro lo spingono in Spagna al Siviglia e all’Osasuna. Da luglio è tornato in Serie A ritoccando il suo bilancio in A (79 presenze): chissà se lo vedremo mai nel Cagliari che lo snobbò a 15 anni dopo una settimana di prova.

3) Gianfranco Matteoli

Sostituito da Mario Beretta come responsabile tecnico del settore giovanile del Cagliari, ruolo ricoperto per 16 anni, l’ex regista classe 1959 è quindi tornato all’Inter in qualità di osservatore. I nerazzurri e il Casteddu restano le due grandi squadre in carriera di Matteoli, quasi 300 presenze in Serie A e 6 caps nella Nazionale italiana. Centrocampista tecnico e carismatico, vincitore di uno scudetto e di una Supercoppa con l’Inter prima di fare ritorno in Sardegna, lui che da Ovodda nel nuorese si era poi spinto in A. Quattro anni a Milano e altrettanti a Cagliari, società che accompagna in Europa e che da capitano lo vede accumulare 130 partite e 5 gol. Omaggiato nella Hall of Fame del club, è ricordato come uno dei rossoblù più rappresentativi nonché l’artefice di tanti giovani talenti emersi dal vivaio sardo.

2) Pietro Paolo Virdis

Bomber dal baffo nero, ammaliato da Gigi Riva fin da ragazzino, porta la Sardegna nel cuore gestendo a Milano una raffinata enoteca. Sono 365 le presenze in Serie A con 102 centri per l’ex attaccante nato a Sassari e cresciuto a Sindia, un’altra delle leggende cagliaritane dove in quattro stagioni accumulò 29 reti e animò un tridente da urlo con Piras e Selvaggi. Militò altrettanti anni nella Juventus con tre scudetti e una Coppa Italia, trionfi replicati al Milan nella sua permanenza fino al 1989: capocannoniere con 17 gol a precedere il primo scudetto dell’era Berlusconi e la Coppa dei Campioni. Tante gioie e campioni al fianco di Virdis, rigorista d’eccezione: 20 quelli segnati in carriera con un solo errore causato da Grudina, sardo come lui. Non può essere un caso.

1) Gianfranco Zola

Gloria immortale in rossoblù come Virdis, la punta nuorese di Oliena figura tra i più incredibili talenti italiani dell’era recente. Indubbiamente il calciatore sardo più forte di sempre, jolly offensivo completo per bagaglio tecnico (dribbling e assist) nonché eccellenti qualità realizzative anche da calcio piazzato. Avviato tra i professionisti in Sardegna con Nuorese e Torres, spiccò il salto dalla C1 alla A con il Napoli contribuendo allo scudetto azzurro. Ereditò la '10' di Maradona prima di passare al Parma e trionfare in Europa (Supercoppa e Coppa UEFA), exploit di pari passo con una valanga di gol (49 in 102 gare) e la corsa al Pallone d’Oro. Diventò Magic Box e "baronetto" al Chelsea, 7 stagioni e 59 reti trionfando i in Inghilterra e in Europa, poi decise di tornare a casa. Da capitano riportò il Cagliari in Serie A e si congedò dal calcio segnando una doppietta alla Juventus. Sfortunata la spedizione mondiale del 1994, leggendario il suo ricordo in campo prima dell’avvento da allenatore. Farà tappa pure a Cagliari, squadra che ha regalato le sue ultime magie.