Nazionale, è morto Azeglio Vicini: guidò l'Italia al terzo posto nel Mondiale 1990
CalcioE' morto a Brescia l'ex Commissario tecnico della Nazionale, che aveva guidato gli azzurri ai Mondiali d'Italia nel 1990. Alle 18 e alle 24.15 su Sky Sport 1 l'episodio "Notti Magiche" della serie "Storie Mondiali" di Federico Buffa. Disponibile anche su Sky On Demand
L'ex Commissario tecnico della Nazionale di calcio, Azeglio Vicini, è morto ieri sera nella sua casa di via Aldo Moro, a Brescia. Nato a Cesena, avrebbe compiuto 85 anni il prossimo 20 marzo. E' stato lo storico allenatore di alcune delle migliori Under 21 negli anni '80 e guidò la Nazionale maggiore ai Mondiali di Italia '90, eliminata solo in semifinale ai rigori dall'Argentina. "Ho raggiunto un bel traguardo - disse, in occasione della festa per i suoi 80 anni - sono soddisfatto della mia vita, ho avuto momenti felici e altri meno, ho ricoperto incarichi importanti, comunque sia mi sono proprio divertito". Ebbe un solo grande rammarico, quel Mondiale giocato in Italia nel 1990, perso in semifinale con l'Argentina ai rigori: "Avremmo meritato di vincerlo, siamo stati sfortunati. Noi non perdemmo mai sul campo, sei vittorie e un pari, e arrivammo terzi, l'Argentina fu sconfitta due volte e andò in finale con la vincitrice Germania. Però in quelle notti conquistammo gli italiani, il loro affetto fu travolgente. Infatti quell'Italia-Argentina resta una delle partite più viste in tv di tutti i tempi".
Da ct azzurro Vicini ha conquistato due terzi posti prestigiosi: nell'Europeo 88 e nel Mondiale 90. Il tecnico cesenate è stato sulla panchina della Nazionale per cinque anni e cinque giorni, dall'8 ottobre 1986 (esordio a Bologna: Italia-Grecia 2-0) con il bilancio di 54 partite, 32 vittorie, 15 pareggi e 7 sconfitte (76 gol fatti e 24 subiti). La carriera in azzurro fini' il 15 ottobre 1991, con l'esonero dall'incarico tre giorni dopo Urss-Italia finita 0-0 e che costo' alla nazionale italiana l'eliminazione dalle qualificazioni per l'Europeo 1992. A parte un periodo iniziale sulla panchina del Brescia, Vicini ha percorso tutta la sua carriera di allenatore nell'ambito azzurro, dove era entrato nel 1969 come responsabile della Under 23 e poi della Under 21. Alla guida degli azzurrini (debutto il 16.4.'69 a Udine: 1-0 sulla Romania) ha sfiorato il titolo Europeo nell'86 (sconfitto ai rigori dalla Spagna) e in 85 partite ha ottenuto 46 vittorie, 19 pareggi e 20 sconfitte. Una delle ultime uscite pubbliche e' stata a marzo di un anno fa quando a Palazzo Loggia a Brescia presento' il suo libro "Azeglio Vicini. Una vita in azzurro" scritto con uno dei tre figli Gianluca e la moglie Ines. Nel weekend di Serie A verrà osservato un minuto di silenzio su tutti i campi, la stessa cosa è prevista stasera a San Siro, prima del calcio d'inizio di Milan-Lazio di Coppa Italia.
LE REAZIONI
Tantissimi i messaggi di affetto verso Azeglio Vicini, ex Ct della Nazionale, ricordato non solo per le qualità professionali ma anche per quelle umane. Particolare il ricordo di Totò Schillaci: "Mi sono svegliato e ho appreso questa notizia. Per me è un giorno tristissimo, perchè è morta una persona che mi ha regalato popolarità e notorietà. L'80% del mio successo lo devo a lui. Vicini è stato importantissimo per me. Mi ha dato la Nazionale e mi ha fatto diventare Totò Schillaci. Io l'ho ripagato con i gol".
