Nazionale, Spalletti e il nodo clausola con il Napoli: le interpretazioni

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Lorenzo Fontani

Dopo le dimissioni di Mancini la Federcalcio ha individuato in Spalletti il successore, con Conte in subordine. Ma per arrivare all'allenatore del Napoli campione d'Italia c'è lo scoglio di una clausola da pagare al club di De Laurentiis, la cui natura però va approfondita

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Clausola di non concorrenza o penale in caso di nuovo incarico? E' tra queste due interpretazioni che ballano i tre milioni che il Napoli chiede per liberare Spalletti e permettergli di sedersi sulla panchina della Nazionale. Una cifra che al momento De Laurentiis pretende, ma che né la Federcalcio né Spalletti stesso sono disposti a pagare. 

Le possibili interpretazioni

In punta di diritto si tratta di capire non tanto come sia stata denominata nero su bianco la clausola, ma cosa emerga dal testo come sostanza dell'accordo tra le parti. Se appunto si trattasse chiaramente di clausola di non concorrenza, cioè sfruttare presso un competitor le conoscenze acquisite con il precedente datore di lavoro, sarebbe difficile pretenderne la validità di fronte a un incarico in una squadra Nazionale e non di club. Diverso invece, ed è lì che evidentemente pende l'interpretazione del Napoli, se l'accordo si configurasse come un ristoro per aver - sostanzialmente - creato un problema alla società chiedendo di liberarsi in anticipo dal contratto a fronte di un disagio personale e della necessità di fermarsi. A quel punto se poi lo stop richiesto si interrompe - in qualunque modo - mi paghi il disturbo. Questo lo scenario, importante da approfondire per arrivare poi a quel che tutti comunque auspicano: un accordo che sia prima di tutto di buon senso e di buoni rapporti tra le parti.