Bonaventura, primo gol in azzurro a 34 anni: Jack, una storia da sogno
È diventato il marcatore più "anziano" al primo gol in assoluto nella storia dell'Italia, tornando tra i convocati tre anni dopo l'ultima volta. Il derby di mercato Milan-Inter nell'estate del 2014, quando Berlusconi gli disse: "Non hai tatuaggi, né orecchini, piercing o creste, ma che giocatore sei?". Il migliore del Milan degli anni bui, autentico jolly del centrocampo: oggi brilla in viola e in azzurro
- Che più invecchia e più torna giovane: destro a giro, bello, sotto la traversa. Poi l'esplosione del ragazzo - oggi uomo - con la faccia pulita. 34 anni e 53 giorni: nessun giocatore aveva mai segnato un gol più "anziano" (e si fa per dire) come prima rete personale nell'intera storia della nazionale italiana. Non è mai troppo tardi.
- E infatti Giacomo "Jack" Bonaventura la prima gioia in azzurro l'ha costruita da lontano. Tornando in nazionale tre anni dopo l'ultima volta (ottobre 2020). La penultima giocata, invece, risaliva all'ottobre del 2018. Cinque anni, due match. "Perché non dovrebbe esserci spazio per Bonaventura?" - aveva detto Spalletti in conferenza stampa. Ce n'è.
- Ma la storia, come detto, parte da lontano. Perché Bonaventura debutta in A più di quindici anni fa, 4 maggio 2008. Il settore giovanile è quello prolifico dell'Atalanta. La Nazionale di calcio sta vivendo un'altra storia, lontanissimi dal suo primo gol: siamo campioni del mondo in carica e pronti a giocare un Europeo di calcio con Donadoni in panchina, altro storico ex atalantino poi passato al Milan. Anche nel futuro di Jack c'è lo stesso destino.
- Come nelle carte. Prima un prestito al Pergocrema, in Lega Pro. Poi al Padova. Lui riparte da tassello chiave dell'Atalanta nel 2010-11 in B: decisivo. Gioca da esterno, sia sinistro che destro, si muove anche sulla trequarti. Porta 18 punti in dote alla squadra, segna nove gol e conquista la promozione in A da leader.
- Saranno tre le sue stagioni in A da nerazzurro, inteso come quello dell'Atalanta. Al nerazzurro dell'Inter, invece, segna spesso: quattro gol in tre partite con la bellezza di tre vittorie e un pari (non era ancora l'Atalanta di Gasp che arriverà in Europa) nell'arco di due stagioni, dal 2012 al 2014. In quegli anni solo Denis segna più di lui. E le big lo cercano.
- È l'estate del 2014, è l'ultimo giorno di mercato. Sliding doors: Bonaventura sale in macchina direzione Milano per firmare con l'Inter, mentre il Milan ha chiuso lo scambio Biabiany-Zaccardo. L'affare, però, sfuma per via del mancato superamento delle visite mediche da parte del francese (che aveva già posato con la sciarpa rossonera): Galliani, con una delle sue mosse da condor, vira obiettivo, convincendo Bonaventura ad accettare i rossoneri.
- Lui, da sempre amante dei volti "puliti", da Kakà a Shevchenko passando per Van Basten e il diktat a Monza sui tatuaggi. Più o meno andò così: "Dimmi Bonaventura, hai l'orecchino?"
"No"
"Hai un tatuaggio?"
"No"
"Hai un piercing?"
"No"
"Hai la cresta?"
"No"
E poi una delle classiche battute berlusconiane: "Ma allora che calciatore sei?"
- Un calciatore vero, fuor dubbio. Da Milan, anche per via del volto "pulito". Da Milan anche negli anni bui, anche nella tempesta dei decimi e settimi posti in campionato. Al debutto esordisce con gol in un pazzo Parma-Milan 4-5 che i tifosi rossoneri ricordano per un magnifico gol di tacco di Menez. In panchina c'era Inzaghi. Lui gioca ovunque (jolly, dicevamo). Sempre a testa alta per impegno e qualità del gioco.
- E infatti, tolta la B vinta con l'Atalanta, l'unica altra coppa della sua carriera la firma personalmente, eccome. Supercoppa 2016 Milan-Juve a Doha. Sua la rete del pari, suo uno dei rigori finali della serie. Sarà anche l'unica luce del Milan prima del ritorno di Maldini e Ibra con lo scudetto del 2022.
- Quel tricolore Bonaventura non lo vince. Chiude la sua storia col Milan nel 2019-20, anno dell'avvicendamento Giampaolo-Pioli, del lockdown, del ritorno di Ibrahimovic, della rinascita rossonera. Jack va a Firenze. Neanche a dirlo: brilla pure lì.
- Già quattro gol, giù due assist: nessun centrocampista ha segnato più di lui nel campionato in corso. È la sua miglior partenza assoluta in termini di gol dopo le prime otto presenze stagionali in A, roba da Benjamin Button, appunto. Uno dei soli quattro con Dybala, Zapata e Berardi ad aver trovato la rete in ognuna delle ultime 10 stagioni di campionato. E ora anche la gioia azzurra.