Le punizioni più belle? Sono in Coppa d'Africa
Coppa d'AfricaDa domani i quarti di Coppa d'Africa (diretta su Fox Sports, canale 204). Intanto, nella fase a gironi, ben 5 gol sono stati segnati su calcio piazzato. Con soluzioni di ogni tipo: dal classico tiro a giro alla botta sotto l’incrocio. E c’è anche chi fa un mix di Pirlo e Roberto Carlos
Euro2016 si chiuse con un piccolo record per il calcio continentale: 4 gol realizzati su calcio di punizione, mai nella storia degli Europei ne erano stati segnati più di 3 in una singola edizione. Eppure vantiamo una tradizione di specialisti non indifferente, da Platini a Zidane, fino a Pirlo, Cristiano Ronaldo e Bale (2 gol su punizione con il Galles, nell’ultima edizione).
Poi succede che ti sposti in Africa e scopri fior di tiratori che non avresti mai sospettato. Chiusa la fase a gironi della Coppa d’Africa 2017, cioè dopo 24 partite, siamo già a 5 gol segnati su punizione, e tutti bellissimi. Certo, in questi casi si tira sempre fuori il mito della scarsezza del portiere africano: non sempre impeccabile, come vedremo, ma spesso semplice spettatore di prodezze balistiche che avrebbero lasciato di sasso anche il leggendario N’Kono. Le analizziamo una per una, augurandoci di vederne tante altre dai quarti in poi.
Burkina Faso-Camerun 1-1, Moukandjo (C). D’astuzia
La situazione è quella che generalmente fa felici i grandi tiratori: palla piazzata al limite dell’area, in posizione centrale. Per un destro si tratta solo di scavalcare la barriera e infilare il sette. È ciò che solitamente si aspetta anche il portiere, nel caso specifico Kouakou, che resta così beffato quando il capitano del Camerun, l’attaccante del Lorient Moukandjo, sceglie la conclusione sul palo opposto. Un passo di rincorsa e l’interno destro che non va nemmeno a cercare l’incrocio. Quello che conta è l’effetto sorpresa. Va bene: non è la punizione più bella che si possa immaginare e la responsabilità del portiere è evidente, ma qui si premia l’idea alternativa.
Senegal-Zimbabwe 2-0, Saivet (S). Classica
Stavolta siamo un po’ più lontani: posizione sempre centrale ma distanza tale per cui o infili la palla sotto l’incrocio o la punizione diventa un passaggio al portiere. Nel caso di Saivet, si verifica la prima ipotesi. Calcia d’interno ma riesce comunque a dare potenza al pallone. Stilisticamente nulla da invidiare ai grandi specialisti.
Togo-Congo 1-3, M’Poku (C). Tutta potenza
Cambiamo genere. Scendono in campo quelli che su punizione non stanno tanto a calcolare il centimetro o a dosare la potenza. M’Poku, ex-Cagliari e Chievo, prende la rincorsa di lato e sceglie un angolo, quello più lontano. Non si cura minimamente del fatto che lì ci sia un portiere. Fatti suoi: si sposterà. Chi non si può spostare è la traversa, che toccata nella parte inferiore rende il tiro ancora più spettacolare. Poi la palla varca la linea e rimbalza fuori, a centrocampo probabilmente.
Egitto-Ghana 1-0, Salah (E). La saetta
Calcia sul palo di Razak. Ma in quanti se la sentono di addossare qualche colpa al povero portiere ghanese? La conclusione del romanista è un mezzo esterno di sinistro da cui la palla esce via potente, veloce, pulita. Una linea retta che collega il piede di Momo alla ragnatela sotto l’incrocio dei pali. Anche in questo caso la posizione (centro-destra) e il fatto che sul pallone si sia un mancino lasciano pensare a una classica conclusione a giro, per cui il fattore sorpresa fa la differenza. Anche nello spettatore.
Uganda-Mali 1-1, Bissouma (M). Maledetta rielaborata
Nella gara tra le due eliminate del girone spicca il gioiello del centrocampista del Lille. Distanza siderale, rincorsa dritta verso il pallone. E poi quel destro, con la gamba lasciata andare “a pendolo” come sanno fare solo i migliori. Il capolavoro che ne viene fuori è un mix tra le “tre dita” alla brasiliana e la “maledetta” alla Pirlo, per il modo in cui la palla, durante il suo tragitto, resta “immobile”, non gira. Insomma, “tre dita maledette”.