Ha parlato Giovanni Malagò, presidente del Coni: "Vicini era un gentiluomo, un uomo di altri tempi. Una persona che, oltre a capacità da tecnico, aveva uno stile. La sua morte è una notizia triste". Roberto Mancini, che in quel Mondiale del 1990 non aveva trovato spazio, scrive su Twitter: "Sei stato un protagonista del calcio italiano. Hai fatto sognare gli italiani".
Carlo Ancelotti, membro di quella squadra di Italia '90 ha pubblicato su Twitter: "Profondamente addolorato per la scomparsa del mio caro Mister della Nazionale, grande maestro di sport e di vita". In radio, è intervenuto anche Arrigo Sacchi, che ha guidato gli azzurri nella spedizione americana del '94: "La scomparsa di Azeglio Vicini per me è un grande dispiacere. Lui è stato un grande professionista, che ha dato la vita per migliorare gli altri".
Paolo Rossi era stato allenato da Azeglio Vicini nella nazionale juniores e nell'Under 21. Queste le sue parole: "Era un innamorato del calcio. Per me un vero maestro e una figura paterna. Mi allenò in azzurro dai miei 16 anni fino a 20. Era un punto di riferimento, sempre prodigo di consigli. Per me fu importante perchè in quel momento stavo uscendo fuori. Giocavo ala e correvo, ma facevo comunque gol". Si aggiunge anche Walter Zenga, portiere di Italia '90: "Voglio pensare che da lassù continuerai a seguirci e a darci quei insegnamenti che solo tu sapevi infonderci".
L'ultimo Ct dell'Italia, Ventura, ha dichiarato: "Un gentiluomo sia in campo che fuori, un tecnico che ha lasciato in tutti gli amanti del calcio un ricordo indelebile legato ai Mondiali '90 e ad una Nazionale ricca di talenti cresciuti nella famiglia azzurra". Ciro Ferrara racconta un aneddoto sul suo debutto in azzurro, in un'amichevole in cui Azeglio Vicini gli aveva chiesto di marcare Maradona. L'ex difensore della Juventus poi aggiunge: "Grazie per quello che hai dato a tutti noi".
Il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, ricorda così: "Eleganza, lealtà, passione alcune delle tue preziose caratteristiche che hai testimoniato per farci amare il nostro calcio. Un'eredità da proteggere e custodire gelosamente. Grazie Azeglio Vicini". Anche Franco Baresi dedica un pensiero all'ex Ct. Baresi è stato campione del mondo in Spagna nel 1982, per poi concludere la carriera azzurra nel 1994. In mezzo, ovviamente, Italia '90 e le Notti Magiche al centro della difesa di Azeglio Vicini.
Vicini da giocatore è stato nel Vicenza, nel Brescia e nella Sampdoria. Con i colori blucerchiati 209 presenze. Non lo dimentica la Samp, che pubblica una foto di quelle stagioni. Giannini, uno degli uomini fondamentali in Italia '90, lo ricorda invece così: "Sono molto amareggiato e addolorato dalla morte di Vicini, persona affettuosa e mite. Un vero gentiluomo. È una notizia che non avrei mai voluto ricevere. Anche per gli altri miei colleghi è stata una persona fondamentale, molto umana, sempre pronta ad aiutarti, disponibile e in grado di trasmetterti grande passione. Quella Nazionale aveva spirito. Riuscì a trasformare un gruppo di talenti in gruppo. Non mi ha mai chiamato per nome, nè per cognome: mi chiamava semplicemente 'Principe' e questo per me era un attestato di stima".
Oltre alla vicinanza alla famiglia e agli amici, il Milan ricorda Vicini e la cavalcata di Italia '90: "Non sono state notti di vittorie, ma sono state notti magiche e l'Italia ne piange l'artefice". A Sky ha parlato Giuseppe Bergomi: "Vicini era una grande persona, un allenatore che arrivava dal settore tecnico come Maldini e Bearzot, sapeva scegliere gli uomini e poi metterli assieme tenendo unito il gruppo con la sua semplicità. C'era un bellissimo rapporto, Vicini era un esempio positivo, per lui il risultato era importante ma era importante portare avanti un'idea e una identità di squadra. Dopo l'eliminazione al Mondiale c'era tanta amarezza, ci sentivamo i più forti".