Gabbiadini: "Italia-Svezia, la panchina al Southampton: è stato l'anno più difficile, ma non mi arrendo"

Calcio

L'attaccante, in un'intervista alla Gazzetta dello Sport, ha rivissuto l'ultimo, difficile, anno. Italia-Svezia è stata l'inizio di una parabola discendente proseguita poi anche con il Southampton. Ma Gabbiadini non molla: "Avevo offerte dall'Italia, ma devo vincere questa sfida con me stesso". E oggi incontra Sarri...

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Manolo Gabbiadini avrebbe voluto scrivere una storia diversa, invece che entrarci per una partita che purtroppo si ricorderà a lungo. Anche perché le ripercussioni di quell’Italia-Svezia giocata a San Siro il 13 novembre 2017, per Manolo sono state negative anche dal punto di vista personale. Titolare nella partita più importante della storia recente azzurra, ma con l’epilogo che tutti conoscono. Poi, l’inizio di una parabola discendente anche con il Southampton: l’attaccante la ripercorre in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: "L’ultima stagione è stata la più tosta, la più sofferta: per il risultato di San Siro e per l’impiego ridotto al Southampton – ha ammesso – ho vissuto momenti difficili". Gabbiadini li rivive, partendo da quella notte di novembre: "Quando Ventura mi disse che avrei giocato titolare, fui sorpreso. Nei volti dei miei compagni vedevo la tensione, io ero molto motivato. Il clima negli spogliatoi a fine partita? C’era chi piangeva, chi non si muoveva, chi ha fatto la doccia ed è subito scappato via. Su quanto successo dopo, ho letto e sentito di tutto. Io dico soltanto che avremmo potuto vincere a prescindere dal modulo, dalla difesa a 3 o a 4, dalla presenza di Insigne: abbiamo perso tutti, non è giusto dare la colpa solo ad uno".

Il poco spazio a Southampton

Gabbiadini vorrebbe poter redimere la propria storia in azzurro, facendo parte del nuovo ciclo: "La prossima volta vorrei poter festeggiare in campo. E se non farò parte del gruppo, vorrei poterlo fare davanti alla tv. Mancini? Non lo conosco – ha detto Gabbiadini – ma il progetto è bello. Certo, dipende da come gioco e se gioco nel Southampton". E i numeri degli ultimi mesi, in questo senso, non sono affatto confortanti: solo 748’ in undici mesi e appena 6 partite da titolare, nessuna intera. Eppure il gol salvezza dello scorso anno, contro lo Swansea alla penultima giornata, porta la sua firma: "Dopo Italia-Svezia, Puel mi disse che ero triste e mi mise in panchina: chiaramente era una scusa. Nemmeno con Hughes, però, la situazione è cambiata. Io però mi sono sempre allenato al massimo per farmi trovare pronto. Come a Swansea. I tifosi mi vogliono bene. Però non avrei immaginato un inizio di stagione così. Magari avrei valutato meglio le offerte che avevo dall’Italia, anche se davvero ci tenevo a non arrendermi e restare in Premier".

Riecco Sarri

Una nuova occasione potrebbe arrivare oggi contro il Chelsea. Ironia della sorte, contro quel Maurizio Sarri con cui a Napoli non è riuscito a trovare spazio, decidendo poi di approdare in Inghilterra. "Non ho nulla contro Sarri, gli stringerò la mano. L’unica cosa che non mi piaceva – ha ammesso Gabbiadini – era la sua scarsa considerazione per le riserve. Non porto rancore, perché scelsi io di lasciare Napoli: sarei rimasto volentieri, ma con quella situazione...". E chissà che non sia oggi il giorno in cui ricominciare a scrivere una storia diversa. Il perché lo dice lo stesso Gabbiadini: "Sono uno che non si arrende mai".