La Coppa d'Africa rischia la cancellazione causa Covid? L'ECA chiede garanzie

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Secondo il sito francese RMC Sport la Coppa d'Africa, in programma in Camerun dal 9 gennaio al 6 febbraio 2022, potrebbe essere cancellata a causa del peggioramento della pandemia di coronavirus. La Federazione africana (CAF) sottolinea invece come, per ora, l'organizzazione del torneo proceda regolarmente. L'ECA nel frattempo ha comunicato che senza norme Covid adeguate non libererà i giocatori che militano nei club europei

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A causa della diffusione della variante Omicron e del peggiormanto della pandemia di Covid nel mondo rischia di salatare la Coppa d'Africa, in programma in Camerun dal 9 gennaio al 6 febbraio 2022. E' quanto riporta il sito d'informazione francese RMC Sport, secondo cui la federazione africana sarebbe vicina ad annunciare la cancellazione della competizione. "Secondo le nostre informazioni - si legge - la CAF potrebbe annunciare l'annullamento dell'edizione 2022 in Camerun. La riflessione è in corso". A pesare - sempre secondo RMC Sport - sarebbero anche le pressioni di molti club, soprattutto inglesi - che non vorrebbero concedere i propri giocatori in una situazione del genere. Oltre a non essere a disposizione per alcune settimane, i calciatori della Premier League dovrebbero infatti rispettare un periodo di quarantena al rientro in Gran Bretagna. La Coppa d'Africa era inizialmente in programma tra l'11 giugno e il 9 luglio 2021, ma era stata anticipata tra il 9 gennaio e il 6 febbraio. In seguito era arrivato lo spostamento all'anno successivo a causa del Covid, ora il rischio è la cancellazione definitiva. Anche se al momento la federazione africana ha sottolineato come tutto proceda regolarmente. Una situazione comunque complicata per il neo presidente della federazione del Camerun Samuel Eto'o, che ancora ieri (martedì) si era detto fiducioso del successo della manifestazione.

La CAF va avanti con l'organizzazione del torneo

La federazione africana non ha ancora risposto ufficialmente alle indiscrezioni su un possibile annulamento del torneo. Sul suo sito ufficiale è stato però pubblicato oggi (mercoledì 15 dicembre) un articolo di aggiornamento sui preprataivi della manifestazione, e sulla visita in Camerun del Segretario Generale della CAF Veron Mosengo-Omba. Il dirigente ha parlato degli "incontri positivi" con i ministri dello Sport e della Salute, dando quindi per scontato che la manifestazione si svolgerà regolarmente. “Gli incontri sono stati importanti - ha spiegato Mosengo-Omba -  per capire a che punto è l'organizzazione in Camerun. C'è molto lavoro da fare. Dobbiamo continuare con lo stesso slancio, non possiamo riposare. Dobbiamo lavorare tutto il giorno. Vogliamo vedere una grande Coppa d'Africa qui in Camerun a gennaio del prossimo anno. Abbiamo messo in piedi il miglior sistema di supporto per questa competizione. Negli ultimi mesi, il nostro ufficio al Cairo e anche l'ufficio a Yaoundé hanno lavorato a stretto contatto con il governo del Camerun per garantire la creazione delle migliori condizioni possibili per tutti i visitatori". 

ECA: “Senza norme Covid adeguate non libereremo giocatori”

Intanto l'Associazione Europea dei Club (ECA) minaccia di non rilasciare giocatori internazionali per la Coppa d'Africa, preoccupata per il protocollo sanitario dell'evento sullo sfondo della pandemia di Covid 19. "A nostra conoscenza - si legge in una mail inviata venerdì scorso alla Fifa - la Confederazione calcistica africana non ha ancora reso pubblico un protocollo medico e operativo adeguato per il torneo CAN, in assenza del quale i club non potranno liberare i propri giocatori". Oltre alla mancanza di un protocollo sanitario del torneo (9 gennaio-6 febbraio), l'ECA sottolinea soprattutto il rischio di un'assenza dei giocatori più lunga del periodo di disponibilita' previsto, a causa delle "quarantene e restrizioni di viaggio" legate in particolare l'emergere della variante Omicron del coronavirus. Secondo le regole per lo svincolo dei nazionali, confermate più volte dalla Fifa dall'agosto 2020, i club possono trattenere i propri giocatori se "è obbligatoria una quarantena di almeno cinque giorni dall'arrivo" nel luogo "dove si dovrebbe giocare la partita, o presso la sede del club al suo ritorno". Il consiglio di amministrazione dell'ECA all'inizio di dicembre ha ribadito che questi principi dovrebbero essere "rigorosamente osservati".